Riepilogando le puntate precedenti
Qualche settimana fa Canonical annunciò l'abbandono del supporto commerciale a Kubuntu, secondo flavor di Ubuntu, e - a detta di Canonical - fallimento commerciale. Kubuntu da sempre è considerata la distribuzione minore di Ubuntu, con molte meno attenzioni rispetto a Ubuntu. Qualche persona vide in questa notizia anche la fine di Kubuntu stessa. Fortunatamente, Kubuntu è più di un prodotto commerciale sostenuto da Canonical, avendo alle sue spalle un'attiva comunità di sviluppatori che da anni ne cura lo sviluppo, più di quanto facesse Canonical stessa.
Io vedevo invece (e, fortunatamente, ho visto giusto!) un atto di liberazione di Kubuntu, che in questo modo acquisiva completa autonomia sul proprio futuro.
La storia si ripete (quasi)
La memoria corre al 1998, quando Netscape decise - alla fine della famosa "guerra dei browser" - di abbandonare lo sviluppo di Navigator, il rivoluzionario browser che fece tremare l'allora Monopolista. Come ultimo atto della guerra, Netscape rilasciò sotto licenza libera i codici sorgenti di Navigator, che rinacque dalle sue ceneri con il nome di Mozilla. Dal progetto Mozilla nacquero a loro volta il browser Firefox e il client per posta elettronica Thunderbird, che oggi sono tra i prodotti più usati nei rispettivi settori. Alla lunga, la guerra dei browser finì con la vittoria del nipote di Navigator.
Da allora, ne è passato del tempo, e la storia si ripete. Certo, in questo caso la storia è diversa. Kubuntu ha solo perso il finanziatore principale, non gli sviluppatori. Ma l'esempio mi serve per evidenziare uno dei vantaggi del Software Libero. Quando un progetto open source perde di interesse per il suo sviluppatore (o per il suo finanziatore), il codice sorgente resta a disposizione di chi ha voglia portarlo avanti (o finanziarlo). Come infatti è successo.
Notizia a sorpresa (ma neanche tanto)
Già nelle settimane scorse, Jonathan Riddell, team leader di Kubuntu, aveva lasciato trapelare qualcosa con un post sul suo blog, in cui si chiedeva quale futuro dare a Kubuntu.
É di ieri la notizia (vedi link sotto) che Riddell, lascierà Canonical dopo il prossimo UDS (Ubuntu Developer Summit), per lavorare a tempo pieno per Blue Systems, una (fantomatica) azienda tedesca (?) che sponsorizza diversi progetti basati su KDE. Uno di questi è Netrunner, distribuzione basata appunto su Kubuntu.
E adesso?
Adesso viene il bello! Riddell, in un'intervista a Muktaware (vedi sotto il link) dichiara una serie di cose interessanti. Innanzitutto conferma il suo impegno a collaborare con Canonical nel progetto Ubuntu:
"But I'll be working with Canonical just as any Ubuntu developer works with Canonical. I expect to keep being an important part of the Ubuntu project e.g. by being a release driver or archive administrator"
"Lavorerò con Canonical solo come qualunque sviluppatore Ubuntu lavora con Canonical. Mi aspetto di continuare ad essere parte importante del progetto Ubuntu, come ad esempio essere un release driver oppure un amministratore degli archivi"
Il team di sviluppo di Kubuntu all'UDS di Orlando, Riddell è il primo a dx
Per quanto riguarda poi lo sviluppo di Kubuntu:
"I expect no changes in the way Kubuntu works. We will still be part of Ubuntu which uses Launchpad as the platform for code hosting, package management, bugs etc."
"Non mi aspetto cambiamenti nel modo in cui Kubuntu funziona. Saremo ancora parte di Ubuntu che usa Launchpad come piattaforma per ospitare il codice, la gestione dei pacchetti, degli errori, ecc."Per il futuro, forse ci sarà anche un cambiamento più importante, dovuto a motivi di licenza: il nome.
"Canonical holds the Kubuntu trademark and gives a generous license for community use but does not allow commercial use. It's unclear if that means sponsorship such as we are getting is allowed. So we might have to end up renaming, that would be effort but not entirely bad as the current name makes people think it is only a 'derivative' of Ubuntu rather than one of many flavours within Ubuntu"
"Canonical detiene il marchio Kubuntu e rilascia una generosa licenza per l'uso della comunità, ma non ne permette l'uso commerciale. Non è chiaro se è permesso con questa sponsorizzazione che otteniamo. Quindi forse alla fine dovremo cambiare nome [a Kubuntu], che significa uno sforzo, ma non è del tutto un male in quanto il nome attuale fa pensare alla gente che [Kubuntu] sia solo una 'derivata" di Ubuntu invece che uno dei tanti flavor all'interno di Ubuntu"Il futuro secondo me
Al di là delle parole di Riddell, che fanno capire come la notizia sia repentina e non ci sia un piano preciso dietro questa sponsorizzazione, Kubuntu dovrà fare un paio di scelte ben precise:
- puntare sulla stabilità: alcune delle scelte in passato sono state pensate più nell'ottica dello smanettone che dell'ingegnere che pianifica un progetto (l'adozione prematura di KDE4, l'uso di software ancora incompleti, il frequente cambio di applicativi); avere un'azienda che seriamente crede nel progetto Kubuntu implica scegliere con oculatezza cosa sviluppare e come farlo.
- doppio binario commerciale - comunitario: Kubuntu dovrà restere una distribuzione della Comunità, se Blue Systems avrà una sua distribuzione commerciale, questa avrà un altro nome e seguirà un binario parallelo a Kubuntu; io immagino questo percorso sul modello Red Hat (commerciale) - Fedora (comunitaria).
Link:
Il mio precedente post su Kubuntu
Articolo su Muktaware con intervista a Jonathan Riddell (in inglese)
L'annuncio sul sito kubuntu.org (in inglese)
Il sito della distribuzione Netrunner
Netrunner su distrowatch.com
Il sito di Blue Systems (vuoto!)
3 commenti:
A. installare debian testuale
B. apt-get install kde4
C. kubuntu riposi in pace
@ Anonimo
Le scelte sono molte, Kubuntu è una di queste.
Non ho mai amato KDE e sono un ubuntiano di ferro ma auguro a chi si accinge a questa nuova intrapresa tutta la fortuna di questo mondo. W Linux, hasta la Victoria Siempre... :)
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