giovedì 2 ottobre 2008

Siamo quello che mangiamo - 1

Un biscotto è solo un biscotto, oppure anche un prodotto così banale riflette la società in cui viviamo?

Cominciamo dall'inizio, l'episodio riguarda Doria, nota marca di panificati, merende e biscotti. Da anni la mia famiglia era un'appassionata consumatrice dei suoi biscotti "Bucacao". ERA perché in maniera improvvisa, Doria ha cambiato le immagini sulla confezione da marrone ruvido-genuino a un bianco figo-al-passo-con-i-tempi. Fosse lì il problema! Purtroppo, il cambio è stato anche sulla ricetta. Ed è stato in peggio:
  • diminuita la percentuale di cacao dal 4,5% al 3,5%;
  • il latte scremato è stato sostituito con "proteine del latte" (che roba è!?!?)
  • diminuite le uova
E si sente! Il biscotto adesso è molto più friabile, si spappola non appena lo si immerge nei liquidi previsti in questi casi (latte, tè, succo di frutta), e sa moooooolto meno di cacao. Insomma una delusione. La famiglia al completo ha lasciato il resto della confezione a suo destino. Beh, il papà (io!) ha dovuto mangiarsi tutti i biscotti... non si butta via niente.

Ho scritto subito al servizio consumatori della Doria, questa mail:
"Vorrei capire il motivo del cambio "di ricetta" dei biscotti "Bucacao". Ho notato infatti che, con il cambio di confezione, passato dal color marrone rustico al bianco, è cambiata anche la ricetta e quindi gli ingredienti dei biscotti "Bucacao". In particolare: - è diminuita la percentuale di cacao dal 4,5% al 3,5% - il latte scremato è stato sostituito con "proteine del latte" (che roba è??) - è diminuita in percentuale anche la parte di uova. Il risultato della nuova ricetta è deludente! La mia famiglia che consuma i Vs biscotti "Bucacao" da sempre sta pensando di cambiare biscotto e passare alla concorrenza. Grazie per l'attenzione che vorrete dedicarmi, Dario Cavedon"

Ah, andando a cercare l'indirizzo email dell servizio consumatori, ho notato che fino a poche settimane fa, il sito riportava ancora la vecchia ricetta!

Non pensavo mi rispondessero, e invece 2 giorni dopo mi è arrivata la risposta:
"Gentilissimo Signor Cavedon,
La informiamo di essere molto spiacenti per quanto ci ha comunicato e desideriamo ringraziarLa con la presente per la Sua segnalazione: i messaggi come il Suo costituiscono per noi uno stimolo a migliorarci sempre, consci che il nostro obiettivo consiste nel mantenere e rafforzare il rapporto di fiducia che da sempre lega Doria ai suoi Consumatori.
Ci scusiamo pertanto per l’inconveniente che Lei ha denunciato e Le precisiamo che abbiamo già prontamente provveduto ad inoltrarla al nostro ufficio competente per le evidenze del caso.
La ringraziamo nuovamente per la Sua segnalazione e, con l’auspicio che Lei rinnovi la scelta nei confronti dei prodotti Bauli e Doria, Le porgiamo i nostri migliori saluti!
Serv. Consumatori Bauli div. Doria
Sabrina Zxxxxxx"

La buona notizia è che mi hanno risposto.

La brutta notizia è che la risposta è così generica che non dice assolutamente niente! Altra brutta notizia, Doria è diventata una "divisione" di Bauli. Non che questo sia in sé una brutta notizia, ma forse non è un caso che la ricetta sia cambiata nello stesso periodo.

Chi produce alimenti, proprio perché a contatto tutti i giorni con le persone, dovrebbe avere a cuore la qualità dei propri prodotti, e la cura per i propri clienti, che mettono nelle loro mani la propria salute (siamo quello che mangiamo).
Temo invece che molte volte questo sia superato da logiche di profitto a breve termine. Alla lunga però la si crea una situazione di disaffezione e sfiducia nelle persone, che fatalmente si ribalta sul produttore. Senza considerare che ai tempi di internet, in cui la comunicazione è diventata (sta diventando) "da molti a molti", l'informazione (anche e soprattuto negativa) dilaga molto più velocemente ed è più difficile manipolarla.

2 commenti:

Giuseppe Savo ha detto...

ciao,
ho letto la tua disavventura e ti racconto la mia esperienza.
Lavoro in un laboratorio chimico delle dogane in cui si analizzno alimenti.
Da quando ho iniziato a vedere con COSA vengono fatti i dolci e le preparazioni industriali, mi sono convertito alla spesa a km zero.

Se tu leggi "uovo", non puoi immaginare una pappetta arancione con odore di uovo, e così al posto di "latte" non puoi mangiare una farina bianca.

Purtroppo le materie prime "pregiate" costano, e per questo facciamo ricorso a prodotti "semilavorati" che si rovinano più difficilmente, che sono ripetibili ecc ecc.

il problema è che non ci sono più i cibi con i sapori che apprezziamo.

A meno che non ritorniamo a farci i dolci da soli.

Saluti,
Giuseppe

Dario Cavedon ha detto...

Quoto in toto il tuo post.
Farmi i dolci in casa è una delle cose che ho imparato a fare. Oltre a questo mi faccio il ragù, la pasta all'uovo, le lasagne alla bolognese e adesso sto "sperimentando" il burro.
Insieme alla "spesa a km zero" è uno dei pochi modi per sapere cosa si mangia!

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