sabato 28 maggio 2016

Bellissimi sfondi per Ubuntu Phone (e altri smartphone)

Sylvia Ritter è una illustratrice digitale tedesca, che da qualche tempo ha cominciato a produrre una serie di sfondi per smartphone davvero notevoli, basati sui caratteri dei mitologici animali Ubuntu.

Come sapete, ogni rilascio di Ubuntu ha un suo nickname, un suo soprannome, che segue l'alfabeto inglese, assegnatole da Mark Shuttleworth - fondatore e di Ubuntu - all'inizio del ciclo di sviluppo. Per esempio, l'attuale versione Ubuntu 16.04 è "Xenial Xerus", la prossima Ubuntu 16.10 sarà "Yakkety Yak" (ancora non si sa cosa succederà dopo la "Z"!).

Seguendo rigorosamente l'ordine alfabetico, Sylvia sta rilasciando uno dopo l'altro una serie di sfondi per smartphone davvero notevoli (in questo post ne vedete alcuni esempi). Mi piace lo stile di Sylvia, un misto di psichedelia anni '70, tecno e tribale, con risultati notevoli.

Krita

Sylvia lavora utilizza regolarmente Ubuntu e produce le sue opere con il programma open source Krita, e questa è un'altra nota che depone a suo favore. Devo dire che sono impressionato dalle possibilità offerte da Krita, che negli ultimi tempi ha fatto passi da gigante nello sviluppo. Se volete dare una mano allo sviluppo di Krita, potete partecipare fino all'8 giugno alla campagna di crowdfunding in corso.


La galleria completa dei lavori di Sylvia Ritter si trova sulla sua galleria su Deviantart, dove potete trovare anche altre sue opere.

Sylvia lavora con il marito anche nella loro software house Duangle, con cui stanno sviluppando il gioco NOWHERE, speriamo di vederne presto l'uscita!

Alcune delle opere di Sylvia (calendari e stampe) sono in vendita sul suo sito web, magari dateci un'occhiata perché potreste trovare qualcosa di interessante.


martedì 17 maggio 2016

Microsoft eìts Linux - seconda parte


Un amico mi segnala un comportamento poco cordiale di un moderatore del Forum Ufficiale Microsoft, nei confronti di chi gli chiede il perché di una limitazione nell'installazione dell'ultimo sistema operativo sfornato a Redmond.
Qualcuno dovrebbe avvisare questa persona di quanto amore per Linux, adesso.

giovedì 12 maggio 2016

Il vegano dell'Open Source


Commentando un mio post sulla scellerata scelta della Provincia di Bolzano di preferire un soluzione "closed" a LibreOffice, un mio accanito fan mi ha definito "vegano dell'open source". Temo che con quell'appellativo mi volesse in qualche modo dipingere come un estremista dalla mentalità chiusa, come forse qualcuno vede le persone vegane.

All'inizio la definizione mi ha lasciato interdetto, dato che sono onnivoro. Poi pensando al fatto che un qualunque vegano - in virtù delle sue sole scelte alimentari - ha più rispetto della popolazione media per l'ambiente e per le creature che lo popolano, beh, in verità ne posso solo essere contento.

Chiamatemi pure il "vegano dell'open source", grazie.

domenica 1 maggio 2016

Provincia di Bolzano, la vita ai tempi del colonialismo digitale


Ha suscitato un certo rumore dell'inversione di marcia della Provincia di Bolzano, che a due anni dall'annuncio del passaggio alla soluzione libera LibreOffice, ha deciso invece di adottare una soluzione proprietaria basata su cloud.

Il piano del 2013 della Provincia di Bolzano era di migrare 12.000 PC in tre anni su LibreOffice, con un risparmio di 600mila euro.

Giunge adesso la decisione inversa, dettata dalla "necessità di dotare i prori dipendenti di una soluzione cloud". Senza entrare nel dettaglio delle critiche a questa scellerata decisione - per esempio quelle che leggete su Techeconomy - mi soffermo su un'intervista a Stefan Gasslitter, Direttore Generale della SIAG, l'azienda informatica della Provincia. In particolare, rispondendo a una domanda sulla giustezza della risposta:
“Io posso capire che persone investano privatamente tanto tempo sull’open source e sono anche pervasi dall’idea di aver il controllo assoluto di tutto. Però la realtà la che ci troviamo ad affrontare quotidianamente è un’altra. Non ha senso investire in Linux e Libreoffice e poi non trovare a Bolzano le persone per sviluppare. Nei prossimi giorni assumeremo una persona per programmare in Linux, ma siamo dovuti andare a cercarla nel Trentino.”
Parole che detonano il colonialismo digitale subito dall'Italia. Parole che demoliscono le competenze di professionisti che da anni lavorano su Linux e sulle soluzioni Open Source, e delimitano l'orizzonte delle scelte al perimetro della Provincia Autonoma di Bolzano, tagliando fuori il resto d'Italia. E pazienza che poi ci siano giovani italiani che lavorano all'estero, magari per Google o Amazon!

L'orizzonte della Provincia però si allarga agli Stati Uniti quando si tratta di scegliere soluzioni proprietarie.

Open365 la soluzione?

Mentre la Provincia di Bolzano sceglie la soluzione proprietaria, già si affacciano soluzioni libere, come Open365 basato su LibreOffice. Open365 è ancora in fase sperimentale, ma promette bene, e ne sentiremo sicuramente parlare nel prossimo futuro. Magari la Provincia di Bolzano cambia idea. ;-)


(La foto di questo post è tratta dal sito della SIAG)
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