lunedì 2 dicembre 2013

ubuntu-it meeting di Bologna, "Times They Are a-Changin"


Quando sabato 23 novembre (ultimo scorso) mi sedetti di fianco al mio amico Kubuntero +Michele Mordenti, all'ultima fila nella Sala Blu del Ramada Encore di Bologna, non avevo idea di cosa avrei parlato durante il mio talk.

Avevo prenotato uno slot dell'ubuntu-it meeting per parlare di come le cose stiano cambiando nella Comunità Italiana di Ubuntu, intitolando l'intervento "Times They Are A-Changin", come appunto la canzone di Bob Dylan, per darne maggiore enfasi. Avevo preparato accuratamente una quarantina di slide, e... un paio di "sorprese" per il pubblico ;-) ma non avevo ancora deciso come concludere. Questo l'avrei capito durante la giornata.

Ma facciamo un passo indietro, mettetevi comodi.

Cattivi presagi

Ero arrivato a Bologna alle 9 e mezza di sabato, con +Mattia Migliorini - altro ubuntero vicentino, giusto in tempo per preparare preparare la tavola con la nostra tovaglia arancione e prendere un caffé. Il tempo era stato inclemente: mai vista tanta acqua cadere dal cielo in così poco tempo.
Altro cattivo segnale premonitore, l'incontro in autostrada con un carro funebre, che accompagnava qualcuno nel suo ultimo viaggio.

Le nubi erano sparite incontrando gli altri già arrivati, a cominciare da +Milo Casagrande e +Silvia Bindelli, veneti esportati in Francia, che per ragioni di impegni vari e soprattutto di distanza mancavano da qualche tempo ai nostri incontri.

Approffittando che il mio talk era l'ultimo della giornata, mi appostai in ultima fila della sala. Era il III sabato consecutivo di impegni riguardanti il Software Libero, dopo "We Are Open 2013" (dove avevo tenuto un talk sulle licenze Creative Commons) e "Workshop Blender" (di cui ero uno degli organizzatori), e le slide mancavano appunto del finale.

Qualche mal di pancia

Salto la cronaca dei talk tenuti (che potete leggere sulla Newsletter di ubuntu-it, oppure sul post di +Riccardo Padovani, senza dimenticare il live blogging su Engeene curato da Mattia), tutti molto interessanti. Dirò molto sinteticamente che la comunità italiana di Ubuntu ha molte perplessità sulle scelte di Canonical nello sviluppo, e sui repentini cambi di direzione dello stesso.

Il mio talk era proprio su questo argomento: come darsi un'identità propria, come attirare nuove persone nella Comunità, come affrontare il #cambiamento?

Un piccolo gioco

Ho iniziato il talk con un gioco, invitando i presenti a collegarsi ad un indirizzo Internet, e rispondere al quiz "ubuntu-it most wanted".


Si trattava di indovinare chi erano 5 "famosi e storici" personaggi (qui sopra uno di questi) della Comunità di Ubuntu, che da qualche tempo hanno passato la mano. Nonostante qualche suggerimento involontario in sala, tra i 13 partecipanti ben 25% delle risposte (1 su 4) erano sbagliate. Molte delle persone della comunità di oggi non conoscono chi è venuto prima di loro, naturale effetto del turn-over in atto.


"Tutto scorre"

Senza che ce ne rendiamo conto, le cose cambiano e anche noi cambiamo, come cambia costantemente l'acqua di un ruscello, che non è mai la stessa. Basta guardare la foto di gruppo del primo meeting di ubuntu-it, del 2008, solo 5 anni fa: dove sono molte delle persone allora presenti?


Diamo i numeri

La comunità ha un ricambio continuo, basta scorrere le statistiche degli ubunteri italiani.


Tralasciando il 2007 (anno in cui è nata la "membership ubuntu-it"), gli anni successivi hanno visto un progressivo calo nelle persone che si sono avvicinate alla Comunità.


Le persone che hanno un account attivo sono 42. Le persone che hanno smesso di rinnovare la membership (expired), e quelle che hanno disabilitato il proprio account (deactivated) sono in totale 29 e rappresentano il 40% delle persone che hanno fatto parte della Comunità. A questo si aggiunga il fatto che dei 42 membri attivi alcuni hanno "sospeso" le loro attività - speriamo possano presto tornare a dare una mano.


Guardando l'età delle persone attive, si nota un bel numero di giovani nati negli anni '80 e '90: nonostante il continuo ricambio in corso, la Comunità continua ad attrarre nuove persone, un piccolo segnale positivo.

Nonostante i giovani, in questo momento la Comunità soffre di una carenza di persone in vari gruppi (Documentazione e Test, per dirne un paio), che rallentano le attività. Dicevo prima: alcune scelte di Canonical nello sviluppo di Ubuntu hanno allontanato alcune persone, e fatto venir il mal di pancia alle altre.

Umbrella Corporation

Questo porta alla prima considerazione tratta dalla giornata. Il modello di "sviluppo a ombrello" costringe chi sta sotto (la Comunità) a seguire gli spostamenti di chi ha in mano l'ombrello (Canonical). Durante il mio talk ho provato a illustrarlo, con la cortese collaborazione di +Carla Sella :-)


Che piaccia o no, questo è quello che è successo in questi anni, e molto probabile che succeda in futuro, esserne consapevoli è importante per evitare futuri mal di pancia

Ubuntu è la porta arancione

Bisogna anche considerare che "Ubuntu è la porta (arancione) di accesso al mondo Linux: tutte le persone che si avvicinano per la prima volta al Software Libero, passano per Ubuntu. Si tratta di una grande responsabilità, perché la comunità è la prima stanza della casa: essere accoglienti è il biglietto di visita per chi poi prosegue nell'esplorazione delle altre stanze. Molti si fermano a Ubuntu, altri proseguono.

(The Orange Door http://flic.kr/p/6Bw2SL by Stone Horse Studios)

La nostra identità

Seconda considerazione: molte persone confondono ubuntu-it per la filiale italiana di Canonical (falso) o per il fan club di Ubuntu (falso).

La Comunità invece è il significato stesso della parola Ubuntu


Molti ignorano che dietro a Ubuntu c'è un impegno di sviluppo, traduzione, documentazione e supporto portato avanti da volontari nel tempo libero. Molti ignorano che contribuendo a Ubuntu si impara a sviluppare software, tradurre documentazione, scrivere manuali, fare video, scrivere articoli e comunicati stampa, e molto altro.

Tutte attività possibili grazie all'enorme professionalità delle persone della Comunità e al loro immenso bagaglio di esperienza. Tutti possono contribuire portando le loro conoscenze e tutti possono imparare partecipando alla comunità.

Nei prossimi mesi dovremo lavorare per esaltare (rivelare) la nostra identità.

Io comincio fin da subito lasciandovi il video che ho realizzato in occasione del meeting, dedicato a tutte le persone che in questi anni hanno fatto di ubuntu-it una delle migliori comunità locali a livello mondiale.

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