domenica 16 agosto 2009

L’Osservatorio Banda Larga presenta il rapporto annuale 2009

Cos’è “L’Osservatorio Banda Larga”

L’Osservatorio Banda Larga è un’iniziativa avviata nel 2002 da un’azienda privata, in condivisione col "Comitato Esecutivo per la Larga Banda" (istituito dal Ministro delle Comunicazioni e dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie), per "realizzare un monitoraggio continuo della disponibilità di infrastrutture e servizi a banda larga nelle varie zone del paese, dei processi di adozione e dei modelli di sviluppo locali."

Iscrivendosi al loro sito, si possono trovare molte notizie utili sulla diffusione della banda larga, tra cui una rassegna stampa quindicinale dedicata alla banda larga in Italia e nel mondo.

Il Rapporto 2009

Nel Giugno scorso, l'Osservatorio ha presentato alla stampa il “Rapporto sulla domanda di connettività e servizi a banda larga nelle famiglie italiane 2009”. Si tratta in pratica del rapporto sull’andamento della diffusione della banda larga tra le famiglie italiane. Il rapporto viene fatto e presentato una volta all’anno, ed è interessante per capire in che modo si sta diffondendo la banda larga in Italia.

Ho chiesto all’Osservatorio di averne una copia del Rapporto, se la ottengo vi potrò dare qualche altro dato. Leggendo il comunicato stampa si possono però già leggere alcune notizie interessanti.

Due fatti positivi

Le famiglie che hanno accesso alla banda larga sono 9,7 milioni, il 39% delle famiglie italiane, in crescita rispetto alle 8,7 milioni (37%) del 2008. Di queste l’82% ha una tariffazione “flat” (80% nel 2008), cioè paga un canone fisso, indipendentemente dal traffico effettuato. Entrambi i dati sono da leggere positivamente.

Un milione di famiglie in un anno è un bel balzo in avanti. In più, si legge dal comunicato stampa, che la crescita continua. Il dato è ancora più positivo se lo si guarda nel contesto di piena crisi economica che stiamo vivendo in questi ultimi anni.

La scelta della banda larga in abbonamento, anziché “a consumo”, è altrettanto positiva, perché significa che le famiglie italiane vedono internet come una risorsa necessaria alla loro vita quotidiana, non soltanto un hobby da pagare quando si usa. E’ pur vero che questa scelta è quasi obbligata: le compagnie telefoniche hanno tariffe a consumo onerose (circa 2 euro all’ora), che rende conveniente la tariffa flat già solo usando internet mezz’ora al giorno.

Due fatti negativi

A bilanciare le buone notizie, quelle cattive.

La prima è che il mercato delle connessioni a internet sta arrivando alla saturazione. La connessione manca “solo” a 1,6 milioni di famiglie che già hanno il PC. Quando anche queste ce l’avranno il mercato sarà praticamente morto.

In più lo sviluppo della banda larga nelle zone dove adesso non arriva è fermo. Lo stanziamento di 800 milioni di euro promessi dal Governo è rimandato di volta in volta. Lo sviluppo della banda larga avviene “a macchia di leopardo”, per iniziative di enti locali o privati (come nel caso di Roma). Ci sono comunque ancora 8,7 milioni di famiglie che vivono in zone dove la banda larga non arriva.

La seconda brutta notizia: ben 12 milioni di famiglie italiane non hanno un PC, e quindi men che meno si sognano una connessione a internet. Un’altra conferma dell’arretratezza tecnologica dell’Italia. Manca la cultura delle tecnologie, e l’abitudine a usarle.

Un ultimo fatto (positivo ?): la via italiana alla banda larga (?)

Ma forse dovrei chiamarla “la speranza italiana”. Se c’è infatti una cosa che le famiglie italiane hanno l’abitudine usare è il telefono cellulare. Stanno aumentando esponenzialmente gli accessi a internet da rete mobile: 1 milione di famiglie italiane la usa esclusivamente per accedere a internet, e 1,5 milioni hanno una connessione a banda larga mobile oltre a quella fissa.

Questa può essere un fattore “anomalo” di sviluppo della banda larga in Italia. Se la banda larga su cavo langue, quella via etere può svilupparsi molto di più, grazie all’abitudine al cellulare. L’accesso a internet potrebbe essere quindi “inconsapevole”: il cliente utilizza servizi (notizie, informazioni sul traffico, giochi, servizi sociali e sanitari) dell’operatore, senza rendersi conto che sta passando su internet. Dall’altra parte, molti operatori (giornali, agenzie di stampa, produttori di giochi, aziende socio-sanitarie, enti locali come comuni e province), cercheranno di canalizzare le loro informazioni su questo vettore, ben sapendo che il telefono cellulare è ormai presente in ogni famiglia. Utopia?

Social network rulez

Infine, un fenomeno sociale interessante è la conferma del boom di Facebook. Nel 2009 il 68% delle famiglie (che accedono a internet) usano FB, in crescita del 357% rispetto al 19% del 2008.

Questo denota un interessante cambio dei costumi. Molti italiani hanno sostituito alcuni mezzi di comunicazione (telefono, cellulare, le stesse mail) con il social network. In parte a rimetterne è potrebbe essere stata anche la TV, grazie alla possibilità di condividere filmati, a dispetto degli enormi investimenti effettuati nel digitale terrestre.


Link:

Comunicato stampa relativo alla presentazione del “Rapporto 2009”
Post precedente: Banda larga a Roma
Post precedente: NON decisione del Governo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

1) che velocità è considerata banda larga ?

2) i collegamenti wireless sono principali o utilizzati in aggiunta a quello principale in casa ?

3) il collegamento in banda larga è utilizzato per vedere la televisione ?

Dario Cavedon ha detto...

@ Anonimo:

Che domande interessanti! Allora:

1) Non c'è una definizione di banda larga esatta e quindi neanche della velocità. Comunemente si intende banda larga per tutte le linee *DSL, anche il doppino in rame (!) quindi, possiamo dire dai 256 kbit/s.

2) Seconto l'osservatorio c'è 1 milione di famiglie che usa *solo* il collegamento in banda larga su rete mobile, e 1,5 milioni famiglie che lo usano in aggiunta al collegamento "tradizionale"; la mia impressione è che chi usa la rete mobile la usi come seconda scelta, anche perché la rete mobile è sempre im media più lenta di quella su cavo.

3) vedere la TV su banda larga, nel senso tradizionale del termine, è abbastanza poco diffuso, perché internet è molto diversa dalla TV tradizionale. Internet da' la possibilità di usufruire di contenuti quando si vuole, non c'è un palinsesto predefinito, e chi si collega si aspetta non non doversi collegare a orari prefissati.

Sper di aver risposto alle tue domande... nel caso sono sempre qua! :-)

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