Riepilogo del post precedente
Nella prima parte, avevamo visto come si poteva evitare la “morte da centro commerciale”, patologia fatale che colpisce solo gli uomini accoppiati. Anzi, solo gli uomini che hanno compagne che li obbligano ad accompagnarle ai centri commerciali. Vi avevo elencato tutta una serie di strategie per evitare la gita al centro commerciale. Se siete arrivati a leggere fin qui, devo dedurre che tutte le strategie siano fallite. Probabilmente perché siete troppo buoni, puri d’animo, incapaci alla menzogna. Oppure la vostra donna ha letto il mio post prima di voi. Oppure tutte queste cose insieme.
Come sopravvivere
Ebbene, adesso viene il difficile: sopravvivere un’intera giornata in un centro commerciale. Per farvi capire meglio paragonerò il centro commerciale al luogo che, nel comune immaginario maschile, gli è più simile, cioè l’inferno. Permettetemi quindi di accompagnarvi in questo .... viaggio.
Il viaggio verso il centro commerciale (Limbo)
Su questo non ho molto da consigliarvi, i primi chilometri si svolgono nel silenzio rassegnato, per fortuna c’è la radio. (Ma cosa assumono i deejay per essere sempre di buon umore alla mattina?) La cosa migliore che potete fare è fingere indifferenza. Se esprimete malumore, la vostra dolce metà ve la farà pagare. Tanto vale assumere una calma olimpica e comportarsi come se si stesse andando a fare la spesa, un sabato mattina qualunque.
Arrivo e parcheggio (attraversamento dell’Acheronte)
L’arrivo consiste in qualche chilometro di coda. Per almeno 40-50 minuti avrete a che fare con altri uomini del vostro stesso cattivo umore, anche loro condannati alla colonia-penale-centro-commerciale. Anche in questo caso, comportatevi da automobilista svizzero. Lasciate passare chi pretende di passarvi davanti tagliando la strada da sinistra. Per passare, basterà cogliere il primo sguardo di automobilista incerto. Mal che vada c’è sempre la constatazione amichevole.
Grazie parcheggiatore! (incontro con Caronte)
La persona più malvagia del centro commerciale è il parcheggiatore. Questo losco figuro, il cui sguardo di fuoco si è trasferito nel giubbotto catarifrangente. Coadiuvato dai suoi sgherri, Vi obbligherà a parcheggiare a tre chilometri dall’entrata del centro commerciale, facendovene fare almeno altri quattro nei tortuosi vicoli all’interno del parcheggio, neanche fosse il Labirinto di Minosse. In più, vi obbligherà a mettere l’auto di a 10 centimetri dall’altra, inveendo contro di voi tutte le peggiori parolacce, alcune delle quali se le è inventate (e ne va fiero). Godetevi l’aria fresca del tragitto macchina – entrata del centro commerciale come foste ergastolani durante l’ora d’aria. Non sapete se e quando ne potrete avere un’altra.
Entrata al centro (incontro con la Bestia)
Mentre entrate, passando le porte automatiche, vi accoglie la Bestia. Voi non la vedete, ma ne potete sentire l’alito caldo. Sulla porta una scritta a caratteri cubitali: “Domenica sempre aperto”. Dovrebbe suonare come una promessa. Guardando la vostra donna tutta felice ed eccitata a voi sembra invece una minaccia.
Adesso che siete arrivati, dovete cercare di sopravvivere.
Mimetizzazione e imboscamento
Appena dentro il centro commerciale, proponetele subito di bere un caffè. Vi dirà subito di sì. Sorpresa di tanta gentilezza, avrete buone probabilità quando le proporrete “Ho visto che c’è l’ultimo iPod in offerta nel negozio di elettronica, e vorrei andarci subito prima che finiscano. Che ne dici di trovarsi tra 1 ora qui davanti?”. Non potrà dire di no. Lei odia i negozi di elettronica, e non vuole perdere tempo. Appena l’avete lasciata al suo destino, andate tranquillamente al negozio di elettronica. Avete almeno 3 ore prima che lei si accorga che ne è passata 1. Potete quindi in sequenza:
- andare al negozio di elettronica, studiarne a fondo il volantino delle offerte, e chiedere insistentemente al commesso del reparto computer perché non ce n’è neanche uno con Linux, minacciando di voler provare una distro live sui PC esposti
- andare quindi al negozio di articoli sportivi, passare in rassegna tutto il reparto sci, trekking, alpinismo, tennis, calcio, calcetto e rompere le scatole al commesso perché non hanno il ricambio per il vostro spazzolone da curling
- andare in libreria e leggere tutti i primi capitoli dei best seller, tutte le prime pagine dei giornali e sfogliarne alcuni
- andare al supermercato a mangiare qualche pistacchio dal cestone, uscendo senza comprare niente
Dopo 3 ore, andate all’appuntamento. Lei non ci sarà. Chiamatela al cellulare e fatela sentire in colpa per il ritardo, ma non infierite troppo.
Tecniche di emergenza
Nel caso la prima tecnica non funzioni, dovrete rassegnarvi a fare il facchino al seguito di Pretty Woman. In questo caso, vi restano un paio di soluzioni.
La prima consiste nella tecnica tibetana di separazione dello spirito dal corpo. Potrete tranquillamente lasciare che il corpo segua la vostra donna, e con lo spirito fare quanto descritto al paragrafo precedente.
Nel malaugurato caso non aveste passato gli ultimi 15 anni in Tibet, dotatevi di telefonino con navigazione internet abilitata. Evitate l’uso di netbook e palmari, troppo evidenti, la vostra donna potrebbe pensare che vi state annoiando (si arrabbierebbe). Dovete invece fingere felicità, nascondendo abilmente il cellulare nelle pieghe del giubbotto. Alla fine della giornata, avrete speso 1800 € di traffico internet, ma sarete comunque contenti quanti uscite a veder le stelle.
3 commenti:
molto carino questo manuale di sopravvivenza, ne terrò senz'altro conto un giorno che mi capiterà qualcosa di simile!!!
Dario! Sai quale è la tragedia???? Che sono io che guido (e che quindi mi faccio le code) e che è il mio ragazzo a volermi portare per contri commerciali contro la mia volontà!!!!
AIUTO!!!!!
Un bacio
@ Flavia
:-))) Non so se riesci a mettere in pratica i miei suggerimenti... Magari potresti fare tu un "Manuale di sopravvivenza per DONNE"!
Posta un commento