“La risposta è dentro di te, ma è sbagliata” (cit.)
Al Linux Day 2011, come AVi LUG abbiamo organizzato un workshop al Liceo Scientifico “N. Tron” di Schio (VI). Il workshop era un micro corso introduttivo al Software Libero e a Linux (Ubuntu). Prima di cominciare, ho chiesto alla platea, composta di 24-25 studenti di età dai 15 ai 18 anni, di darmi una definizione di Software Libero. Pur trovandomi in un Liceo Scientifico, pur avendo davanti una folta rappresentanza del gruppo che segue il sistema informativo della scuola, la risposta era “il Software Libero è software gratis”. Solo uno studente aveva una vaga idea, su qualcosa che parlava di programmi modificabili da chiunque.
Definizione di Software Libero
Per sbaragliare subito il campo dai dubbi, vi rivelo la risposta giusta, così sarete preparati quando ve lo chiederò.
Il Software Libero (in inglese “Free Software”) è solo ed esclusivamente quello che risponde alle quattro libertà del software, così come definite Richard Stallman, il fondatore del movimento “Free Software”, cioè:
- Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo (libertà 0);
- Libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo in modo da adattarlo alle proprie necessità (libertà 1), l'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito;
- Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2);
- Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti da voi apportati (e le vostre versioni modificate in genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). L'accesso al codice sorgente ne è un prerequisito.
L’equivoco
La natura dell’equivoco per cui il “Software Libero = Software gratis” deriva da almeno due fattori.
Il primo è la definizione stessa, che all’origine del movimento era “free software”. “Free” in inglese ha un doppio significato: sia “gratuito” che “libero”, ma nei Paesi non-anglofoni è conosciuto soprattutto nella prima accezione, da cui ne deriva l’inevitabile confusione. "Free" in "Free Software" vuole invece dire "Libero".
Come non bastasse (secondo fattore), a confondere ulteriormente le acque sono arrivati i programmi “freeware”, che possono essere utilizzati gratuitamente, in qualche caso solo per un periodo di tempo limitato, e che raramente sono Software Libero (ricordate le definizioni di cui sopra). I software “freeware” infatti sono sì distribuiti gratuitamente (rispetto della seconda libertà), ma questa è solo una maniera per aumentarne la diffusione, e mai rispettano le altre tre libertà del software.
Anche il Software Libero di solito è distribuito gratuitamente, sempre allo scopo di aumentarne la diffusione, creando così una certa confusione.
Ma non è detto che la distribuzione di Software Libero sia necessariamente gratuita. Sempre secondo Stallman infatti:
"Vendere una copia di un programma libero è legale, e noi lo incoraggiamo." (Richard Stallman - Software libero Pensiero libero)Come superare l’equivoco
Per riparare, nel corso degli anni si sono succeduti vari tentativi di superare l’equivoco. Primo tra tutti, quando si parla di “free software” Richard Stallman ricorda:
“free speech, not free beer”
(traduzione: “libertà di parola, non birra gratis”)Adesso, si tende a usare poco la definizione “free software”, usandone una più lunga e articolata, che vuol dire la stessa cosa: FLOSS, acronimo di “Free and Libre Open Source Software”. In italiano la definizione Software Libero è ancora attuale.
Io invece voglio superare questo equivoco dimostrando che il Software Libero costa.
Il Software Libero costa (ma non troppo!)
Procurarsi Software Libero è molto semplice. Basta collegarsi al sito Internet del progetto (per esempio www.ubuntu.it) e da lì scaricarsi quello che si desidera. Costo dell’operazione: praticamente zero.
Oppure acquistare una rivista in edicola e in allegato troverete un DVD con tonnellate di Software Libero. Costo dell’operazione: pochi euro.
Eppure, sviluppare software costa. Pensate a un'azienda come Red Hat o Canonical, che sborsa soldi per:
- pagare gli sviluppatori, designer, ingegneri...
- mettere in piedi e mantenete una struttura di distribuzione e aggiornamento
- fare promozione, partecipare alle fiere, sponsorizzare eventi
- produrre traduzioni e documentazione
- quant'altro serva...
Linus Torvalds, che è pagato dalla Linux Foundation per sviluppare il suo kernel Linux, si avvale di una collaborazione di una folta comunità di sviluppatori, e solo alcuni di loro sono pagati dalle rispettive aziende. Ci sono persone che contribuiscono gratuitamente, devolvendo al Software Libero il loro tempo. Pensate se queste persone fossero pagate per quello che fanno per hobby: neanche un'azienda delle dimensioni di Google o Microsoft potrebbe remunerare adeguatamente il loro “lavoro”.
A questo punto avrete capito dove voglio arrivare:
il Software Libero costa, ma non lo paga chi lo usa!
Lo pagano direttamente le aziende che sviluppano Software Libero.
Lo pagano indirettamente, con il loro tempo libero (e magari anche qualche soldo per le spese), le persone che contribuiscono volontariamente.
Infine, lo pagano le aziende che usano Software Libero, e che si avvalgono di aziende e professionisti del settore per personalizzarlo o integrarlo nei propri sistemi aziendali.
Distribuiti tra vari attori, i costi (che ci sono!) sono più bassi per tutti, così come i guadagni. Il costo, per il privato, come abbiamo visto, è praticamente nullo.
Liberiamoci
Un ultimo motivo per cui è meglio sapere la differenza è che in qualche caso anche il software proprietario è distribuito gratuitamente. Per esempio usando, come abbiamo visto, la tecnica del “freeware” (distribuzione gratuita, vedi sopra) si possono invogliare molte persone a utilizzare il software proprietario, ed espanderne la diffusione.
Oppure, si regalano copie di software proprietario alle Scuole e Pubblica Amministrazione, punti chiave della Società, da cui poi si diffondono nelle case delle persone che li frequentano o che hanno in qualche modo a che fare con esse.
In entrambi i casi (freeware, o copie regalate), chi detiene il copyright del programma tiene al laccio i suoi utenti, rendendoli dipendenti alle sue pretese economiche.
La sola strada per togliersi il laccio al collo, è quello di passare subito al Software Libero, che consente scelte consapevoli e che dipendono solo dalla propria volontà.
Letture consigliate
Definizione di Software Libero sul sito GNU
Libro "Software Libero, Pensiero Libero" di Richard Stallman (liberamente scaricabile)
6 commenti:
Post molto chiaro, lo userò per spiegare cos'è il Free Software ai miei conoscenti :)
Complimenti! Bel post!
@ Matteo e Luca
Grazie! :-)
La questione delle scuole è, secondo me, uno dei punti cardini. Qualcosa si sta muovendo da qualche parte, dove ci sono docenti o dirigenti illuminati (e dove non gli mettono i bastoni fra le ruote...), ma nella maggior parte dei casi non è così: si insegna ad utilizzare SO Microsoft o Apple, con software relativo e si crea una 'dipendenza' che alla maggior parte delle persone sta bene; del resto perchè cambiare abitudini, imparare quasi tutto da zero, ecc. quando hai già tutto pronto e bello sul piatto?
@ Conte_sty
Sì, nelle scuole italiane il Sw Libero si diffonde solo grazie all'impegno di (isolati) insegnanti illuminati, ma non c'è nessun progetto e nessuna volontà "superiore" che indirizzi l'uso. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.
Il mio prof era un Illuminato! grande Cipo! grazie anche a lui mi è nata la voglia di costruirmi un PC da solo scegliendomi tutte le componenti
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