Leggete quindi questa rubrica frettolosamente e superficialmente, come fareste con una rivista di pettegolezzi, mentre siete seduti a far dell'altro.
L'angolo della posta di Dario
Mi scrive un amico, sistemista e programmatore, che per esigenze di privacy chiamerò con un nome di fantasia, Gianni (ho tagliato alcuni riferimenti della sua email in maniera da garantirne l'anonimato).
Caro Dario,
non so, sta esplodendo una ennesima fase dell'informatizzazione (computerizzazione, più che informatizzazione) di massa in zona?
Sembra che le famiglie si stiano buttando su rete locale casalinga (wi-fi e cavi) e smartphone. Oltre a qualche smart TV. Non passano più di 4 ore, nell'ultima settimana, che qualche utente della strada venga a chiedermi della rete di casa o del contratto Internet per smartphone. Nell'ordine stamattina:
- Il barbiere che mi chiede come attivare il tethering per il pc del negozio. Attivo e faccio andare. (ero andato per tagliarmi i capelli !)
- Arrivo in [snipped]: un dipendente mi domanda info sul Samsung Galaxy Note 2 e se è possibile il tethering. In realtà non sa che si chiama "tethering".
- Mi scontro con l'ottusità dei vecchi direttori: gli utenti chiedono di vedere la posta dell'azienda da casa. Si può, è già attivo, basta solo che gli dica come si fa. Ma il mega direttore generale non vuole.
- La scuola di [snipped] mi chiede di mettere gli AP per il passaggio registro elettronico. Nel frattempo li sto già mettendo alla scuola di [snipped].
- Leggo oggi sul giornale di vicenza che la scuola di [snipped] sta aprendo una scuola di informatica post-diploma. Non ho capito bene cosa è, mi farò spiegare.
- Tralasciamo le altre richieste minori.
Insomma... me sembro "el parroco dell'informatizzazione" del ceto medio in 'sto periodo.
Oltre al fatto che mi sembra di avvertire una forte, fortissima richiesta di connessione ad internet e trabiccoli connessi.La mia risposta:
"Caro Gianni,
è semplice: con l'arrivo degli smart-cosi, la gente ha scoperto le appS e adesso c'è un'informatizzazione indotta dagli strumenti. Mi spiego meglio: la cultura informatica in Italia è zero o poco più, lo Stato investe zero (o poco più) nella Scuola e zero nelle Infrastrutture (ti ricordi la "banda larga"? hai idea dov'è finita!?!?!). Però gli smart-cosi sono diventati una moda, soprattutto per giocare a giochini e social-cosi, e quindi cresce la richiesta di connessione a Internet ecc. ecc.
E' un'onda di ritorno, nel senso che la crescita della domanda invece che arrivare da una crescita nell'istruzione e nella conoscenza (onda positiva perché le persone utilizzano gli strumenti per crescere culturalmente e stare al passo coi tempi, a casa, nella scuola e nel lavoro), arriva di rimbalzo perché è indotta dagli strumenti che le persone si ritrovano fra le mani. Non credo che questo serva ad alzare la cultura informatica in Italia, però parlando di grandi numeri, magari in mezzo ai milioni ci sarà qualcuno che utilizzerà tutto 'sto ben di dio per fare qualcosa in più che giocare ad Angry Birds"
Dario
PS: l'avevo previsto anni fa, leggi in particolare l'ultimo paragrafo, ma era una facile previsione ;-)
Dario Cavedon è un giovanotto di belle speranze, che ha passato i 40 ma non se li sente, è uno giovane dentro, anche se da fuori non si direbbe. Si dedica con passione alla diffusione del Software Libero, di Linux e di Ubuntu e di un sacco di altra roba, nel poco tempo che famiglia e lavoro gli concedono. Il resto lo potete leggere sulla breve biografia.
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