La prematura dipartita di Google Reader, il servizio di "Feed RSS" di BigG, ha lasciato molti dei suoi utenti sgomenti. Dal 1 Luglio di quest'anno, Reader cesserà di esistere, in quanto Google ha deciso di concentrarsi su pochi (!) altri progetti.
Alcune cose mi hanno colpito in questa vicenda.
La prima è l'enorme mole di utenti che ancora leggono notizie e aggiornamenti di blog con il sistema dei feed, nonostante i nuovi servizi e social media nati in questi ultimi anni. Nonostante alcuni considerassero i "feed" morti, e i blog con un piede nella fossa. Nonostante il browser Chrome abbia da sempre snobbato i feed. Ne è una dimostrazione, l'ondata di reazioni di stupore, molte delle quali risentite, e la petizione su Internet contro la chiusura di Reader, che in pochi giorni ha già superato le 100.000 firme.
La seconda cosa è che esistono decine di alternative a Google Reader, come descritto in questo articolo sul corriere.it o anche in quest'altro su wired.it. La sorpresa sta nel fatto che tutte queste alternative erano praticamente ignorate dalla stragrande maggioranza degli utenti, me compreso. Sono (siamo) così abituato a utilizzare gli innumerevoli servizi di Google, e a pensare che siano i migliori esistenti, che neanche mi pongo (ci poniamo) la domanda se esiste una alternativa, magari migliore. Questo è per me un fatto molto negativo, perché dimostra ancora una volta che si conosce e si usa solo il più diffuso, invece che il migliore.
Non tutto il male viene per nuocere: io ho scoperto NewsBlur (grazie +Andrea Grandi) servizio gratuito (o a pagamento, 2 euro al mese per l'account "Premium"), basato su Software Libero, e che, volendo, chiunque può installare NewsBlur sul proprio server, e usarlo in alternativa a Reader.
La terza cosa è che usando software o servizi basati su software proprietari si mette la propria vita digitale nelle mani di chi può disporne come crede, anche decretandone la morte senza appello. Meglio quindi scegliere Software Libero, che permette sempre un'alternativa, una "exit strategy", anche se magari di non immediata soluzione.
Infine, il nostro destino web è per grande parte nelle poderose mani del Gigante "buono", Google. Questa è una della verità site nel lato incosciente del cervello, e lì resta fino a quando decisioni come quella su Reader fanno pensare "cavolo! adesso come faccio?!?". Io stesso ho messo nelle sue mani email, blog, documenti, foto, social network (e chissà cos'altro). Tutto nei server di Google (chissà dove nel Mondo).
Mi fa venire una certa apprensione l'essere coscienti che un domani tutto questo potrebbe non esserci più, oppure (orrore!) essere rinchiuso in un recinto di "account a pagamento" che limiterebbe la mia libertà nel disporre dei miei dati.
Il sottoscritto ha cominciato oggi un'opera di diversificazione della propria vita digitale, prendendo in considerazione alternative - possibilmente libere - a tutti i servizi Google. Temo infatti che il motto di BigG stia cambiando da "Don't be evil" (non fare il cattivo) in "Don't be SO evil" (non fare TROPPO il cattivo").
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