mercoledì 23 gennaio 2013

L'informatizzazione di rimbalzo della società italiana

Inauguro con questo post la rubrica "L'angolo della posta di Dario", nella quale prendo le email di inconsapevoli amici e conoscenti, le modifico in modo che le mie risposte sembrino adeguate, e le pubblico senza la loro autorizzazione, con risposte che potrebbero dare - a una lettura frettolosa e superficiale - una vaga idea di pensiero saggio e intelligente.
Leggete quindi questa rubrica frettolosamente e superficialmente, come fareste con una rivista di pettegolezzi, mentre siete seduti a far dell'altro.

L'angolo della posta di Dario 

Mi scrive un amico, sistemista e programmatore, che per esigenze di privacy chiamerò con un nome di fantasia, Gianni (ho tagliato alcuni riferimenti della sua email in maniera da garantirne l'anonimato).
Caro Dario,
non so, sta esplodendo una ennesima fase dell'informatizzazione (computerizzazione, più che informatizzazione) di massa in zona?
Sembra che le famiglie si stiano buttando su rete locale casalinga (wi-fi e cavi) e smartphone. Oltre a qualche smart TV. Non passano più di 4 ore, nell'ultima settimana, che qualche utente della strada venga a chiedermi della rete di casa o del contratto Internet per smartphone. Nell'ordine stamattina:
  • Il barbiere che mi chiede come attivare il tethering per il pc del negozio. Attivo e faccio andare. (ero andato per tagliarmi i capelli !)
  • Arrivo in [snipped]: un dipendente mi domanda info sul Samsung Galaxy Note 2 e se è possibile il tethering. In realtà non sa che si chiama "tethering".
  • Mi scontro con l'ottusità dei vecchi direttori: gli utenti chiedono di vedere la posta dell'azienda da casa. Si può, è già attivo, basta solo che gli dica come si fa. Ma il mega direttore generale non vuole.
  • La scuola di [snipped] mi chiede di mettere gli AP per il passaggio registro elettronico. Nel frattempo li sto già mettendo alla scuola di [snipped].
  • Leggo oggi sul giornale di vicenza che la scuola di [snipped] sta aprendo una scuola di informatica post-diploma. Non ho capito bene cosa è, mi farò spiegare.
  • Tralasciamo le altre richieste minori.
Insomma... me sembro "el parroco dell'informatizzazione" del ceto medio in 'sto periodo.
Oltre al fatto che mi sembra di avvertire una forte, fortissima richiesta di connessione ad internet e trabiccoli connessi.
La mia risposta:
"Caro Gianni,
è semplice: con l'arrivo degli smart-cosi, la gente ha scoperto le appS e adesso c'è un'informatizzazione indotta dagli strumenti. Mi spiego meglio: la cultura informatica in Italia è zero o poco più, lo Stato investe zero (o poco più) nella Scuola e zero nelle Infrastrutture (ti ricordi la "banda larga"? hai idea dov'è finita!?!?!). Però gli smart-cosi sono diventati una moda, soprattutto per giocare a giochini e social-cosi, e quindi cresce la richiesta di connessione a Internet ecc. ecc.
E' un'onda di ritorno, nel senso che la crescita della domanda invece che arrivare da una crescita nell'istruzione e nella conoscenza (onda positiva perché le persone utilizzano gli strumenti per crescere culturalmente e stare al passo coi tempi, a casa, nella scuola e nel lavoro), arriva di rimbalzo perché è indotta dagli strumenti che le persone si ritrovano fra le mani. Non credo che questo serva ad alzare la cultura informatica in Italia, però parlando di grandi numeri, magari in mezzo ai milioni ci sarà qualcuno che utilizzerà tutto 'sto ben di dio per fare qualcosa in più che giocare ad Angry Birds"
Dario
PS: l'avevo previsto anni fa, leggi in particolare l'ultimo paragrafo, ma era una facile previsione ;-)

Dario Cavedon è un giovanotto di belle speranze, che ha passato i 40 ma non se li sente, è uno giovane dentro, anche se da fuori non si direbbe. Si dedica con passione alla diffusione del Software Libero, di Linux e di Ubuntu e di un sacco di altra roba, nel poco tempo che famiglia e lavoro gli concedono. Il resto lo potete leggere sulla breve biografia.

domenica 20 gennaio 2013

Kim Dotcom è tornato: MEGA è online, prime impressioni


Ieri, 19 gennaio 2013, alle 19.00 ora italiana, Kim "Dotcom" Schmitz è tornato sulla scena mondiale con il suo nuovo servizio di "cloud storage", MEGA.

Giusto un anno fa era stato chiuso Megaupload, il suo precedente sito di file hosting e file sharing. Il sito era stato chiuso su richiesta del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, per violazione del copyright, essendo diventato un ricettacolo di tutto quello che era disponibile sul mercato dell'intrattenimento video e audio, con sommo dispiacere di MPAA e della RIAA, le potenti associazioni che riuniscono i principali produttori di musica e cinema degli USA. Lo stesso Kim Dotcom era stato arrestato nella sua lussuosa casa in Nuova Zelanda, Paese in cui risiede dal 2010 e in cui ha preso la cittadinanza.

Dopo più di qualche peripezia giudiziaria, Kim Dotcom è stato liberato, e ha messo insieme un nuovo progetto, Mega appunto, con cui si propone di riparare agli errori passati, lasciando tra l'altro il controllo completo agli utenti - e sotto chiave sicura RSA a 2048 bit - dei propri file. Un modo "furbo" (?) per svincolarsi dalla responsabilità di quel che caricano. Da una apposita pagina si possono fare segnalazioni per casi di violazione del copyright.


Il sito, come twitta lo stesso Kim, è intasato dagli accessi ma stamattina ho pouto finalmente registrarmi.


Da notare che Kim dice che ha messo sul campo enormi mezzi, come una larghezza di banda più ampia dell'intera Nuova Zelanda!


Essendo il sito basato su HTML5, funziona bene solo con Chrome/Chromium, mentre con Firefox no. Per esempio: con Firefox c'è qualche problema a registrarsi, e l'upload dei file non vuol saperne di partire. Un brutto colpo per il mio browser preferito. Me ne farò una ragione! ;-)

Una buona notizia per gli utenti Linux: il sito funziona benissimo anche con Epiphany (noto anche come Web nell'accezione GNOMEsca). É lo stesso sito che consiglia di usare Chrome, avvisando gli utenti che si sta usando "un browser obsoleto".


50 GIGA!

Il sito è localizzato in molte lingue, tra cui anche l'italiano. Anche se alcune parti sono ancora ininglese, devo riconoscere che il lavoro di traduzione è fatto molto bene.

Lo spazio a disposizione degli utenti è 50 GB (contro i 2-5 GB offerti dagli altri siti di cloud storage), quindi fa gola sicuramente a molte persone. Io ho provato a caricare una delle mie presentazioni tenuta all'ultimo Linux Day.


Dopo più di mezz'ora da quando ho messo il file in caricamento, è ancora in stato "pending", che immagino significhi che il sito sia ancora parecchio intasato. Vedremo nei prossimi giorni se la situazione migliorerà.

Le provocazioni di Kim

Sembra che il passatempo preferito di Kim sia provocare un po' tutti, basta guardare i suoi tweet... Il personaggio è sicuramente "singolare", e ne sentiremo parlare parecchio nei prossimi mesi.


domenica 13 gennaio 2013

Visita a Villa Emo a Fanzolo di Vedelago

(Foto panoramica di Villa Emo, fatta con telefonino + Hugin Panorama)

Domenica scorsa, grazie al tempo sereno e temperatura mite, ho portato la famiglia a visitare Villa Emo, una delle opere progettate e costruite dall'Architetto per definizione Andrea Palladio.

La villa rappresenta la sintesi finale della "villa di campagna" del Palladio: la residenza signorile al centro, le due barchesse laterali, e le due "colombare" che si ergono come torrioni alle estremità delle barchesse. In un unico edificio tutto quello che serviva alla vita contadina: casa padronale, ricovero degli animali e degli attrezzi, possibilità di svolgere attività al coperto dei portici.

Tanta ruralità e vita contadina all'esterno, e tanta raffinatezza all'interno, con gli affreschi di Giovanni Battista Zelotti, amico e collaboratore del Veronese, di tema classico.

Commissionata dalla nobile famiglia Emo, è una delle ultime opere del Palladio, una delle sue opere più complete. Adesso la Villa ospita la sede della Fondazione omonima, di proprietà della banca, che l'ha rilevata dalla famiglia Emo.

La Villa è immersa nella campagna, poco distante dall'antica Via Postumia, in un paesaggio insolito per il nord-est, ormai ricoperto quasi in toto da case e capannoni. Eravamo gli unici presenti, oltre la gentile signora che presiedeva cassa e book store, il silenzio era quasi irreale.

Con questa visita, la famigliola Cavedon inizia il suo tour per le ville venete, con il preciso intento di insegnare alle bambine (e ripassare agli adulti) cos'è la bellezza classica, e cosa significa architettura a misura d'uomo.

All'inizio Greta era decisamente annoiata, ma leggendo le guide disponibili all'interno delle sale, ha capito il tema degli affreschi, come sono state pensate le stanze e le barchesse, e si è divertita. Lei è molto brava a disegnare e magari potrà arricchire la sua esperienza e il suo gusto, chissà! Giada invece si è divertita solo quando siamo usciti nel giardino, correndo nei prati e per i vialetti intorno. È ancora piccola per capire, ma immergerla nella bellezza le può fare solo bene.


Ah, Greta si è fatta ingannare dalle finte ombre dipinte dallo Zelotti, credendo fossero provocate dalla lampada presente nella stanza... questa è una lezione che si ricorderà!

Tornando a casa, ci siamo sciaguratamente imbattuti in un centro commerciale, aperto per il secondo giorno dei saldi invernali. Automobili parcheggiate ovunque, coda infernale sulla strada. Il Paradiso e l'Inferno non sono mai stati così vicini.

mercoledì 2 gennaio 2013

Buon 2013, GNU/Linux!

(Mia libera interpretazione basata sui dati a Dicembre 2012 di NetMarketShare
- avevo già visto un'immagine simile ma non la trovo più!)

Una delle domande che ricorre tra i fan del sistema operativo del Pinguino è:

"Il 20xx sarà l'anno di GNU/Linux?"

La domanda è tanto inutile (vi cambierebbe la vita?) quanto la risposta è scontata:

NO!

L'ultima volta che ne scrissi a proposito fu giusto 3 anni fa, in coda a un post in cui parlavo del "2010 che verrà per Ubuntu". Nessuna previsione in quel post, solo la constatazione che Linux cresceva, e la crescita continuava lenta, con qualche oscillazione, senza particolari sbalzi. Beh, di sbalzi se ne prevedono pochi anche quest'anno. Canonical ha annunciato giusto per oggi una grossa novità per Ubuntu, ma se anche fosse un tablet o smartphone motorizzato Ubuntu, è difficile credere che riesca a conquistare quote significative di mercato in breve tempo, anche se portasse con se la tanto sbandierata vision di Mark Shuttlerworth che vuole un unico sistema operativo dallo smartphone, al cloud, al mainframe.

La cosa che conta

Quando mi trovo a parlare di Software Libero, mi trovo a divagare sempre più su "modo di vivere", "approccio alle cose". Poi devo fermarmi quando vedo che la gente mi fissa come mucca-che-vede-passare-il-treno! La differenza però è proprio qui.

Così come un hacker è una persona curiosa di capire come funzionano le cose, una persona che utilizza, produce, diffonde e aiuta a diffondere il Software Libero è una persona che crede che condividere la propria conoscenza, il proprio studio, il proprio lavoro, sia più importante che ricavarne un immediato tornaconto personale. Una persona che crede nella Cultura Libera.

Lo so che è solo teoria, intesa nel senso peggiore del termine, quello in cui la teoria è millemila miglia distante dalla pratica. Ma il Software Libero alla fine si basa solo su questo, su 4 libertà assolutamente teoriche. Eppure un sacco di gente ci vive!

Estremizzando, Massimo Banzi, l'inventore di Arduino (l'hardware italiano open source che ha avuto un successo strepitoso in tutto il mondo) qualche anno fa disse in un'intervista:
"Penso che ci sia una sottile linea di confine fra l'open source e la stupidità".
La Società moderna, anzi odierna, premia i "furbi", quelli prendono scorciatoie nella vita, senza scrupoli anche se la Società stessa ne rimette. L'emergere di un modello diverso da questo, che potrebbe apparire stupido e masochista, può solo portare miglioramenti, sia ai singoli sia alla Società in genere.

"Sharing is caring"

All'ultimo Linux Day, chiesi ai ragazzi del Liceo Tron quali erano i vantaggi del cloud storage. La prima che avevo io in mente era: "Posso avere i dati sempre a portata di mano". La risposta invece fu: "Poter condividere i dati con gli amici".

Per la generazione che sta crescendo, condividere dati è un fatto naturale, come lo era per noi condividere un pallone da calcio per giocare tutti assieme. Per loro è sicuramente più facile entrare nell'ottica che condividere idee e dati sia cosa buona e utile. Per loro sarà - È già ora - più facile capire come possa funzionare e produrre qualcosa sviluppato da tutti e da tutti rimesso in circolo liberamente.

Prima ce ne rendiamo conto anche noi vecchietti, prima ne beneficeremo e ne beneficeremo tutti.

Buon 2013, GNU/Linux!
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...