mercoledì 30 dicembre 2015

Piangiamo Ian Murdock, fondatore di Debian


L'anno 2015 - che ha visto una serie di tragici eventi - si avvia a terminare in modo drammatico. E' notizia di qualche ora fa la morte all'età di soli 42 anni di Ian Murdock, fondatore di Debian, la Madre di tutte le distribuzione, e di Ubuntu.

Non sono chiare le modalità del tragico evento, gli ultimi suoi tweet sono drammatici, ma ormai poco importa, e la famiglia ha chiesto il massimo riserbo.

Conoscevo poco Murdock, ma è sicuramente uno dei Padri dell'Informatica come oggi la conosciamo, e Linux sarebbe una cosa molto diversa senza la sua opera.

RIP Ian.

domenica 27 dicembre 2015

Social media manager, lo stai facendo nel modo sbagliato

Ieri, mentre oziavo sul divano dopo pranzo, mi è capitato di imbattermi in questo spiacevole incidente. Una persona che seguo, probabilmente esasperata da qualche disservizio di ATAC (azienda dei trasporti di Roma), sfogava la sua rabbia su Twitter tutta la sua "frustrazione". In tutta risposta veniva bloccato, con una puntualità inusitata se si pensa ai mezzi gestiti.

La prossima volta, consiglio al social media menager di @infoatac di chiedere una consulenza a Gianni Morandi.


sabato 19 dicembre 2015

Maruko, l'Ubuntu Phone che non troveremo sotto l'albero di Natale


A Guangzhou si sta tenendo in questi giorni il "China Mobile Worldwide Partner Conference", un evento organizzato da China Mobile, il più grande operatore cinese di telefonia mobile (800 milioni di clienti!).

Tra i partner di China Mobile c'è anche Canonical, con uno spazio dedicato a Ubuntu (vedi immagine qui sopra). Nello stand di Ubuntu fanno bella mostra di se alcuni Ubuntu Phone, come il Meizu MX4, ma anche un altro dispositivo fin qui sconosciuto, che vedete nelle prossime immagini.


Lo smartphone che vedete è il China Mobile N1 Max, nome in codice Maruko, con la versione cinese di Ubuntu Phone. Si tratta di un dispositivo fin qui inedito per Ubuntu, che vanta caratteristiche tecniche di tutto rispetto: processore ARM octa-core Snapdragon 615, schermo full HD da 5,5'', 4G, dual sim, slot microSD, fotocamera da 12,8 MP.

Però questo telefono non lo troverete sotto l'albero di Natale: è una piattaforma di sviluppo su cui stanno lavorando Canonical e China Mobile. Maruko è un dispositivo sperimentale, su cui poi saranno sviluppati dispositivi simili. Una cosa simile a quanto fatto in precedenza con Google Nexus 4 "Mako", che è ancora adesso la piattaforma di sviluppo per gli Ubuntu Phone. Singolare la somiglianza nei nomi in codice dei due smartphone. Un caso? Io non credo! ;-)

Grazie a qualche aggancio in Canonical sono venuto in possesso di un paio di altre foto inedite.
 

Le foto aggiungono poco alla notizia, ma confermano che il progetto è in lavorazione da parecchi mesi e potrebbe anche spiegare il motivo per cui Meizu MX4 Ubuntu Edition ha fatto una brevissima apparizione sul mercato Europeo, per poi sparire senza giustificazione.

Dovremo quindi tenere l'orecchio attento alle novità che provengono dalla Cina, senza dimenticare che tra Spagna (BQ) e Londra si sta lavorando per portare sul mercato il primo dispositivo convergente.

lunedì 7 dicembre 2015

Ora del Codice 2015


Questa - dal 7 al 13 dicembre 2015 - è la settimana de "Hour of Code" (Ora del Codice), l'iniziativa internazionale per avvicinare bambine e bambini al "pensiero computazionale" - che sta alla base programmazione. Nei prossimi anni questa capacità sarà sempre più importante nella vita e nel lavoro (secondo me sarà IN-DI-SPEN-SA-BI-LE), e le persone in grado di padroneggiarne questi concetti avranno sicuramente una carta in più da giocarsi per avere successo nella vita - qualunque cosa voglia dire "successo" nella vostra accezione.

Sul sito ufficiale dell'iniziativa e sulla versione italiana preparata dal MIUR ci sono una serie di giochi (esercizi?) che utilizzano personaggi divertenti e famosi per insegnare il pensiero computazionale, dalla scuola elementare alle scuole superiori.

In Italia, l'iniziativa è "monopolizzata" dal MIUR, che ha il merito di aver organizzato parecchie iniziative in tutte le scuole, ma è stato impossibile organizzare qualcosa come associazione AVi LUG - o almeno io non ho capito come fare. Se la scuola di Vs figlia/figlio/nipote ha organizzato niente, potete sempre partecipare online in autonomia tramite i siti web che vi ho segnalato.

L'iniziativa è sponsorizzata da grossi nomi dell'industria del software americana (Google, Microsoft, Facebook, e molti altri), ed è questa la parte peggiore, dimenticandosi completamente di nominare gli strumenti liberi.

Comunque: togliete i vostri figli/nipoti dalla TV, sequestrate gli smartphone e iscriveteli all'inziativa.  Fate fare loro almeno un'ora di queste attività, e alla fine del percorso riceveranno un bellissimo certificato di partecipazione da stampare e appendere in cameretta. :-)

L'anno scorso l'ha fatto mia figlia di 7 anni, il percorso più facile l'ha fatto senza problemi, pur avendo nessuna conoscenza pregressa - non avevamo ancora iniziato i Coderdojo.

Invito tutti ad approfittare di questi giorni di ferie e aderire a questa iniziativa!

mercoledì 11 novembre 2015

Ubuntu Phone arriva anche in Russia


A tre mesi dal lancio in India, è arrivato il momento della Russia: da martedì 17 novembre Ubuntu Phone sarà disponibile sul mercato russo. Le notizie sono ancora poche, ma è sicuro che il solo modello disponibile sarà il BQ Aquaris E5 HD, anche se non è ancora stato reso noto il prezzo.

Altro dato sicuro è la presenza di Scopes e app dedicate al mercato russo. Come già fatto per l'Europa e l'India, anche per la Russia saranno disponibili strumenti dedicati di Ubuntu Phone come  Yandex News e Lenta.ru per le news, VK Music per la musica e VK - una sorta di Facebook Russo - per i social network.

Nonostante i rapporti tra Occidente e Russia siano negli ultimi mesi... problematici, Canonical continua il suo piano di espansione per Ubuntu Phone, nel suo Progetto di Dominio del Mondo!

lunedì 9 novembre 2015

Far West, Italia


Il 17 ottobre 1992, Yoshihiro Hattori, ragazzo giapponese di 16 anni, da due mesi negli USA per un programma di scambi culturali, ricevette un invito per una festa di Halloween.

Uscì di casa con il suo smoking bianco, in una pessima imitazione del Toni Manero di Saturday Night Fever, insieme a Webb Haymaker, figlio della famiglia che lo ospitava. 

Arrivati al quartiere dove si teneva la festa, ingannati dalle decorazioni di Halloween, sbagliarono casa, e suonarono al campanello della casa dei signori Peairs. Non ricevendo risposta, tornarono verso la loro auto.

Nel frattempo da dietro la porta, la signora Peairs vide i due ragazzi, e chiamò il marito, che arrivò armato di pistola "44 Magnum". Rodney Peairs spalancò la porta di ingresso, gridando "Freeze!" (espressione slang che significa "State fermi!") all'indirizzo dei ragazzi. Yoshihiro aveva 16 anni, capiva ancora poco l'inglese e ancora meno lo slang. Il ragazzo rispose "Siamo qui per la festa" e si diresse verso l'uomo.

Senza pensarci troppo, Rodeny Peairs sparò al ragazzo, colpendolo in pieno petto, perforandogli i polmoni. L'amico Webb corse subito in suo soccorso, chiedendo aiuto, ma i coniugi Peairs si rinchiusero in casa fino all'arrivo della Polizia, 40 minuti dopo. Webb dovette quindi andare dai loro vicini a chiamare un'ambulanza, perdendo tempo prezioso.

Yoshihiro Hattori, studente giapponese di 16 anni, morì in ambulanza per la ferita. Rodney Peairs fu assolto dall'accusa di omicidio, ma perse la causa civile e dovette risarcire la famiglia.

Giusto caso in Italia, è in corso un interessante dibattito su come "giustizia fai da te", possa essere un rimedio alla violenza e ai furti. Beh, se guardiamo l'esempio americano - 30.000 morti all'anno per armi da fuoco - forse quella è proprio la strada da evitare. Oppure chi inneggia alla giustizia privata a colpi di pistola deve anche accettare il rischio di trovarsi dalla parte sbagliata al momento sbagliato.
Ed essere giustiziato.

La foto della SW Model 629 è tratta da Wikipedia.

lunedì 2 novembre 2015

Convergenza Ubuntu, parte 1: Configurazione iniziale

Questo post è la traduzione dall'inglese di "Ubuntu convergence, part 1: Setting it up", di Simon R., rilasciato con licenza CC-BY-SA. Questo post ha - ovviamente - la stessa licenza.

Adesso che "Ubucon Germany 2015" e "UbuContest 2015" sono terminati, ho finalmente trovato un po' di tempo per scrivere ancora su argomenti tecnici. E urrà: abbiamo la Convergenza! Adesso si può veramente collegare un telefono a un monitor esterno, aggiungere tastiera e mouse e avere un'esperienza desktop! In questo articolo mostrerò nel dettaglio come ho configurato il tutto.


La mia postazione a casa. A sinistra il Nexus 4 connesso a tastiera/mouse Bluetooth e a un monitor da 24'' esterno; a destra il mio Dell Latitude E7450 con i tradizionali tastiera e mouse USB. Da notare la luce LED sullo sfondo non-esattamente-colore-Ubuntu.

Hardware e software necessario

Per la prova, ho usato questo materiale:
  • Nexus 4 16 GB
  • adattatore da SlimPort a HDMI, con connettore Micro-USB alimentato
  • tastiera Bluetooth Logitech K3
  • mouse ottico Bluetooth Logitech M557
Il software più importante della "convergenza" è disponibile dall'immagine r273 del canale 'ubuntu-touch/rc-proposed/ubuntu'. Al momento in cui scrivo, il mio telefono gira con l'immagine r276 dello stesso canale [le immagini sul canale rc-proposed sono rilasciate con frequenza giornaliera n.d.t.].

NOTA: ho avuto poca fortuna con adattatori diversi da SlimPort a HDMI, specialmente provando a convertire il segnale HDMI in qualcos'altro usando un secondo adattatore (per esempio da Slimport a HDMI, e quindi da HDMI a DVI). Se si deve fare una dimostrazione di Convergenza in giro, assicurarsi che il monitor o proiettore abbia un ingresso HDMI e funzioni con il telefono.

Configurazione

Il primo passo è provare se l'adattatore da SlimPort a HDMI funziona. Collegare il monitor esterno con il telefono acceso è abbastanza inaffidabile, e molto spesso ci si ritrova con il monitor che visualizza solo metà dell'immagine, come si vede nella foto seguente.



Quindi: spegnere il telefono, connettere l'adattatore al monitor esterno e poi accendere il telefono.



Adesso sappiamo che tutto funziona e il telefono comanda il monitor correttamente. Il telefono attualmente passa in modalità desktop appena si connette un mouse, ma la porta USB del Nexus 4 è già occupata dall'adattatore SlimPort, e non si può connettere SlimPort e USB allo stesso tempo. Quindi c'è davvero bisogno di tastiera e mouse Bluetooth.

Configurare i dispositivi Bluetooth

Poiché il touchscreen del telefono non può essere usato con un monitor esterno connesso, si deve disconnettere nuovamente il telefono, accoppiarlo con i dispositivi Bluetooth, e quindi connettere di nuovo il monitor esterno. Il procedimento è semplice.



 

 

Infine: modalità Desktop

Si noterà come sul display del telefono si passi subito in modalità desktop, appena il mouse Bluetooth è connesso:


Questo è poco utile, quindi connettere il monitor esterno nuovamente per fruire della modalità desktop completa:


Questa, signore e signori, è la Convergenza. Mancano ancora molte cose, ma di questo ne parleremo nelle prossime parti di questa serie.

venerdì 30 ottobre 2015

Piccoli misteri infantili - la macchina per cucire a pedale


Sono sempre stato affascinato dal capire come funzionano le cose. Una delle macchine più incredibili della mia infanzia era la macchina per cucire a pedale Singer di Mamma. Mamma aveva imparato a usarla da giovane, quando aveva lavorato per qualche tempo in fabbrica per uno di Treviso che poi ha fatto un sacco di soldi con jeans e magliette.

La mia infanzia è stata quella in cui si stava attenti a risparmiare dove si poteva, anche poche lire. I lavori di piccola sartoria famigliare erano tra questi.
Mamma accorciava i pantaloni comprati qualche taglia in più perché "tanto poi i bambini crescono", per poi allungarli un anno dopo, quando eravamo cresciuti, recuperando la stoffa piegata sul bordo.
Mamma rifaceva i polsini alle camice, che si consumavano in fretta, "ma la camicia è ancora bella".
Mamma cambiava le cerniere ai jeans - un lavoraccio, che il jeans è una stoffa difficile - perché "i jeans sono praticamente nuovi".

Io guardavo Mamma che lavorava, vicino alla finestra per vederci meglio, e mi domandavo come facevano i pezzi di stoffa a cucirsi insieme. Una magia! Di nascosto, quando lei faceva altro, provavo a usare la macchina per cucire, mettendo insieme fogli strappati dal quaderno di scuola, spingendo con tutta la forza sul pedale duro della macchina. I risultati dei miei esperimenti erano pezzi di carta fatti a brandelli e filo incastrato sopra e sotto la macchina. Il Mistero della Macchina per Cucire restava immutato.
Mamma paziente (anche troppo) rimetteva a posto tutto.

Adesso che il Mistero è svelato, la macchina per cucire è ancora lì, a casa, al suo solito posto vicino alla finestra, ma non la usa più nessuno.

domenica 11 ottobre 2015

Ubuntu Phone Scopes Wonderland, i vincitori


Qualche mese fa, Canonical ha lanciato il contest "Scope Wonderland" destinato ai videomaker destinato ad illustrare le meraviglie degli Scope, il nuovo modo di usufruire di contenuti, introdotto da Ubuntu Phone.

In palio c'erano un bel po' di soldini, 10.000 € da divedersi tra i primi tre classificati, e infatti sono arrivate ben 28 proposte. I vincitori sono stati resi noti la settimana scorsa, e devo dire che sono decisamente tre ottimi video.

Il primo classificato "Your Content Wonderland" è di Irene Caron, artista francese, ed è praticamente perfetto: illustra gli Scope in modo simpatico e divertente, senza trascurare di citarne le potenzialità.



Il secondo classificato "Enjoy your world" è di Gianni Caratelli (immagino sia italiano, ma in rete non ho trovato informazioni), e illustra la possibilità di accedere a musica, notizie e locali in maniera facile, veloce e divertente.



Infine, il terzo e mio favorito "I Feel" è di Luca Rigon, italiano, anzi vicentino! :-) Non fa vedere come funzionano gli scope, e neanche le possibilità di Ubuntu Phone, ma è tutto basato sulle emozioni.


A voi, quale vi piace di più?

venerdì 9 ottobre 2015

La lezione di Ubuntu Edge


Nel 2013 Canonical lanciò il progetto Ubuntu Edge, il più ambizioso crowdfunding di tutta la storia. Obiettivo: raccogliere 32 milioni di dollari per finanziare la realizzazione di un "super telefonino", capace di svolgere funzioni di smartphone e desktop (quando connesso a tastiera e desktop). Ubuntu Edge era il primo dispositivo progettato per tale scopo, e avrebbe scombinato le carte del mercato desktop.

Purtroppo, il progetto fallì: nonostante l'hype che ne fece il progetto di crowdfunding più finanziato di tutti i tempi, si raccolsero poco più del 40% dei soldi necessari a realizzarlo.


Due anni dopo, Amrisha Prashar riepiloga su un post su Indiegogo (la piattaforma di crowdfunding usata per Ubuntu Edge) le lezioni imparate da quell'esperienza. Amrisha scrive:
"We opted to crowdfund the idea as it’s an excellent way to understand the demand, foster innovation and speed up the time-to-market for new products in a more transparent way. The discussions, networking and comments we received were invaluable, making us realise the more open the industry becomes, the better products consumers will get in their hands."
"Scegliemmo di finanziare l'idea [di Ubuntu Edge] con il crowdfunding perché è un ottimo modo per capire la domanda, promuovere l'innovazione e accelerare la realizzazione di nuovi prodotti in modo trasparente. Il dibattito, i contatti e i commenti che abbiamo ricevuto sono stati preziosi, facendoci capire che più l'industria è aperta, migliori sono i prodotti che arriveranno nelle mani dei consumatori."
L'esperienza di Ubuntu Edge è servita come base per la realizzazione di Ubuntu Phone, un prodotto abbastanza diverso (gira solo su smartphone). Nonostante sia commercializzato solo in alcuni Paesi (mancano ancora USA, Cina e Russia, per esempio), ha già più utilizzatori di quelli che avevano finanziato Edge. In più Ubuntu Phone è un passo nella realizzazione del "dispositivo convergente", che a inizio 2016 concretizzerà il progetto iniziale di Ubuntu Edge.
Ubuntu Phone porta con se anche un sistema operativo completamente diverso rispetto alla staticità della concorrenza, in cui i contenuti sono al centro dell'esperienza utente, con uno sviluppo aperto alle contribuzioni della Comunità, e che ha già dato la spinta per la nascita di progetti innovativi correlati.

Un progetto fallito può quindi insegnare molte lezioni, a patto di avere l'umiltà e la pazienza di interpretarne i segnali. Un lavoro che solo i migliori sanno fare.

martedì 6 ottobre 2015

Il "Project Apollo Archive" è su Flickr


Ho scoperto solo oggi che tutte le foto del progetto Apollo che ha portato l'Uomo sulla Luna sono state rilasciate dalla NASA su Flickr, sotto "pubblico dominio", permettendone il più ampio uso da parte di chiunque.
Scorrere la sequenza delle foto delle varie missioni è fare un salto sul nostro satellite, di fianco agli astronauti, alternando gli angusti spazi della capsula a polverose distese deserte. La bellezza di alcune di queste lascia senza fiato.

(foto: "Apollo 11 Hasselblad image from film magazine 40/S - EVA")

mercoledì 30 settembre 2015

Il Sistema Operativo Universale.


All'ultimo DUCC-IT di Milano, a pranzo mi sono ritrovato a parlare con alcuni dei presenti su come promuovere al meglio la nostra distribuzione GNU/Linux preferita al grande pubblico.

Avevo appena terminato il mio talk su "Social Media Engagement & Communities", in cui spiegavo (a modo mio) il social media engagement, cioè come attrarre nuovi clienti (nel nostro caso, nuovi utilizzatori di Linux) tramite l'uso dei social media, come Facebook e Twitter.

L'utilizzo di tali media è inviso a una parte della comunità "open source", in quanto basati per larga parte su software proprietario, e soprattutto sono "poco attenti" alla privacy dei propri clienti. Ma l'argomento di oggi è un altro.

Parlando dopo il mio talk, discutevo su come fosse possibile che una distrubuzione meravigliosa come Debian, sostenuta da una stupenda comunità, sia così poco utilizzata dal pubblico generico. Eppure Debian è "The Universal OS", il sistema operativo universale. "Universale" perché in grado di girare su tantissime architetture. Un sistema che va su tutti i tipi di computer dovrebbe anche essere il più popolare.

Poi ci ho pensato meglio, e sono giunto alla banale conclusione che il sistema operativo universale è quello in grado di girare su tantissime persone.



(foto di C.C. Chapman su Flickr - Creative Commons NC-ND)

venerdì 4 settembre 2015

Lascia Cristian Parrino, il Team Leader di Ubuntu Phone


Cristian Parrino, Team Leader di Ubuntu Phone, lascia Canonical. Il suo posto sarà preso dal CEO Jane Silber e altre persone di Canonical.

Parrino era il leader del team che porta avanti lo sviluppo e la commercializzazione di Ubuntu Phone, il primo smartphone al mondo interamente basato su Linux e Software Libero. Cristian è anche papà di un numero imprecisato di Ubuntu Phone Insider, giovani (e meno giovani!) ubunteri entusiasti, sparsi in giro per il mondo, gli ultimi "nati" in India pochi giorni fa.

Facendo parte degli Insider ho avuto modo di parlare più volte con Cristian, restando contagiato dal suo entusiasmo e dalla sua lucida visione sul futuro di Ubuntu.

Parrino lascia per fondare una nuova azienda che ha l'ambizioso compito di "salvare il Pianeta". Per ora non si sanno altri particolari di questa nuova avventura, ma Cristian l'ha definita una "FitBit per il pianeta". Cosa si celi dietro queste parole, lo sapremo nei prossimi mesi.

Le ripercussioni

Presto per dire se ci saranno ripercussioni sul progetto Ubuntu Phone, di cui continua lo sviluppo intenso imperterrito secondo i piani di rilascio.Anche se Cristian lascia - pur garantendo di tenersi un Ubuntu Phone in tasca - il progetto va avanti. A giorni i primi smartphone saranno disponibili in India (il primo batch è in produzione), ed è sulla dirittura d'arrivo anche l'agognata commercializzazione in Russia e Cina.

 Più in là nel tempo ci sono la commercializzazione negli USA e l'arrivo del dispositivo convergente, che Mark Shuttleworth vuole entro fine anno.

Auguro a Cristian un grosso "in bocca al lupo!" per la sua nuova avventura, e mi dichiaro subito disponibile quando avrà bisogno di un insider per salvare la Terra!


giovedì 27 agosto 2015

La migrazione del Comune di Pesaro a Office e la gabbia dorata


Nel mio precedente post, parlavo del report segreto alla base della migrazione del Comune di Pesaro da OpenOffice a Office. Il report, chiesto a gran voce da più parti, è rimasto nel cassetto per più di due mesi.

Il sottoscritto poi è stato particolarmente sfortunato visto che, come per magia, il report è apparso sul sito web di Osservatorio Netics, il giorno dopo la pubblicazione del mio post. Onore al merito a chi ha avuto il coraggio di pubblicarlo.

Tralascio l'analisi dettagliata del documento, anche perché impossibile fare meglio di quanto già scritto dalla brava +sonia montegiove dalle colonne di Techeconomy, e faccio un paio di considerazioni.
La prima considerazione è che questa storia dimostra come la formazione sia il fattore principale di successo nella migrazione da una piattaforma software a un'altra. Sicuramente il personale del Comune di Pesaro è stato formato poco o male a OpenOffice, tanto da giustificare "un notevole aumento, almeno nella fase iniziale, delle richieste di help-desk." Cambiare gli strumenti senza cambiare le persone denota una certa superficialità.
A questo si aggiunga una naturale resistenza al cambiamento e ci si garantisce il fallimento.

La seconda considerazione riguarda i costi di "conversione dei file".

Nella migrazione prima migrazione a OpenOffice erano stati di 210.000 €, costituendo quasi il 70% dei costi. Nella seconda migrazione i costi sono 140.000 €, il 60% dei costi. Nel caso il Comune fosse passato a LibreOffice, sicuramente avrebbe evitato i costi della seconda migrazione.

Mi fa particolarmente impressione pensare che questi, entrambi, sono costi di vendor lock-in, costi legati al volersi affidare a un fornitore che farà di tutto per appropriarsi - e tenersi ben stretta - l'esclusiva dei dati del cliente.

Il Comune di Pesaro ha scelto una soluzione che promette di essere all'avanguardia nella P.A., a me sembra invece voglia chiudersi in una gabbia dorata. Lasciando le chiavi in mano a Microsoft.

(foto di RecycledStarDust su Flickr)

domenica 23 agosto 2015

Il Comune di Pesaro torna a Office sulla base di un report. Segreto.


AGGIORNAMENTO: Paolo Colli Franzone di Netics mi avvisa che il report è ora disponibile. Seguiranno ulteriori considerazioni... :-)

E' notizia di queste settimane il ritorno del Comune di Pesaro a Microsoft Office, dopo che l'amministrazione precedente aveva adottato OpenOffice, suite per l'ufficio libera e gratuita. La prima cosa sorprendente nel passaggio è senza dubbio il millantato risparmio nell'utilizzo della piattaforma proprietaria.

Questa scelta è controcorrente rispetto a molte altre amministrazioni che hanno scelto soluzioni open source, come Monaco di Baviera. Le domande poste da più parti: "perché non passare a LibreOffice?" o "è stata fatta la valutazione comparativa richiesta da AgiD?" (vedi qui e anche qui), sono - finora - cadute nel vuoto.

Facciamo che il silenzio conti come risposta.

La cosa che più mi lascia perplesso è che il rapporto (white paper) con cui si giustifica il passaggio è segreto. Più segreto della ricetta della Coca Cola. Almeno ai comuni mortali (sembra che qualche giornalista l'abbia letto).

Andando più a fondo si capisce perché di tanto riserbo: il rapporto è stato redatto da Netics Observatory e Microsoft stessa. Il fatto che un'azienda (Microsoft) partecipi alla redazione di un rapporto che esalta i vantaggi di un proprio prodotto (Office) fa dubitare pesantemente sull'obiettività dello stesso.

Il pomposo titolo del white paper "Cooperare e Collaborare nella PA: il Cloud abilitatore del cambiamento e del risparmio. L’esperienza del Comune di Pesaro" è largamente compensato dalla sua totale inconsistenza. Pur facendone riferimento non è stato pubblicato (ad oggi), e si conoscono solo alcuni stralci, (estratti ad arte?), in cui si glorifica la soluzione proprietaria.

Sono sicuro che tutti gli amministratori coinvolti abbiano agito al meglio delle loro possibilità e conoscenze, ma perché non imporre la pubblicazione del white paper?

Molto sobriamente, Paolo Vecchi su Tech Economy ha fatto i conti in tasca sul risparmio del Comune di Pesaro, traendone tutt'altre conclusioni (vedi qui sotto, per esempio).

(Confronto economico Office365 – LibreOffice - fonte)

Ho il timore che alla base di tanta segretezza ci siano degli NDA - mi domando quanto siano compatibili con quanto previsto dalla Pubblica Amministrazione trasparente.

Alle domande di cui sopra poi, me ne vengono delle altre, tipo: in Italia, nel recente passato c'è stata la virtuosa esperienza di LibreUmbria, progetto della Regione Umbra per l'adozione di LibreOffice nella Pubblica Amministrazione della regione. Mi domando perché ignorare esempi positivi? Perché soccombere ancora al colonialismo informatico?

Sono fiducioso che tutte queste domande troveranno una qualche risposta.
Prima o poi.

venerdì 14 agosto 2015

Un Ubuntu Phone per Aishwarya


C'è stato un periodo nella mia vita nel quale Bollywood ha destato un discreto interesse da parte del sottoscritto. Quel periodo aveva come comune denominatore la signora che vedete in foto, l'attrice  ex-Miss Mondo Aishwarya Rai (Namasté!). Periodo interessante, che mi ha fatto capire perché nei film indiani non si baciano mai (MAI!).

A proposito di India: come avevo annunciato nel post in cui svelavo i piani di Canonical per la conquista del mondo, entro un paio di settimane Ubuntu Phone sarà ufficialmente in vendita anche in India, il mercato con la più veloce crescita nella vendita di smartphone.

Un mercato a parte


Le novità di questo sbarco sono parecchie, a cominciare dai modelli in vendita, che saranno i già noti BQ Aquaris E4.5 e E5 HD, però in una nuova variante nera. 

Su questi dispositivi, Ubuntu Phone avrà dei contenuti personalizzati, in particolare uno store specializzato, con il nuovo Scope Bollywood e le news dei quotidiani Times Of India e NDTV. Altri contenuti dedicati saranno disponibili nei prossimi, mesi e miglioreranno ulteriormente lo scope Nearby.

Altra novità è la partnership con Snapdeal, il più grosso rivenditore online indiano, su cui saranno in vendita i telefonini BQ - a differenze dell'Europa, dove BQ si occupa direttamente anche della vendita e distribuzione. Partirà a breve una campagna di marketing curata localmente da Snapdeal, e internazionalmente da BQ e Canonical

In più, qualche settimana dopo il lancio, sarà aperto su Snapdeal uno speciale Ubuntu Store, in cui saranno in vendita anche altri prodotti Ubuntu.

BQ in tutto il mondo, ma...


Con l'apertura al mercato indiano, BQ rende disponibili i propri smartphone in tutto il mondo, Americhe comprese. Gli appassionati ubunteri d'oltreoceano dovranno però tenere conto che i telefonini BQ funzioneranno solo con rete 2G: negli USA infatti le frequenze 3G sono diverse da quelle europee, e quindi sarà praticamente impossibile vedere un video su Youtube da rete mobile - nessun problema invece per il wi-fi.

Per gli USA, meglio attendere l'arrivo di modelli di altri produttori, che - stando alle voci - dovrebbero essere svelati a breve.

Intanto, lo sviluppo di Ubuntu Phone prosegue a ritmo serrato: nuovi strumenti per gli sviluppatori, nuove funzioni, integrazione con i social network, miglioramenti nelle prestazioni e molto altro, di cui vi parlerò quando se ne vedranno i risultati pratici. Intanto, via veloci verso l'obiettivo della convergenza.

Aishwarya, mi trovi su Telegram, ci sentiamo lì! :-)

mercoledì 12 agosto 2015

L'ingrato compito del corretto di bozze 2.0


Mi capita di trovare errori e refusi negli articoli che leggo, e mi sembra cosa buona e giusta segnalarli, come nel caso qui sopra. Purtroppo l'autore dell'articolo la pensa in modo diverso - fortuna che poi l'articolo è stato aggiustato.

domenica 9 agosto 2015

Recensione di "Dove nascono le grandi idee" di Steven Johnson

Ho smesso di pubblicare sul bog le recensioni dei libri che leggo, perché ho un profilo su anobii (e anche su Goodreads!). Ma questa è un'eccezione che vale la pena fare, perché il libro è ricco di spunti interessanti e vicino alla cultura libera.


Una certa cultura delle invenzioni ci spinge a immaginare genii assoluti rinchiusi nella penombra della loro stanzina a studiare per anni, fino alla scoperta - o invenzione rivoluzionaria. Un altro immaginario ci mostra gli inventori baciati dalla fortuna per una serie incredibili di circostanze, che trovano la soluzione che cambia la nostra vita, e anche la loro, specie dal punto di vista economico.
Niente è più lontano della realtà dell'innovazione e delle scoperte, specie quelle contemporanee. L'autore ripercorre l'epopea dei genii e inventori del passato (Darwin, Gutemberg), spiegando come l'innovazione passa per una serie di meccanismi hanno da sempre accompagnato l'Umanità e che ai giorni sono sempre più necessari per il Progresso comune. Per esempio, l'adiacente possibile: da una stanza si può passare solo alla successiva. Oppure la sorprendente “exattazione”: l'utilizzo di esperienze e invenzioni note da tempo per creare una nuova invenzione in un campo completamente diverso.
Senza voler rivelare il finale, anticipo solo che la filosofia open source e in genere la cultura libera sono molto vicine alle conclusioni dell'autore.

Libro leggevole e scorrevole, che si legge come un romanzo, ma ricchissimo di spunti interessanti, da leggere.

lunedì 27 luglio 2015

Welcome KDE. Seriously.


Con una mossa a sorpresa sono apparsi sito web e video dimostrativo di Plasma Mobile, il nuovo sistema per smartphone basato su KDE.

Il video mostra un prototipo di Plasma Mobile girare su un Nexus 5, in maniera fluida e con già alcune app e widget perfettamente funzionanti. Alcune delle app sono di Ubuntu Phone, a dimostrazione dell'ottimo lavoro fatto dal team di sviluppo guidato da Canonical.
Anzi: pur essendo finora circolato il solo il video del prototipo, alcuni già vedono migliore il lavoro KDE rispetto a Ubuntu Phone.

Dopo la disavventura di KDE Active e del tablet Vivaldi, scomparsi dalla scena prima ancora di entrarvi, la notizia può fare solo piacere: un altro sistema completamente libero e aperto, basato su Linux nel mercato degli smartphone. In più, completamente indipendente dal controllo diretto di un'azienda, con la comunità che può quindi decidere in totale autonomia il suo miglior sviluppo.

Da sostenitore convinto del Software Libero, ex utilizzatore di Kubuntu, ma soprattutto da uno che ha la fortuna di partecipare - in maniera marginale - al progetto Ubuntu Phone, auguro un futuro luminoso a Plasma Mobile. 

Spero di vedere presto il loro piano di sviluppo e sapere delle trattative in corso con i produttori hardware per la sua commercializzazione: il mercato dei sistemi per smartphone è altamente competitivo. É entusiasmante avere anche un altro attore dalla stessa parte, no?

domenica 26 luglio 2015

Ubuntu Phone: le novità del nuovo rilascio OTA5 provate per voi


Lunedì 20 Luglio è atterrato su tutti gli Ubuntu Phone - anche il mio :-) - il nuovo aggiornamento, denominato OTA5. Gli aggiornamenti di Ubuntu Phone seguono dei cicli di sviluppo molto corti (quattro settimane, che diventeranno sei dalla prossima OTA6), e contengono sia aggiornamenti che correzioni di errore.

Ho aspettato qualche giorno prima di parlarne, perché volevo vedere come sono e come funzionano gli aggiornamenti sul mio Aquaris E4.5.

Nuove icone (e nuovo stile)


La prima cosa che salta all'occhio è la revisione degli indicatori, che adesso sono più essenziali e più rifiniti.

prima

dopo


La revisione riguarda tutte le icone monocromatiche, con lo scopo di renderle più leggere e più coerenti in tutta l'interfaccia grafica di Ubuntu Phone.


Mi capita raramente di apprezzare simili finezze, ma devo ammettere che le icone sembrano fatte in punta di matita, e il risultato è piacevolmente minimal.

Rotazione totale



La novità più attesa è invece la full shell rotation, la possibilità cioè di visualizzare in landscape (orizzontale) tutta l'interfaccia grafica. Fino alla versione precedente, quando lo smartphone era in posizione orizzontale ruotava la sola app, provocando inconsistenze nelle gesture. Da questo aggiornamento OTA5 ruota tutto: anche il launcher (a destra) e gli indicatori (in alto).



Le gesture - fondamentali nell'uso di Ubuntu Phone - mantengono lo stesso comportamento anche in orizzontale.  Per esempio: per vedere le app aperte, si fa uno "swipe lungo" da destra, che adesso appare così.


Come i più attenti avranno notato, le app ruotano, ma non gli scope (come "Nearby" qui sopra), che rimangono "verticali". Per questo, è stato aperto un bug, che (spero) sistemerà il comportamento anche di questi.

Ho notato che non tutte le app ruotano: per esempio Dekko, il client di posta elettronica, rimane sempre verticale. Credo si tratti però di uno sviluppo ancora da fare, piuttosto che una precisa volontà di sviluppo.

Con uno schermo da 4,5'' come quello di Aquaris E4.5 la rotazione è poco utile: lo schermo è troppo piccolo per essere usato in maniera continuativa in posizione orizzontale. Personalmente, uso il telefono in orizzontale solo quando guardo video o foto.

Anzi, in qualche caso in posizione orizzontale l'esperienza è abbastanza "strana", come in Musica, nella quale i controlli di riproduzione coprono più della metà dello schermo.


Questa novità è quindi da intendersi per l'utilizzo di Ubuntu Phone su schermi più grandi, da 7 o 10 pollici. Che stia per arrivare sul mercato anche un tablet "powered by" Ubuntu Phone?

Gestione dei tag su "Aggregated scope"



Gli "aggregated scope" raccolgono risultati forniti da altri scope. Per esempio "News" (Notizie) raccoglie i risultati dai quotidiani online, e ne fa vedere i titoli principali.

Da OTA5, "News" raccoglie i risultati da tutti gli scope installati che forniscono dati (tag) di tipo "news". Quindi, si possono installare altri scope di giornali online, i cui risultati saranno poi incorporati "News".

Purtroppo, i risultati degli scope "Il Fatto Quotidiano" e "la Repubblica.it" non sono visibili sullo scope "News". La cosa strana è che, provando installare lo scope "Times Of India", questo funziona, e vedo i risultati su News - sempre che mi possa importare qualcosa delle notizie indiane.

Ho quindi aperto un bug per segnalare la mancanza dei quotidiani online italiani, speriamo sia risolto al più presto.

Miglioramenti a Ubuntu Store


In Ubuntu Store è possibile adesso annullare l'acquisto di una app, fino a 15 minuti dopo averlo effettuato.

Cosa più interessante: è possibile adesso modificare il feedback (giudizio) di una app. Se quindi avete qualche rimorso di coscienza per un pessimo giudizio affibiato a una app, adesso avete la possibilità di ripensarci.

Bug fix e altri piccoli miglioramenti


La cosa forse più importante ma che si nota meno è l'incredibile quantità di correzioni d'errore rilasciate, ben 61. Per OTA6 ne saranno corrette parecchie, segno che lo sviluppo prosegue senza soste.

Infine, alcuni piccoli miglioramenti sparsi, inutile a star qui ad elencarli.

Sintesi finale

Questo è il quarto aggiornamento che ricevo per il mio Aquaris E4.5 da febbraio 2015, e mi domando "Quanti aggiornamenti hanno ricevuto gli altri sistemi smartphone?" 

Anche se molti dei miglioramenti fin qui sono correzioni di errore, Ubuntu Phone è un sistema che cresce. È come vedere un puzzle che si completa poco alla volta, con le tesserine che vanno al loro posto.

Se è vero che gli altri sistemi sono più avanti, è anche vero che Ubuntu Phone sta viaggiando a una velocità molto  maggiore. A questa velocità di sviluppo il gap sarà colmato molto presto.

Io sarò lì a raccontarvelo.

giovedì 16 luglio 2015

Ubuntu Phone alla conquista del Mondo: le prossime tappe


Uno dei motti (provocazioni) che più mi piace dell'open source è "World domination through collaboration" ("Dominare il mondo [del software] grazie alla collaborazione").

La strada che conduce al dominio del mondo è lunga e (purtroppo) lastricata di buone intenzioni. Capita però che anche le buone intenzioni trovino realizzazione, come nel caso di Ubuntu Phone, il primo telefonino ad avere un sistema GNU/Linux al suo interno.

☑ Europa, fatto


I tre primi smartphone equipaggiati con Ubuntu Phone sono in vendita già in Europa da qualche tempo. Dopo il lancio iniziale di BQ Aquaris E4.5, sono arrivati in rapida sequenza BQ Aquaris E5 e Meizu MX4, che hanno completato l'offerta, che adesso varia dal dispositivo di fascia medio-bassa (E4.5) a quello di fascia medio-alta (MX4).

Per il dispositivo di fascia "mooolto" alta, si dovrà attendere la fine del 2015, ma questa è una storia che vi spiegherò un'altra volta :-)

☑ Cina, è quasi fatta


In Cina, Ubuntu Phone è già stato in vendita, con Meizu MX4 Ubuntu Edition. Parlo al passato perché l'offerta era limitata in pochi esemplari (1.000? 2.000? non sappiamo) destinati agli sviluppatori.

Al momento si stanno completando le pratiche burocratiche necessarie per rendere Meizu MX4 disponibile al pubblico generico, ma l'avvento di un dispositivo completamente diverso da Android e Apple ha complicato la situazione.

Non è quindi ancora disponibile una data certa per l'inizio delle vendite, ma la situazione potrebbe sbloccarsi in breve tempo.

 India, manca poco


L'India sarà sicuramente il prossimo mercato in cui Ubuntu Phone sarà disponibile. Fonti interne di Canonical parlano che il lancio avverrà prima della fine di Luglio 2015, anche se non è ancora noto quali saranno i dispositivi in vendita, ma è molto probabile che si inizierà da Meizu MX4.

Come per la Cina, anche per l'India saranno disponibili alcune app e scope personalizzati, dedicati al mercato indiano, per primi sicuramente i quotidiani locali.

 Russia, più che una certezza


Ricordo che qualche mese fa lessi un post su Medium, scritto dall'importatore di BQ in Russia. Il post è molto divertente, e contiene anche un'accurata recensione di Aquaris E4.5 Ubuntu Edition.

Sembra che da allora le cose siano proseguite nella giusta direzione, ed entro fine Agosto 2015 vedremo i primi Ubuntu Phone in giro per la Piazza Rossa a Mosca e lungo la Prospettiva Nevsky a San Pietroburgo.

☒ Stati Uniti, data da destinarsi


Lo sbarco di Ubuntu Phone negli Stati Uniti è un po' complicato: Canonical sta trattando da mesi con due produttori locali (OEM), che già sono sul mercato americano. Questa notizia esclude che i primi dispositivi saranno BQ o Meizu, che attualmente non esportano oltreoceano, e nemmeno hanno modelli compatibili con il mercato americano.

Più di qualcuno immaginava che tra i due produttori vi fosse Dell o System76, che da qualche hanno già collaborano con Canonical nella realizzazione di prodotti con Ubuntu preinstallato, ma non è così.

Nelle premesse, le trattative trovare uno sbocco entro Giugno, ma si sono complicate al punto che difficilmente vedremo un Ubuntu Phone USA prima della fine del 2015.


(Photo: "The Great Linux World Map", courtesy of Dodoimedo)

sabato 4 luglio 2015

Ubuntu Phone: recensione di BQ Aquaris E5 HD Ubuntu Edition


Introduzione


A pochi mesi dal lancio sul mercato di BQ Aquaris E4.5, il primo Ubuntu Phone al mondo, arriva l’inatteso BQ Aquaris E5 HD Ubuntu Edition, il secondo ubuntufonino di BQ. Aquaris E5 non era previsto nei piani iniziali di Ubuntu Phone, ma è stato fortemente voluto da BQ, a dimostrazione di quanto la giovane e dinamica azienda spagnola creda nel progetto Ubuntu Phone. Da ricordare che BQ sta anche collaborando con Canonical nella progettazione e realizzazione del primo smartphone “convergente”, il dispositivo che riunirà la mobilità di un telefonino con la comodità di un PC desktop, e che vedrà la luce entro la fine di quest’anno.


La confezione


Aquaris E5 HD Ubuntu Edition arriva in una confezione di cartone riciclato, con la parte superiore di colore blu scuro. Le scritte sulla scatola sono in arancione ubuntu, a sottolinearne la diversità dal modello venduto con Android, e donano una certa elaganza.
All’interno troviamo il telefono, completo di alimentatore e cavo usb, tenuti in vani separati. Completano la dotazione la garanzia internazionale, un pieghevole di presentazione del sistema Ubuntu Phone e un po’ di pubblicità sugli accessori originali BQ. Mancano purtroppo le cuffiette.

Nel complesso, una confezione solida ed essenziale, ma allo stesso tempo elegante e carina.


Design ed ergonomia


Aquaris E5 è costruito in un’unica scocca, dalla forma regolare, che non permette di accedere alla batteria, quindi per sostituirla ci si deve rivolgere a un centro di assistenza. Questa scelta permette un design abbastanza sottile e allo stesso tempo solido. Sul bordo, sulla parte destra in alto si trovano pulsante di accensione e la regolazione del volume, in alto il vano per l’espansione della memoria con scheda microSD (massimo 32 GB), sul lato sinistro i vani per le due sim, e infine sul bordo inferiore altoparlante e microfono.
Il bordo inferiore del display è forse un po’ troppo spesso, ma questo è dovuto alla “derivazione androidiana” del telefono, che riservava quello spazio ai pulsanti, mentre Ubuntu Phone non ne prevede.
Sul retro del telefono, sulla parte superiore ci sono fotocamera da 13 MP con doppio led-flash. Sempre in alto, si nota il curioso puntino, che avevo scambiato per sporco ma che in realtà è un filtro anti rumore. Sulla parte bassa la scritta “Aquaris E5 Ubuntu Edition”

In mano, il telefono si impugna perfettamente, grazie alla plastica piacevolmente porosa. Le dimensioni permettono di usare il telefono anche con una sola mano, ma questo dipende anche dalle... dimensioni della mano! ;-)

Nel complesso il telefono è solido e funzionale, ben assemblato, dal design semplice senza essere banale.

Caratteristiche tecniche


Aquaris E5 presenta caratteristiche simili ad altri dispositivi sul mercato:
  • display da 5'' IPS (1280 x 720 pixel, 294 ppi)
  • SoC MediaTek MT6582 con CPU ARM Cortex A7 quad-core a 1,3 Ghz
  • GPU Mali 450 MP2
  • fotocamera da 13 MP e 5 MP
  • 1 GB RAM
  • dual sim
  • memoria da 16 GB eMMC espandibile via microSD (massimo 32 GB)
  • batteria da 2500 mAh
  • peso 134 gr.

Il processore permette delle buone prestazioni al sistema, anche se qualche volta si sente la mancanza di un po’ più di memoria. Di positivo la presenza della doppia sim, e la possibilità di espandere la memoria con schede microSD. Manca purtroppo il supporto alla rete mobile di nuova generazione LTE (4G).

Tutto sommato comunque si tratta di un buon compromesso prezzo-prestazioni.

Lo schermo


L’Aquaris E5 HD monta un LCD IPS HD (1280 x 720 pixel) da 5 pollici, molto luminoso. Il bianco è buono e neutro, il nero abbastanza buono, i colori sono molto equilibrati. La leggibilità è buona anche sotto il sole.

Le dimensioni sono giuste per digitare sulla tastiera sullo schermo senza sbagliare lettera, specie per chi ha le dita grosse (come il sottoscritto).

Ubuntu Phone



Il tratto distintivo di questo telefono è sicuramente il sistema Ubuntu Phone. Ubuntu Phone è il nuovo sistema per smartphone realizzato da Canonical - con un grosso contributo della Comunità internazionale - che vuole portare una nuova esperienza utente.
Su Ubuntu Phone i pulsanti sono del tutto assenti, il controllo del sistema avviene solo tramite “gestures” sui quattro lati dello schermo:

  • lo swipe dall’alto permette di accedere alle impostazioni e alle notifiche
  • lo swipe dal bordo sinistro rivela il “launcher” una pratica barra dove sono presenti le principali app
  • lo swipe breve dal bordo destro permette di passare alternativamente tra le ultime 2 app aperte; lo swipe lungo rivela tutte le app aperte 
  • lo swipe dal bordo inferiore invece varia a seconda del pannello, ma in genere permette di accedere alle opzioni dell’app o scope visualizzato.

Tutti questi movimenti possono spaventare i novizi, ma un pratico tutorial presentato alla prima accensione dell’Aquaris E5 permette di imparare come muoversi tra all’interno del sistema.


Altro tratto distintivo di Ubuntu Phone sono i pannelli, detti “Scopes”, che raggruppano informazioni provenienti da fonti diverse, presenti sia nella memoria del telefonino (come i propri foto e video) oppure reperite su Internet (foto dal profilo Instagram, Flickr, video da Youtube e Vimeo). Ma gli scope reperiscono informazioni utili al momento come le previsioni del tempo, le notizie più importanti del giorno, le ultime chiamate, gli ultimi messaggi.

Di Ubuntu Phone ho parlato ampliamente nei post passati, quindi rimando a quelli un approfondimento (vedi la pagina dedicata sul mio blog).

Tra le “app indispensabili” da segnalare la mancanza Whatsapp (c’è Telegram che svolge egregiamente il suo lavoro): chi la ritiene indispensabile dovrà aspettarne l’arrivo.

Ubuntu Phone gira bene su Aquaris E5, fluido e reattivo. La novità delle gestures e dell’assenza di pulsanti richiede un po’ di pratica, ma le gestures sono così pratiche che, una volta abituati, vi ritroverete a farle anche su un sistema Android.

Il sistema ha ancora qualche difetto qua e là, ad esempio le app sono lente ad avviarsi, lo sviluppo procede rapidamente, al ritmo di un aggiornamento al mese, e speriamo in una veloce ottimizzazione del dispositivo.

La fotocamera

Foto fatta con Aquaris E5 HD Ubuntu Edition

Aquaris E5 HD è dotato di una doppia fotocamera frontale da 5 MP ed esterna da 13 MP con doppio flash led. La fotocamera posteriore offre delle buone foto contrastate e con colori fedeli e vivaci. La fotocamera anteriore permette di scattare dei buoni “selfie” (serve ad altro? :-) ).

Originale e pratica la possibilità di passare dalla fotocamera alla galleria delle immagini con uno swipe da destra.

Il telefono


La parte “telefonica” di questo telefono è nella media: buona qualità dell’audio sia normale, che in vivavoce, che in cuffia. Anche la musica si sente bene, senza distorsioni.
La gestione dei messaggi e della rubrica è facile e ha alcune animazioni che introducono le possibilità di interazione.

Navigazione


Il browser nativo è sviluppato da Canonical, partendo da Chrome. Questo browser è anche la “base” su cui girano le “web app”, e ha una ottima fedeltà agli standard più recenti, ottenendo punteggi molto alti nei test HTML5.
Anche per questa app ci sono alcune gesture particolari (ad esempio uno swipe dal basso apre tutte le schede attive, e permette di crearne una nuova), che richiedono un po’ di pratica.
La velocità del browser è buona, come anche le rese delle pagine web.

Batteria


La batteria di 2500 mAh – assieme alla gestione della stessa da parte del sistema - garantisce una autonomia notevole, inusitata per uno smartphone: un uso medio permette un’autonomia di 2-3 giorni.

Conclusioni


Aquaris E5 HD Ubuntu Edition rappresenta il compromesso nel panorama degli Ubuntu Phone disponibili sul mercato, collocandosi tra il fratellino Aquaris E4.5 e il “mostro” Meizu MX4. Pur costando poco di più (199 € contro 169 €), E5 rispetto a E4.5 offre un display più grande, una fotocamera migliore e una batteria di maggiore durata. E5 costa anche 100 € meno di MX4, però quest’ultimo ha più memoria, display ancora più grande, migliore fotocamera e batteria ancora più potente.

Ubuntu Phone è un sistema in rapida evoluzione, le buone cose viste finora sono solo un accenno di quello che sarà il sistema quando le funzioni e le innovazioni raggiungeranno la maturità.

Come scritto altrove, Ubuntu Phone è un telefono riservato a pionieri e innovatori. Se quindi rientrate in queste categorie, ma dovete fare i conti con il bilancio personale, comprate Aquaris E5 HD.

Ringrazio BQ per avere reso disponibile l’Aquaris E5 HD Ubuntu Edition oggetto di questa prova.
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