venerdì 31 luglio 2009

In memoria di Randy Pausch

"Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni,
è lì per un motivo preciso.
Non è lì per escluderci da qualcosa,
ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo.
I muri di mattoni sono lì per fermare le persone
che non hanno abbastanza voglia di superarlo.
Sono lì per fermare gli altri".

(Randy Pausch 1960 - 2008)


Poco più di un anno fa, il 25 Luglio 2008, è morto Randy Pausch, autore della celebre "Last Lecture". La frase che cito qui sopra è tratta proprio dalla sua ultima lezione, che tenne il 18 Settembre 2007 alla Carnagie Mellon University. Il Prof. sapeva di dover morire, aveva una serie di tumori inguaribili, ma decise di continuare a vivere quel che gli restava con coraggio e allegria, senza lasciarsi prendere dallo sconforto.

Chi vivrebbe nella stessa maniera, facendo le stesse cose che fa adesso, con lo stesso spirito, sapendo di dover morire tra 6 mesi?


Link:

Randy Pausch su Wikipedia
"Last Lecture" su youtube (con sottotitoli in italiano)

Le novità di Kubuntu 9.10 "Karmic Koala"

Kubuntu è la prima distribuzione derivata da Ubuntu. La prima ad avere supporto ufficiale da Canonical. La prima ad essere distribuita. Purtroppo, ancora adesso, raccoglie solo le briciole rispetto alla sorella maggiore. Dalle statistiche, la sua diffusione si limita a circa il 10-15% delle macchine che hanno *ubuntu installato.

Una di queste, da Kubuntu 5.04 "Hoary Hedgehog" è la mia.

Per la sorella minore della ben più nota e diffusa Ubuntu, ci sono in vista grandi novità per la prossima edizione Kubuntu 9.10 "Karmic Koala", il cui rilascio è previsto a Ottobre 2009. Nonostante la popolarità limitata, il team di sviluppo è più attivo che mai. Sono infatti numerose le novità in arrivo, qualcosa già è trapelato dal team di sviluppo, e confermato dalle prime Alpha.

Ho avuto l'occasione di leggere il resoconto di uno dei meeting del team di sviluppo, e riassumo qui cosa stanno realizzando, e in parte hanno già realizzato:
  • KDE 4.3: Kubuntu avrà l'ultima versione del nuovo KDE 4, che ha ormai raggiunto la piena maturità. Dopo i "disastri" di KDE 4.0 con cui era equipaggiata Kubuntu 8.10, siamo finalmente arrivati ad avere un desktop manager stabile e completo. Tra meno di una settimana infatti sarà ufficialmente rilasciato KDE 4.3, che sarà poi la base di Kubuntu 9.10. Il team di Kubuntu si prefigge inoltre di eliminare ogni traccia di KDE 3 e avere solo software KDE 4 100%.
KDE 4.3
  • Notifiche: anche Kubuntu avrà il nuovo sistema di notifiche che su Ubuntu è stato rilasciato fin dalla versione 9.04. Mark SABDFL Shuttleworth in una recente intervista ha dichiarato che in futuro il "design team" di Canonical lavorerà per rilasciare tutte le nuove funzioni nello stesso momento sia per GTK (Ubuntu) e Qt (Kubuntu). Bontà sua!
  • Arora: si tratta di un nuovo browser, sviluppato all'inizio come dimostrativo per le nuove librerie Qt 4, e diventato poi un vero e proprio browser, grazie al fork del suo creatore Benjamin Meyer. Il browser ha come motore di rendering Webkit, e quindi dovrebbe essere veloce e leggero. Si tratta comunque di una scelta coraggiosa, il programma non ha ancora raggiunto la versione 1.0, non so neanche se la raggiungerà a Ottobre, e quindi non ha la stabilità che si richiede a un programma di così ampio uso. Il caro "vecchio" Konqueror, browser ufficiale di KDE ma ormai abbandonato da tutti, ci sarà ancora, nell'attesa che qualcuno decida di porre fine alle sue sofferenze. Per quanto mi riguarda continuerò ad utilizzare Firefox.
Arora
  • Integrazione KDE 4 per OOo: OpenOffice.org sarà pienamente integrato con l'ambiente desktop KDE 4, con l'utilizzo di icone Oxygen (il tema di KDE) e di finestre nello stile KDE.
  • Kaffeine: in virtù della sua recente integrazione con KDE 4 e del supporto al DVB (Digital Video Broadcasting - la televisione digitale), Kaffeine torna ad essere il player multimediale predefinito in Kubuntu, al posto di Dragon. Tra l'altro Kaffeine raggiungerà la maturità nei prossimi giorni con la release 1.0. Personalmente da quando lo utilizzo non mi ricordo che si sia mai piantato una volta.
Kaffeine per Kde 4 - notate l'icona "digital TV"

  • Koffice 2: Koffice 2, pacchetto per l'ufficio di KDE sarà disponibile sui repository Kubuntu; il pacchetto predefinito resterà comunque OpenOffice.org.
  • K3B: il noto software per la masterizzazione di CD, DVD, VideoCD, MP3, ecc ecc, sarà disponibile nella versione per KDE4. Una roccia.
K3b per KDE4
  • Ubiquity: l'installer sarà migliorato dal punto di vista estetico e integrato secondo il look& feel di KDE e Kubuntu.
Mockup di come dovrebbe apparire Ubiquity in Kubuntu 9.10
  • Amarok 2.1.1: il più famoso e innovativo player sarà disponibile all'ultima versione stabile per KDE 4.
  • Social from the Start: più che un programma, questa è un'idea del team di sviluppo, che ha pensato di integrare sul desktop una serie di strumenti utili per interagire con i social network più diffusi come Facebook, identi.ca o Twitter. Sono quindi installati subito i widget per usare identi.ca e Twitter, e il componente per usare Facebook da Kopete (l'instant messanger di Kubuntu).
  • Kubuntu Netbook Edition: Udite! Udite! da questa edizione, anche Kubuntu avrà la sua versione per netbook, l'aggeggio più di moda in questi tempi. Questa versione si baserà basare su Plasma Netbook Shell, e avrà una serie di modifiche alle impostazioni del desktop e ai font per adattarsi alle dimensioni ridotte dei netbook.
  • USB creator: un nuovo programma per creare una chiavetta USB "live" (cioè che contiene un sistema operativo che può essere avviato), partendo da un'immagine ISO. Un po' come avere un CD live, con il vantaggio però che sulla chiavetta USB possono essere memorizzati anche dati (immagini, documenti, musica...).
  • Inoltre: una integrazione più omogenea per le applicazioni GTK+ (leggi: quelle che girano su Gnome), grazie a software per la configurazione e icone in stile Oxygen; una nuova versione di KpackageKit, il software di gestione degli aggiornamenti.

Infine il team di sviluppo sta rivedendo anche il sito web, riorganizzando le pagine, i link, e le risorse di supporto per gli utenti.

Come vedete, la lista è davvero corposa e ambiziosa. Non ci resta che aspettare e vedere. Per i più curiosi (e arditi) è disponibile la Alpha3 di Kubuntu 9.10 (vedi link qui sotto).
Attenzione!
Questa versione è solo per chi vuole provare o dare una mano a correggere i bug, in quanto è altamente instabile.


Link:

Kubuntu.org
Specifiche per Kubuntu 9.10
Kubuntu 9.10 Alpha 3

giovedì 30 luglio 2009

Schumacher torna alla guida della Ferrari F1, il primo passo di un cambiamento?

La Ferrari ha scelto Michael Schumacher come sostituto di Felipe Massa alla guida della Ferrari di Formula 1 al prossimo Gran Premio di Valencia.

L'entusiasmo dei tifosi, io per primo, denota quanto sia sentita la mancanza di un vero leader nella scuderia Ferrari degli ultimi anni. Da quanto non c'è più la triade Todt - Brawn - Schumacher, la sensazione è quella di avere dei rincalzi in prima squadra. Sensazione confermata più volte nei fatti, con errori clamorosi di piloti, meccanici e team manager.

L'arrivo di Schumacher potrebbe dare una raddrizzata alla situazione, e magari essere il primo passo per poi rifondare la squadra.

sabato 25 luglio 2009

Uso sperimentale del trasporto individuale e massivo su ferro (andare al lavoro usando bici e treno).


Premessa


Era da un po’ di tempo che ci pensavo, e ho impiegato altro tempo (troppo) per metterlo in pratica. Dopo 20 anni che faccio sempre la solita strada per andare al lavoro, sempre in macchina, volevo cambiare. La routine intacca anche le migliori abitudini. Il mese scorso ho quindi deciso risolutamente deciso di provare l’uso combinato di bicicletta e treno. Il programma è semplice: in bici da casa mia alla stazione di Thiene, in treno da lì a Vicenza e poi ancora in bici fino al luogo di lavoro. Facile!

Martedì 22 sera, prima tappa del viaggio. Al bar “Alla stazione” prendo i biglietti Thiene – Vicenza e ritorno. Costo: 4,7 € per me e 3,5 € per lei (la bici).


Andata

ore 06.00


Mercoledì 23. Sveglia! Difficile alzarsi, dopo aver fatto tardi per vedere un film, ancor più dopo che la bambina ha fatto la birichina tutta la notte. Comunque...
Colazione frugale con yogurt e cereali, l’appetito non è molto, a causa della tensione agonistica che precede l’evento.

ore
06.20

Salgo a bordo del mio mezzo di trasporto individuale su ferro. Cioè salgo in bici, e via. Aria fresca, cielo sereno, sole tiepido dietro il vetro appannato dell’umidità mattutina. Poca gente sulla strada, gli spazzini che lavano le strade, un paio di podisti, il corriere che distribuisce i giornali. Il centro di Thiene è chiuso per lavori, passo dietro al Duomo, facendo volare via i colombi che beccano riso matrimoniale tra i cubetti di porfido della piazza.

ore 06.28

Arrivo in stazione. Ovviamente anche qui poca gente, ma più di quella che mi sarei aspettato, una decina in tutto, un ragazzo con zaino enorme, un paio di persone che parlano slavo (?), qualche studente universitario.

in attesa del treno
ore 06.35

Arriva il treno, un Minuetto diesel, in anticipo di 5 minuti. Salgo a bordo del trasporto massivo su ferro, sistemo la bici sulla rastrelliera e mi siedo lì accanto. Il treno aspetta che arrivi l’altro convoglio che va a Schio. Il binario della linea Vicenza – Schio è unico, e l’unico modo di permettere la circolazione nei due sensi è che i treni si incrocino nelle stazioni, l’unico posto dove il binario è doppio.

la bici sulla rastrelliera
ore 06.55

In treno. Alla stazione di Cavazzale aspettiamo 5 minuti il treno che arriva nell’altro senso. Tutto questo tempo perso... oppure guadagnato, viaggiare in treno ha sempre qualcosa di molto più rilassato rispetto all’auto. Questo treno poi assomiglia molto a una metropolitana, viaggia tranquillo, senza scossoni, pochissimo rumore. Scivola leggero tra case-capannoni-campi-case-capannoni-campi dell’alto vicentino.

in stazione a Vicenza
ore 07.12

Arrivo alla stazione di Vicenza. Nessuno mi ha controllato il biglietto. Qui ovviamente c’è parecchia gente, ma io sono sempre l’unico con la bicicletta al seguito. Tuttavia non desto particolare curiosità.
Corso Palladio

il nostro eroe a tutta velocità

Faccio la strada per il centro. Corso Palladio è deserto, i negozi chiusi. La bici scricchiola e traballa tra i sampietrini. La sola parte del corpo su cui si scaricano i colpi soffre in silenzio. L’entusiasmo anestetizza.

ore 07.35

Sono in ufficio, sei kilometri circa in mezz’ora circa. Non mi prenderanno per il Tour de France, ma sono non sono andato poi così male. E poi mi son proprio divertito.


Ritorno

ore 17.06

Col favore delle ferie (dei colleghi e del capo), fuggo dall’ufficio. Fa parecchio caldo, circa 30 gradi. Passo ancora per il centro. Adesso c’è gente, e il traffico è abbastanza intenso. In Corso Palladio faccio slalom tra i pedoni. Mi fermo 1 secondo in libreria per vedere se è arrivato un libro che avevo ordinato. La libreria ha una temperatura di -20 gradi rispetto all’esterno, il sudore mi si ghiaccia addosso. Purtroppo il sacrificio è vano, il libro non c’è!

ore 17.33

Sono già sul treno, l’aria condizionata è a palla, sicuro che prendo il raffreddore. Mi attende una mezz’ora di relax al fresco, e ne approfitto per buttare giù qualche riga sull’evento. Questa volta passa il controllore, biglietto obliterato, nessun problema.

ore 17.45

Si parte. L’altoparlante gracchia (letteralmente) il nome delle stazioni, per il resto il viaggio è tranquillo. Continuo a battere freneticamente sui tasti per il resto del tempo.

tornando a casa,
lo sguardo allucinato è una combinazione di
sforzo creativo e dissumulazione della fatica

ore 18.10

Sono a Thiene, il viaggio di ritorno è proprio volato! Annunciano la fermata all’ultimo secondo, non faccio a tempo a spegnere il computer, lo chiudo senza spegnerlo e balzo giù con la bici. Esco dalla stazione e vado al negozio di bici, urge comprare una sella nuova...


Tirando le somme

Mentre pedalavo, ho fatto un po' di conti, sui vantaggi e svantaggi di questa soluzione:
  • Soldi: economicamente non conviene, questa gita mi è costata 8,2 €, se avessi usato l’auto (agli attuali prezzi del gasolio), avrei speso circa 6 €. La prossima risalita dei prezzi del petrolio potrebbe cambiare le carte in tavola.
  • Smog, traffico: il traffico non era molto intenso, complice la giornata estiva, e di conseguenza lo smog era ridotto. Per un ciclista, le auto sono comunque sempre un pericolo, quindi sempre occhio vigile!
  • Buche: la parte più dolorosa della storia, che si ripercuote su tutta la schiena a cominciare dal fondo. Le strade che ho percorso sono davvero tenute male. Il porfido del corso poi fa tanto “che-figo-siamo-in-centro-storico” ma è una maledizione per le bici e chi ne cavalca il sellino.
  • Tempo: usando la bici + treno + bici impiego circa 1 ora e un quarto, in auto impiego 35-40 minuti, perdo quindi molto più tempo... o lo guadagno?
  • Fatica: pedalare costa fatica e sudore, in auto la fatica è tutta nel sopportare le code ai semafori.
  • Forma fisica: fatica e sudore migliorano la forma fisica, in auto la forma fisica si conforma al sedile.
  • Flessibilità: con la bici si è più limitati negli spostamenti, quindi non si può fare la spesa dopo il lavoro, o passare da mamma a prendere le zucchine, cose che in macchina si fanno senza problemi.
  • Divertimento: a chi piace andare in bici, questo supera tutti i punti precedenti.
Non riuscirei a farlo tutti i giorni, l'auto consente di fare anche altre cose mentre si è in giro. Poi, le condizioni del tempo sono fondamentali, con la pioggia non potrei proprio farlo. Però mi piace come alternativa. Magari nei prossimi anni potrebbe diventare la soluzione principale. Il prezzo del petrolio è destinato ad aumentare, e si dovranno trovare soluzioni diverse per la mobilità, rispetto a quelle attuali. Di questo bisogna essere consapevoli, ci si deve preparare per tempo.

Intanto, la prossima settimana si replica! :-)

lunedì 20 luglio 2009

40 anni fa siamo andati sulla Luna, e poi siamo tornati sulla Terra.

"Here Men From Planet Earth First Set Foot Upon the Moon July 1969 A.D. We Came in Peace For All Mankind"
(traduzione:
"Qui uomini dal pianeta Terra fecero il primo passo sulla Luna Luglio, 1969 d.C. Siamo venuti in pace per tutta l'umanità")


40 anni fa, il 20 Luglio 1969, gli astronauti statunitensi Amstrong e Aldrin della missione NASA "Apollo 11", per primi posero i piedi sul suolo lunare. Tra le cose che gli astronauti lasciarono sulla Luna c'è una targhetta con l'iscrizione che trovate qui sopra. Parole che considero molto più belle e significative di quelle sui passi fatti dall'umanità. Sono giustamente rimaste dalla Luna per pararci da eventuali attacchi Klingon. Sulla Terra, intanto abbiamo continuato a farci la guerra tra di noi.

Ho avuto modo di leggere una piccola parte dell'abbondante letteratura giornalistica sull'argomento, apparsa su tutti i quotidiani e settimanali nazionali.

Una buona parte, è auto celebrazione giornalistica del tipo "io c'ero"
con la fedele e pedante riproposizione delle immagini del tempo. Anche se mi è piaciuto però rivedere il compianto Andrea Barbato, uno dei pochi grandi giornalisti degli ultimi anni.

Un'altra buona parte di questa, tratta la parte tecnica della missione, con abbondanti dettagli tecnici sul razzo usato, sul peso della capsula, il carburante usato, la distanza percorsa e altra roba del genere. Roba che tutti, a parte i fanatici, dimenticano nel giro di 1-2 giorni.

Un'altra buona parte di questa, verte sulla teoria del complotto, secondo cui in realtà lo sbarco sulla Luna non ci sarebbe mai stato, ma che fosse una montatura, con le immagini lunari in realtà filmate negli studi di Hollywood. A questo riguardo, per chi vuole approfondire, esistono un buon film "Capricorn One", e un pessimo libro "Non siamo mai andati sulla luna". Ma lascio a ben più famosi blogger la discussione su questo importante aspetto della vicenda.

Nessuno che parli di cosa sia servito, e quali benefici abbia avuto l'Umanità da questa missione. Il grande passo che l'Umanità avrebbe compiuto insieme ad Amstrong.

"li va in serca dei marsiani e cua in tera li ne fa viver da cani"
(traduzione: "vanno in cerca dei marziani e qui sulla Terra ci fanno vivere da cani"
cit. Pitura Freska - Na bruta banda)


Lo sforzo per portare l'uomo sulla Luna costò al Governo USA moltissimi miliardi di dollari, che andarono in buona parte a aziende statunitensi, e quindi beneficiarono l'economia. Questo è cosa buona. Il successo della missione permise agli Stati Uniti di recuperare lo svantaggio tecnologico spaziale nei confronti dei russi, quindi piantare la bandierina americana lassù fu indubbiamente una grossa vittoria morale durante guerra fredda. Morale che era molto basso, anche per il protrarsi della guerra in Vietnam. Anche questo è cosa buona, ma...

Ma l'euforia durò poco, 3 anni, l'ultima missione Apollo 17 fu nel 1972. Una volta arrivati sulla Luna, vinta la gara a chi fa prima con i russi, ci si rese conto che non c'era più nessun motivo per continuare. Mentre la stampa immaginava già le prime basi lunari, la NASA preferì cancellare le ultime 3 missioni Apollo (18, 19 e 20), e dirottare i soldi sul programma "Space Shuttle": in pratica, un camion spaziale che porta materiale in orbita e poi rientra. Molto meno poetico, ma anche molto meno costoso e molto più remunerativo.

Delle missioni spaziali sulla Luna cosa ci resta?

Una serie di oggetti e tecnologie inventati e usati nelle missioni spaziali: 30.000 (!), dicono, io mi ricordo solo il velcro (come abbiamo potuto vivere senza!).

Qualche chilo di rocce lunari, neanche da paragonare con la patata, riportata dal Nuovo Mondo, che salvò l'Europa dalla carestia e dal declino.


E un bell'album di ricordi, con la foto della Terra vista dall'alto nella sua interezza, la "blue marble" (marmo blu), che dovrebbe ricordarci, nei momenti di maggiore vanagloria, quanto siamo piccoli e fragili nei confronti dell'Universo che ci circonda.

sabato 18 luglio 2009

Il secondo episodio di Ubunchu è stato (finalmente) tradotto in italiano

YouGeeK.it mi segnala che è stato tradotto in italiano il secondo episodio di "Ubunchu", il manga giapponese che parla di Ubuntu.

In questo episodio si parla di "riga comando", argomento ostico, terrore dei principianti, ma che il grande Hiroshi Seo, l'autore di Ubunchu!, tratta con il giusto mix di informazione tecnica e divertimento.

Che aspettate? Correte subito a scaricarlo!

PS: ma la riga dos dell'altro sistema operativo faceva così paura? MAH!

Link:

Ubunchu #2 su YouGeek.it

venerdì 17 luglio 2009

Ronde: finalmente si fa sul serio!

Dopo l'emanazione da parte del Presidente Napolitano della DDL sicurezza, con la legalizzazione delle "ronde dei cittadini", mi stavo davvero preoccupando che l'Italia cadesse nel ridicolo. Ridicolo come lo sono tutte quelle divise para militari con aquile, simboli celtici e tanto di quel machismo che neanche i Village People.

Ho ricevuto una segnalazione di una iniziativa, la prima seria che vedo circolare da quando si parla di "ronde", vedi link qui sotto.


Link:

La "Justice League"
La "Justice League" (altra versione, altrettanto seria)

Lo zio d'America è passato per Ellis Island

Il sogno di molti (compreso il sottoscritto) è sempre stato quello di essere l'unico erede di uno "zio d'America", emigrato (o figlio di emigranti) dall'Italia negli Stati Uniti all'inizio del secolo scorso, e morto ricco sfondato (in tardissima età, si intende!).

Adesso c'è un metodo euristico per capire se questo sogno si può avverare: il sito della "The Statue Of Liberty - Ellis Island, Inc".

Ellis Island (in alto) e Miss Liberty (in basso) da Google Maps

Ellis island è un'isoletta nella baia di New York, vicina a "Miss Liberty" (la Statua della Libertà), da cui erano fatti passare tutti gli immigranti che arrivavano da tutto il mondo negli Stati Uniti. Nel corso di circa 60 anni di servizio, da fine '800 alla metà del '900, passarono per Ellis island circa 12 milioni di persone! Molta parte di queste, erano italiane.

Nel 1982 l'allora presidente americano Ronnie "The Gipper" Reagan decise di dare una ripassata a Miss Liberty, e anche a Ellis island. Fu costituita una Fondazione "The Statue of Liberty-Ellis Island Foundation (SOLEIF)", le cui finanze furono costituite interamente da fondi donati da cittadini e imprese americane (più di 500 milioni di dollari). La Statua della Libertà fu completamente ristrutturata, e anche Ellis Island. Gli archivi degli arrivi degli immigranti sono stati completamente digitalizzati e messi a disposizione su Internet.

Chiunque può quindi andare sul loro sito internet, digitare nome e cognome del parente emigrato, o anche solo il cognome (last name), ed effettuare una ricerca sul voluminoso data base degli arrivi. Nonostante i volumi in gioco, la ricerca è molto veloce. Solo iscrivendosi al sito, una volta trovato qualcuno con il proprio cognome, si possono vedere i dettagli dell'arrivo: giorno di arrivo, età della persona, provenienza, nave con cui ha viaggiato, porto di imbarco, e molti altri dati.

Beh, non poteva mancare il lato americano della faccenda. La Fondazione è sicuramente meritoria, ma anche sempre bisognosa di soldi, per cui a chi effettua ricerche vengono offerti gadget di tutti i tipi, e per tutte le tasche, compreso un improbabile "passenger record", una specie di certificato di arrivo dell'immigrante, per soli 29,00$.

Il mio sogno resta chiaramente tale. Dalle ricerche effettuate sul sito, ci sarebbero buone possibilità di avere lontani parenti in America, e tra questi magari anche uno zio-ricco-sfondato. Non sarei purtroppo l'unico erede. Non so negli Stati Uniti, ma in Italia, la mia famiglia è stata fortunatamente prolifica.


Link:

Sito di Ellis Island
Ellis Island su Wikipedia

giovedì 16 luglio 2009

Spiace che si parli di Napoli solo in queste occasioni...

... e spiace ancor di più che se ne parli sottovoce, nella cronaca locale. Il dubbio che viene è che si voglia in qualche modo tenere nascosto, per non compromettere la stagione turistica.

In poche parole: a causa di "problemi" con i depuratori, a Napoli e dintorni è meglio non fare il bagno. Anzi, è meglio non andare nemmeno in spiaggia. Alzi la mano: chi di voi lo sapeva?

Spiace che Napoli sia trattata così male dai suoi amministratori, nell'indifferenza dello Stato e nell'ignoranza dell'opinione pubblica.


Link:

Articolo su Repubblica.it - Napoli
Altro articolo su Repubblica.it - Napoli
Articolo su Corriere.it

domenica 5 luglio 2009

Miei libri su anobii: Tiziano Terzani - Un altro giro di giostra

Sulla giostra di Terzani.

Avevo già letto qualche libro di Terzani, ma questo avevo aspettato a prenderlo. C’erano un paio di cose che mi stavano antipatiche, e me ne impedivano la lettura. La prima, il fenomeno di massa che ha trasformato Tiziano Terzani in uno santone. Barba bianca, curto pijama indiano dello stesso colore, ma anche lettura superficiale della sua opera, hanno aiutato questa beatificazione laica. Consola sapere che Terzani se ne farebbe una risata. La seconda, la conseguente speculazione economica: edizione economica che tarda ad arrivare, sito internet con tanto di forum, addirittura libro scritto dai fan (i “terzianisti”), e pubblicazioni post-mortem.
Ho atteso a lungo prima di comprare questo libro, ho capito adesso che avrei potuto farlo prima, nonostante queste cose, senza pentimenti.
Il libro è autobiografico, e parla della lotta contro il cancro. Mentre si cura nella miglior clinica americana, TT si chiede se la medicina occidentale, che considera i pazienti come macchine da riparare (chiama “aggiustatori” i dottori), è la miglior risposta alla malattia. Soprattutto, si chiede se il razionalismo occidentale sia il miglior modo di intendere la vita. che ha portato la civiltà umana a un benessere mai raggiunto prima, ma ha anche causato guerre, sofferenza, povertà e isolamento. Questa domanda gli dà la scusa per rimettersi in viaggio nell’oriente a lui caro, tra reiki, medicina alternativa, piramidologia, guru indiani, guaritori filippini, veri studiosi e veri ciarlatani, alla ricerca della risposta, nella speranza di poter ancora fare un giro sulla giostra della vita. Nella ricerca della risposta, in mezzo a decine di possibili vie, si troverà sempre a fare i conti con la sua ferrea e disincantata razionalità di giornalista. Invece della risposta giusta troverà la domanda giusta.
Il libro si legge molto bene, mai noioso, mai banale, punteggiato di numerosi episodi e storie della cultura orientale.
Il miglior libro che ho letto di Tiziano Terzani.


Link:

La mia libreria su anobii.com

giovedì 2 luglio 2009

Un super netbook con Ubuntu preinstallato

La notizia

La francese Archos ha messo in vendita il suo netbook "Archos 10", in versione speciale con Ubuntu preinstallato, denominata "Archos 10 Ubuntu Edition" (il direttore del marketing deve aver studiato per mesi prima di decidere il nome giusto!).

Le caratteristiche salienti del netbook sono:
  • Intel Atom N270 (1.6 GHz) su chipset Intel 945GSE
  • 2 GB memoria DDR2 400/533 MHz
  • Disco SATA 2.5 pollici da 500 GB a 4200 RPM
  • Scheda grafica Intel GMA 950 64 MB
  • Display a cristalli liquidi da 10.2 pollici WSVGA LED BackLight, risoluzione 1024×600,
  • Webcam 1.3 megapixel con microfono
  • Lettore di schede SD/SDHC/MMC/MS/MS PRO
  • Connettori Wi-Fi, VGA, cuffie, microfono
  • Ethernet
  • USB 2.0
Il tutto per 375 €. Attualmente, un buon rapporto prezzo/prestazioni. Attualmente, perché tra 6 mesi, questo netbook sembrerà preistoria. Come è sempre accaduto finora nel mercato dei PC & similia.

La bella notizia: vendere netbook con Linux si può, basta che i produttori abbiano la volontà di farlo.

La brutta notizia: lo vendono solo in Francia, ma magari un domani..

Il pensierino della mattina

E' interessante notare che Archos vende anche una versione dello stesso netbook, con Windows XP, a 30 € in meno, ma con solo 1 GB di RAM e un "piccolo" hard disk da 160 GB. E' interessante soprattutto perché questi limiti sono imposti da Microsoft! Microsoft infatti vende il suo Windows XP a "pochi" soldi per i netbook, ma questi NON devono essere troppo potenti, sennò fanno concorrenza ai portatili normali. Per questi ultimi infatti, Microsoft vende la licenza per il suo sistema operativo a un prezzo più alto.

Queste e altre limitazioni (vedi link sotto) imposte dal Venditore Unico di Sistema Operativo Unico, potrebbero essere un buon motivo per i produttori di netbook per vendere i propri computer con Linux. Questo discorso vale soprattutto per i piccoli produttori, che hanno meno vincoli e più interesse a crescere, occupando fette di mercato lasciate scoperte dagli altri.


Link:

Notizia su NetbookItalia
Notizia originale su Laptopspirit (in francese)
Prima notizia delle limitazioni Microsoft
Seconda notizia delle limitazioni Microsoft
Terza notizia delle limitazioni Microsoft
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