"Here Men From Planet Earth First Set Foot Upon the Moon July 1969 A.D. We Came in Peace For All Mankind"
(traduzione: "Qui uomini dal pianeta Terra fecero il primo passo sulla Luna Luglio, 1969 d.C. Siamo venuti in pace per tutta l'umanità")
(traduzione: "Qui uomini dal pianeta Terra fecero il primo passo sulla Luna Luglio, 1969 d.C. Siamo venuti in pace per tutta l'umanità")
40 anni fa, il 20 Luglio 1969, gli astronauti statunitensi Amstrong e Aldrin della missione NASA "Apollo 11", per primi posero i piedi sul suolo lunare. Tra le cose che gli astronauti lasciarono sulla Luna c'è una targhetta con l'iscrizione che trovate qui sopra. Parole che considero molto più belle e significative di quelle sui passi fatti dall'umanità. Sono giustamente rimaste dalla Luna per pararci da eventuali attacchi Klingon. Sulla Terra, intanto abbiamo continuato a farci la guerra tra di noi.
Ho avuto modo di leggere una piccola parte dell'abbondante letteratura giornalistica sull'argomento, apparsa su tutti i quotidiani e settimanali nazionali.
Una buona parte, è auto celebrazione giornalistica del tipo "io c'ero"
con la fedele e pedante riproposizione delle immagini del tempo. Anche se mi è piaciuto però rivedere il compianto Andrea Barbato, uno dei pochi grandi giornalisti degli ultimi anni.
Un'altra buona parte di questa, tratta la parte tecnica della missione, con abbondanti dettagli tecnici sul razzo usato, sul peso della capsula, il carburante usato, la distanza percorsa e altra roba del genere. Roba che tutti, a parte i fanatici, dimenticano nel giro di 1-2 giorni.
Un'altra buona parte di questa, verte sulla teoria del complotto, secondo cui in realtà lo sbarco sulla Luna non ci sarebbe mai stato, ma che fosse una montatura, con le immagini lunari in realtà filmate negli studi di Hollywood. A questo riguardo, per chi vuole approfondire, esistono un buon film "Capricorn One", e un pessimo libro "Non siamo mai andati sulla luna". Ma lascio a ben più famosi blogger la discussione su questo importante aspetto della vicenda.
Nessuno che parli di cosa sia servito, e quali benefici abbia avuto l'Umanità da questa missione. Il grande passo che l'Umanità avrebbe compiuto insieme ad Amstrong.
"li va in serca dei marsiani e cua in tera li ne fa viver da cani"
(traduzione: "vanno in cerca dei marziani e qui sulla Terra ci fanno vivere da cani"
cit. Pitura Freska - Na bruta banda)
Lo sforzo per portare l'uomo sulla Luna costò al Governo USA moltissimi miliardi di dollari, che andarono in buona parte a aziende statunitensi, e quindi beneficiarono l'economia. Questo è cosa buona. Il successo della missione permise agli Stati Uniti di recuperare lo svantaggio tecnologico spaziale nei confronti dei russi, quindi piantare la bandierina americana lassù fu indubbiamente una grossa vittoria morale durante guerra fredda. Morale che era molto basso, anche per il protrarsi della guerra in Vietnam. Anche questo è cosa buona, ma...
Ma l'euforia durò poco, 3 anni, l'ultima missione Apollo 17 fu nel 1972. Una volta arrivati sulla Luna, vinta la gara a chi fa prima con i russi, ci si rese conto che non c'era più nessun motivo per continuare. Mentre la stampa immaginava già le prime basi lunari, la NASA preferì cancellare le ultime 3 missioni Apollo (18, 19 e 20), e dirottare i soldi sul programma "Space Shuttle": in pratica, un camion spaziale che porta materiale in orbita e poi rientra. Molto meno poetico, ma anche molto meno costoso e molto più remunerativo.
Delle missioni spaziali sulla Luna cosa ci resta?
Una serie di oggetti e tecnologie inventati e usati nelle missioni spaziali: 30.000 (!), dicono, io mi ricordo solo il velcro (come abbiamo potuto vivere senza!).
Qualche chilo di rocce lunari, neanche da paragonare con la patata, riportata dal Nuovo Mondo, che salvò l'Europa dalla carestia e dal declino.
E un bell'album di ricordi, con la foto della Terra vista dall'alto nella sua interezza, la "blue marble" (marmo blu), che dovrebbe ricordarci, nei momenti di maggiore vanagloria, quanto siamo piccoli e fragili nei confronti dell'Universo che ci circonda.
(traduzione: "vanno in cerca dei marziani e qui sulla Terra ci fanno vivere da cani"
cit. Pitura Freska - Na bruta banda)
Lo sforzo per portare l'uomo sulla Luna costò al Governo USA moltissimi miliardi di dollari, che andarono in buona parte a aziende statunitensi, e quindi beneficiarono l'economia. Questo è cosa buona. Il successo della missione permise agli Stati Uniti di recuperare lo svantaggio tecnologico spaziale nei confronti dei russi, quindi piantare la bandierina americana lassù fu indubbiamente una grossa vittoria morale durante guerra fredda. Morale che era molto basso, anche per il protrarsi della guerra in Vietnam. Anche questo è cosa buona, ma...
Ma l'euforia durò poco, 3 anni, l'ultima missione Apollo 17 fu nel 1972. Una volta arrivati sulla Luna, vinta la gara a chi fa prima con i russi, ci si rese conto che non c'era più nessun motivo per continuare. Mentre la stampa immaginava già le prime basi lunari, la NASA preferì cancellare le ultime 3 missioni Apollo (18, 19 e 20), e dirottare i soldi sul programma "Space Shuttle": in pratica, un camion spaziale che porta materiale in orbita e poi rientra. Molto meno poetico, ma anche molto meno costoso e molto più remunerativo.
Delle missioni spaziali sulla Luna cosa ci resta?
Una serie di oggetti e tecnologie inventati e usati nelle missioni spaziali: 30.000 (!), dicono, io mi ricordo solo il velcro (come abbiamo potuto vivere senza!).
Qualche chilo di rocce lunari, neanche da paragonare con la patata, riportata dal Nuovo Mondo, che salvò l'Europa dalla carestia e dal declino.
E un bell'album di ricordi, con la foto della Terra vista dall'alto nella sua interezza, la "blue marble" (marmo blu), che dovrebbe ricordarci, nei momenti di maggiore vanagloria, quanto siamo piccoli e fragili nei confronti dell'Universo che ci circonda.
3 commenti:
Io c'ero, il 20 luglio di 40 anni fa (sigh!) ero alla Scuola Trasmissioni della Cecchignola e fin che abbiamo potuto, per questioni di orario e ritirata, abbiamo seguito alla tv dello spaccio il succedersi dell'evento.
Personalmente ho vissuto e seguito fin dall'inizio la così detta "corsa allo spazio", dal primo volo sub-orbitale di Shepard con la Mercury alla tragedia dell'Apollo 1 dove persero la vita Grissom, "veterano" dei voli Mercury, ricordo che durante un ammaraggio la capsula cominciò ad affondare e lui si salvò grazie alla sua prontezza, White che fu il primo astronauta ad uscire dalla navicella, la Gemini, per la prima "passeggiata nello spazio" e Chaffey, una recluta.
Non sono un fanatico od appassionato di astronautica, ma ho avuto la fortuna di vivere in un periodo che dalla tecnologia dei tubi a vuoto, le cosidette "valvole" prima, siamo passati ai semiconduttori con i primi transistor, con l'integrazioni di questi nei circuiti logici poi, fino ai nostri giorni con le cose che tutti conosciamo.
Questo, a parere mio, grazie anche alla ricerca per la "conquista dello spazio"
oltre che a quella militare, ovviamente.
Scusami la lunghezza... :)
Pino
@ Peppermint
Io al tempo ero in viaggio, in una capsula nella pancia di mia mamma, :-) e mi fa piacere leggere la tua testimonianza.
Quello che volevo evidenziare è che la conquista della Luna è stata una bella sfida, ma poi si è esaurita la spinta e l'interesse. E sono finiti i sogni...
Il tuo è stato un viaggio molto più importante ;)
Concordo con te, fine di un sogno, come tutti i sogni che si avverano..
A parte le note vicende dell'Apollo 13, dalle quali hanno tratto un bel fim con Tom Hanks, gli ultimi erano diventati delle normali routine tanto che finivano nelle pagine interne dei giornali e la gente non ci faceva più caso. Più o meno come succede adesso con la ISS.
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