mercoledì 19 settembre 2012

In esclusiva, solo per (milioni come) te, perché Linux non sarà mai Apple

"se alzi un muro pensa a cosa lasci fuori" (Italo Calvino)*
"Esclusività"

Il marketing di Apple mi ha sempre impressionato: far sembrare "esclusivo" un oggetto di uso comune - come un computer, un lettore MP3 o un telefonino - venduto in milioni di pezzi all'anno, rivela anni di ricerca e innovazione in un campo difficile come quello del marketing, che gli addetti ai lavori chiamano con il termine tecnico di "cercare di infinocchiare i clienti".

(fonte: http://iwdrm.tumblr.com/)

Non sarò io a spiegare come l'azienda della mela riesca a farlo, ma va dato merito a chi riesce a stregare milioni di persone con icone colorate e gingilli lucenti, un po' come facevano gli esploratori europei con indigeni primitivi, quando rifilavano loro pacottaglia senza valore. O anche peggio. Perché alla fine di materiale di poco valore aggiunto si tratta: le stesse funzioni e le stesse lucine colorate si trovano su tutti gli aggeggi tecnologici Made in China.

Vero che il modello di marketing funziona, tanto è vero che è imitato da molte altre marche. Ma questa aurea dorata di esclusività, di elite, di circolo di pochi-eletti-che-appartengono-a-una-stretta-cerchia di privilegiati, solo Apple riesce a destarla. Onore al merito.

Esclusione

Questa tecnica richiede però dei sacrifici, che portano a scelte dolorose. Intendiamoci, mica per Apple, ma per i suoi polli clienti.

Capita quindi che un computer di appena 5 anni di vita sia considerato vecchio, e che quindi sia escluso dall'aggiornamento dell'ultima versione - a pagamento - del sistema operativo dei suoi computer, OSX. Decisione indubbiamente sofferta - immagino lacrime versate, vesta strappate e coscienze turbate degli ingegneri - ma inevitabile se si vuole tenere alta la qualità delle soluzioni offerte. E la redditività del prodotto.

Capita anche che Apple decida di tagliare l'app "Youtube" dalla prossima versione di iOS6. Youtube che, per inciso, per molte persone ha ormai sostituito la TV (e la radio) - e probabilmente lo farà sempre più in futuro. La cosa cambia poco o nulla per i clienti, visto che Google già lavora per creare una app "Youtube by Google". La scelta è comunque sempre motivata da questioni economiche: da una parte permetterà loro di risparmiare  soldi erogati a Google per l'uso di Youtube, dall'altro farà loro guadagnare soldi dalla nuova app "Youtube by Google".

L'alternativa

Questo quanto accade nel mondo del pomo d'oro... e gli altri imparano la lezione? Vedendo le scelte di design di - una distribuzione a caso - Ubuntu, si nota chiaramente che è in atto una rincorsa a molte delle luccicanti meraviglie presenti sul sistema operativo OSX. Ma se dal punto di vista prettamente estetico, il desktop si somigliano in modo quasi preoccupante, dal punto di vista di approccio all'utente le posizioni attuali e il cammino passato, presente e futuro non potrebbero essere più lontani.

Inclusione

Linux, nel corso del tempo, ha avuto un'espansione notevole, soprattutto considerando da dove partiva - il singolo computer di un singolo studente universitario - e l'ampio spettro in cui ha trovato posto: si va dai piccoli dispositivi con versioni "Linux embedded" (telecamere, dispositivi di controllo, TV, ...), ai recenti smartphone, a PC e notebook, agli enormi e potenti server e Mainframe. Questa sua espansione è stata possibile grazie alla licenza libera e alla quantità di distribuzioni Linux, che sono andate a coprire praticamente ogni possibile destinazione d'uso. Anzi: sono numerose le sovrapposizioni tra distribuzioni destinate allo stesso segmento di mercato, come per esempio i desktop. Concordo con chi dice che il lavoro fatto è tanto, ma ne resta ancora molto di più da fare.

Infatti, in alcuni segmenti di mercato, come il desktop, Linux ha ancora quote ridicole. Tanto ridicole che alcuni - i critici più severi - lo ritengono "morto" per tale fascia. Nella realtà dei fatti, la conquista procede casa per casa, se è vero come è vero, che sono rarissimi i casi in cui una persona smetta, una volta che ha cominciato a usare Linux.

Certo la strada è in salita, ma l'abbraccio del Pinguino si fa ogni giorno più ampio. Un altro esempio sono le aziende che apertamente supportano il Sistema Libero per eccellenza, anche in solido. L'ultimo esempio è Twitter, che ha recentemente annunciato il suo supporto alla Linux Foundation. Il segnale è molto chiaro: Twitter condivide e supporta il Software Libero, molto più di quanto i 15.000 dollari all'anno di fee (o anche meno)  possano significare.

Politiche di espansione

Altra cosa curiosa sono le politiche di espansione dei prodotti, diametralmente opposte.

Da una parte Apple deve tenere il prodotto esclusivo (o cercare di farlo). Tenere gli altri - fornitori di prodotti e servizi di qualsiasi genere e nazione - fuori dal recinto, per mantenersi i clienti. Alzare la voce contro chi "copia", fargli la pipì sulle scarpe marcando il territorio, a colpi di cause nei tribunali di tutto il mondo. Apple deve continuare a vantare brevetti farlocchi come quello sul "rettangolo stondato", con cui ha recentemente vinto la causa contro Samsung: solo Apple ha l'esclusiva delle iDee (leggetele pure aiideeee), anche di quelle ispirate da altri prodotti precedenti.

Dall'altra, si cerca di includere più supporto a più periferiche possibili, si invitano le aziende a collaborare rilasciando i codici sorgenti dei propri dispositivi. Recentemente, lo stesso Linus Torvalds ha caldamente spronato una nota azienda produttrice di schede video, a collaborare più fattivamente nello sviluppo e supporto dei driver. (Nota: ho volontariamente evitato di inserire l'immagine dell'invito di Linus)

In più, la libera circolazione del software, permessa dalle licenze libere come la GPL, e delle idee stesse contenute nel software, contribuiscono in modo positivo all'allargamento della diffusione del Software Libero.

Seduti su un iceberg

Molte cose nel Mondo stanno cambiando, una di queste è che chi si ritaglia uno spazio attorno a se, paradossalmente ha spazi sempre più piccoli in cui operare. Apple, con la sua politica esclusiva, è naturalmente destinata a costruirsi un muro attorno, ritagliarsi uno spazio. In passato, avrebbe potuto funzionare, perché in quel segmento di mercato ci sono i clienti più danarosi, e disposti a spendere più soldi. Ma questi stessi clienti sono anche quelli più difficili da mantenersi, perché molto soggetti alle mode e all'enfasi della pubblicità (attenzione, non sto parlando dei fanatici della Mela!). Alla lunga, questo spazio potrebbe rivelarsi un pezzo di iceberg, che si scioglie con il passare del tempo.

L'unica vera carta che Apple potrebbe giocarsi, molto più degli avvocati, è "l'innovazione" nei prodotti, cosa che sembra avere perso con la dipartita del suo (Santo Subito) fondatore. Ma temo potrebbe non bastare ad arginare l'ondata della multiforme marea Linux.


* = non sono sicuro nell'attribuzione a Calvino di questo aforisma, se qualcuno ha una fonte certa di dove o quando - o chi - l'ha detta mi farà un enorme piacere segnalandomelo.

Link:

Le specifiche tecniche di OSX "Mountain Lion" (dal sito Apple)
Notizia sulla rimozione dell'app Youtube da iOS6 (da il Post)
Notizia sull'adesione di Twitter alla Linux Foundation (da The Register)

9 commenti:

Giovanni ha detto...

L'esclusione è importantissima per Apple: permette di alimentare l'invidia di chi "non lo ha", la quale a sua volta spinge all'acquisto semplicemente per... farsi invidiare.

Natalino Balasso spiega tutto in
questo video a 4'00" circa (guardatelo tutto).

ju ha detto...

Si però non esageriamo.
Rimane un'azienda che da un sistema unix che può usare chiunque, perfettamente funzionante e col relativo supporto.
Per Linux purtroppo non c'è niente di simile, almeno a livello del desktop.

Unknown ha detto...

@ju:
No, in realtà basta dare uno sguardo all'offerta di Canonical per quanto riguarda Ubuntu. Per quanto riguarda l'utente medio, di supporto ce n'è più che per altri sistemi, perché sono gli stessi utenti a fare supporto (guide, forum, ecc), per quanto riguarda le aziende, Canonical offre un supporto (a pagamento, chiaro) apprezzato molto -tra gli altri- da Google.

Quindi sì, in Linux c'è qualcosa di simile, basta saperlo vedere.

ju ha detto...

La Apple ti da macchina+software+assistenza.

Ubuntu ha il software, non ha la macchina ed il supporto è artigianale. Senza contare che di base il Mac funziona out of the box, mentre i sistemi Linux sono ancora, purtroppo, una mezza avventura.
Non sono cose che possono essere messe alla pari, almeno per ora.

Poi certo, il materiale Apple è eccessivamente sovraprezzato e non parliamo manco della libertà dell'utente. E ogni tanto ci mettono pure qualche bella truffa vera e propria, come la garanzia gratutita limitata ad un anno.

Dario Cavedon ha detto...

@ ju

Vero, le cose saranno confrontabili quando entrambi avranno sw+hw+assistenza. Si stanno diffondendo adesso i primi PC con Ubuntu, ma è troppo presto per darne un giudizio.

Andrew (bandreabis) ha detto...

Linux is about choises!
Mac non ti da scelte.
Che dire, forse sono io che me la tiro non scegliendo Mac.

Anonimo ha detto...

Salve a tutti !volglio condividere con voi la mia esperienza. Mi dovete scusare per qualche errore grammaticale non essendo Italiano.

In anzi tutto trovo il blog simpatico e mi fa piacere che sempre di più si parli di Linux e software alternativi ai soliti Windows/Mac. Ho cominciato ad usare Linux nel 2003. Mi ricordo di aver installato un Red Hat Pro, con tutto le cose che ho incasinato :D la cosa ando a buon fine. Quello che mi ha spinto a fare questo passo ma anche a molti di voi è stato il semplice motivi di provare perche vedere sempre sti PC con Windows o qualche isolato Mac e come vedere il mondo in bianco e nero un po' come se tutti ci vestiamo nello stesso modo e usiamo la stessa marca di macchina e cosi via.


Di recente ho installato sul mio nuovo portatile Linux Mint 13 Xfce. Non mi sento ancora pronto a passare Gnome 3 o Unity per questo ho scelto Mint Xfce.
Trovo il sistema molto buono fa quello che mi serve , sempre reattivo come il primo avvio . Ho cambiato la tema e le icone di default + agiustato il problema font.

Che dire penso che non ha niente da invidiare ai altri sistemi.
Mi viene da ridere quando penso in che modo alcuni anni fa guardavamo gli utenti Mac e i loro PC, non parlaimo poi di certi imitazioni inutili e orribili fatti con Win XP.
Chi lo vede più il Mac come un OS sceso dal monte Olimpo?? (Magari pensando bene alcuni si viso quello che Win 8 porta).

Ormai Linux sta facendo strada e sta creando il suo immagine e fascino.Un sistema sicuro e stabile quello che un utente medio come me vuole.
Spero che le aziende che producono hardware e software particolari comincino ad valutare anche il mondo Linux.

Ric. ha detto...

Guarda, non mi metto a discutere le considerazioni sul mondo Apple. Io sono un utente che si trova bene, come altri nel mondo.
Non sono proprio un fanboy, dato che amministro server Gnu/Linux e ho una pletora di macchine Debian con le quali mi trovo altrettanto bene.
Quello su cui voglio ragionare è il fatto che tu stai confrontando un Kernel (linux), ovvero un idea, un modello di sviluppo, con un azienda.
Facciamo un vero confronto. Facciamo perchè Canonical non sarà mai Apple ;)
Perchè Apple mi fornisce e mi supporta un prodotto integrato e da loro creato, Canonical mi dice che un computer è compatibile (ops, certificato) e poi, con un misterioso aggiornamento del kernel qualcosa tipo la sospensione, la durata della batteria o la scheda wireless non funziona più bene.
Apple mi fa pagare qualcosa per il codice sviluppato e il supporto, Canonical (dato che il modello della redditività del software libero funziona poco) è costretta a vendere i miei dati ad Amazon quando faccio una ricerca.
Insomma, possiamo stare qui a parlarne per ore e trovarne per ogni parte. Io vorrei che Canonical vendesse un prodotto supportato dall'inizio alla fine, non l'ennesimo AdAware da installare e pagare con i miei dati personali (modello Google, per capirci).
Personalmente trovo più patetica, umiliante e perfida e disgustosa la disperata ricerca di guadagno messa in atto tramite adsense e link sponsorizzati (dopo averci raccontato la favola dell'umanità per gli altri) che vendere oggettini luccicanti ai modaioli.
Credo, in ultima analisi, che se i mali derivanti dall'utilizzo di tecnologie proprietarie siano enormi, lo sono ancora di più quelli derivanti dall'uso e dall'abuso della fiducia delle persone.
Al momento, se esigo per ragioni di sicurezza e flessibilità un sistema completamente libero, supportato da una comunità e da donazioni, la mia scelta si chiama Debian.
E attenzione al mio malcontento sul modello di sviluppo delle aziende che lavorano con il software libero: esso nasce in seno alle aziende come canonical (https://bugs.launchpad.net/ubuntu/+source/unity-lens-shopping/+bug/1054776/comments/6).
A parte il fatto che OSX è per un metà composto da software non libero, credo invece che il modello Apple vada tenuto in considerazione, come lo è stato il modello microsoft ai tempi. E, per stessa ammissione di Shuttleworth, questo esempio è già fonte di ispirazione.
Ric.

Dario Cavedon ha detto...

@ Ric.

Il mio paragone era tra un modello di sviluppo del prodotto (aperto) e l'altro (chiuso). Ho preso Apple perché è l'esempio più clamoroso e conosciuto in questo momento. Ho preso Linux perché la proliferazione di distribuzioni rende impossibile ingabbiare Linux in una sola definizione.

Per la materia "vendersi i dati degli utenti a chiunque sia disposto a comprarli", questo lo fa anche Apple, ma di nascosto, nessuno saprà mai quanti e quali dati Apple raccolga dai suoi utenti, e cosa ne faccia.

In più su - per esempio - Ubuntu -
a) hai "privacy settings" che ti permette di evitare la tracciatura dei tuoi dati personali e
b) il plugin di Amazon può essere facilmente rimosso da Software Center.
Non so se puoi fare queste 2 cose su Apple.

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