giovedì 13 giugno 2013

Bug #1, un paio di riflessioni a freddo


Il bug #1

Quando Mark Shuttleworth, leader di Ubuntu, parla (o scrive) solleva sempre un certo polverone. Pur essendo sconosciuto al grande pubblico, le sue dichiarazioni riescono a innescare un discreto movimento tra le persone appassionate di Software Libero. Tempeste in un bicchiere.

Così è successo, quando pochi giorni fa il SABDFL ha chiuso il famoso "Bug #1", cioè "Microsoft has a majority market share" (Microsoft ha la maggior quota di mercato dei PC). La chiusura del bug significa che l'errore è stato risolto, e non ha bisogno di altri interventi. Nel suo commento relativo alla chiusura della segnalazione di errore, Mark scrive:
Personal computing today is a broader proposition than it was in 2004: phones, tablets, wearables and other devices are all part of the mix for our digital lives. From a competitive perspective, that broader market has healthy competition, with IOS and Android representing a meaningful share. [...] Even though we have only played a small part in that shift, I think it's important for us to recognize that the shift has taken place. So from Ubuntu's perspective, this bug is now closed.
L'utilizzo personale del computer è un argomento molto più vasto di quel che era nel 2004 (anno di lancio di Ubuntu n.d.t.): telefoni, tablet, dispositivi indossabili (es. lettori MP3 n.d.t) e altri, sono tutti parte dell'insieme che compone la nostra vita digitale. Dal punto di vista competitivo, questo mercato più vasto vede una competizione sana, con iOS e Android che ne rappresentano una quota significativa. [...] Anche se noi abbiamo giocato solo un ruolo marginale in questo cambiamento, penso sia importante capire che questo cambio è avvenuto. Quindi dalla prospettiva di Ubuntu, questa segnalazione di errore è adesso chiusa (traduzione by Dario).
In sostanza: con tablet e smartphone il mercato è molto più ampio dei soli PC, sono scesi in campo altri giocatori come iOS e Android, quindi questa segnalazione di errore non ha più senso.

Il baricentro s'è spostato?

Basta guardarsi attorno per capire come smartphone e tablet stiano avendo un successo sempre crescente. Anche il sottoscritto - piuttosto tiepido nell'emozionarsi per questi gingilli elettronici - si è recentemente dotato di un tablet Android (usato). La tendenza mondiale è di avere sempre più dispositivi elettronici personali, dei veri e propri computer in miniatura - anche se siamo ancora distanti dagli eccessi del fondatore di Apple, Steve Wozniak.

L'espansione del mercato di tablet e smartphone, contribuisce in parte alla decrescita della vendita dei PC. Decrescita infelice, chiedete a Dell. L'anno scorso il mercato dei PC ha avuto una riduzione nelle vendite, la prima dopo anni di segno positivo. L'attenzione dei consumatori si sta spostando dai PC a qualcos'altro.

In questo ambito, anche Ubuntu cambia target, per essere pronto a soddisfare una richiesta potenziale di milioni di nuovi aggeggi elettronici. Sull'aspetto quindi della diffusione di dispositivi alternativi (complementari?) ai PC, Mark ha ragione.
Non c'è più la Ubuntu di una volta, e concentrarsi solo sul mercato dei PC, solo con una distribuzione per macchine x86 è un errore.
Canonical, dopo aver tentato di insidiare il mercato aziendale in cui domina Red Hat, ha messo in secondo piano i PC e, nonostante abbia stretto accordi commerciali con i 4 maggiori produttori mondiali di Personal Computer, sta tentando con "Ubuntu Touch" di sfruttare l'onda buona degli smartphone, il cui successo sembra immune dalla crisi - e su cui il margine di profitto è molto più alto che quello dei PC desktop.

Certo è che senza un accordo con un produttore hardware primario - di cui ancora mancano notizie - tutto questo è destinato a essere solo un esercizio di stile riservato a pochi smanettoni. 

Quello che Mark non dice

Oltre alla constatazione di cui sopra, la chiusura del #1 potrebbe anche celare altre motivazioni, che non si possono dire. Per esempio, potrebbe essere che Microsoft abbia fatto pesare tutta la sua influenza commerciale su Canonical, direttamente o per interposto partner, spingendo Mark Shuttleworth a chiudere quel bug. Il mercato mondiale è sempre più interconnesso, e se si vuol farne parte bisogna scendere a patti col "nemico", visto che in un modo o nell'altro ci si avrà a che fare.

La strada virtuosa

Se devo essere sincero, il #1 l'ho sempre visto come uno scherzo geek, più che una dichiarazione di guerra a Microsoft.
Una curiosità divertente.
Uno di quegli aneddoti che un giorno, quando il Software Libero dominerà il Mondo, racconterò ai nipotini seduto sulla sedia a dondolo con il plaid sulle ginocchia: "Mi ricordo quando, tanto tanto tempo fa, nel 2004 mi pare, un tipo sudafricano col pallino dei voli spaziali...".

Combattere il "Nemico Numero Pubblico 1" piace molto agli sceriffi senza macchia che popolano il far west open source (e non solo). Un Nemico Pubblico, una Minaccia Oscura è qualcosa che piace fin dai tempi del Lupo di Cappuccetto Rosso e dell'Imperatore di Guerre Stellari, è la "logica degli schieramenti contrapposti", come se si fosse in una sorta di guerra.

Alla mia età, preferisco seguire una strada e un codice di condotta che invita a essere migliori, a costruire qualcosa di buono piuttosto che denigrare il lavoro degli altri. Questo bug, se mai l'avessi aperto io sarebbe stato:
"Ubuntu è usato da quattro gatti spelacchiati"*

Per il sottoscritto - come credo anche per tutte le persone della Comunità ubuntu-it - questo bug è ancora aperto, e ben lontano dall'essere risolto. Se volete dare una mano per chiuderlo, vi accoglieremo a braccia aperte! :-)

* (senza offesa per i quattro gatti spelacchiati, tra i quali peraltro è presente il sottoscritto)

Dario Cavedon è un giovanotto di belle speranze, che ha passato i 40 ma non se li sente, è uno giovane dentro, anche se da fuori non si direbbe. Si dedica con passione alla diffusione del Software Libero, di Linux e di Ubuntu e di un sacco di altra roba, nel poco tempo che famiglia e lavoro gli concedono. Il resto lo potete leggere sulla breve biografia.

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