lunedì 8 dicembre 2008

“Questo uccide quello” – Digitale terrestre e banda larga

Siete sicuri ad essere voi a guardare la TV, e non viceversa? :-)

Nel capolavoro di Victor Hugo “Notre Dame de Paris”, l’architettura di Parigi e la sua storia fanno da sfondo alle appassionanti vicende del gobbo Quasimodo e della bella zingara Esmeralda. L’architettura della città nella Storia costituì infatti non solo l’ossatura, ma anche il mezzo di comunicazione di massa più diffuso: basti pensare alle cattedrali gotiche con il loro elevarsi in verticale verso il cielo, verso il Supremo, o agli affreschi, che erano il mezzo di insegnamento dei testi sacri più diffuso. L’architettura subì un crollo in popolarità e importanza con l’avvento del libro stampato: il nuovo mezzo supera di gran lunga l’architettura non solo in diffusione, ma anche in facilità di comprensione. L’impatto fu devastante, tanto che Hugo fa dire a uno dei protagonisti del libro “Questo (cioè il libro) uccide quello (l’architettura)”.

Una lunga divagazione, che mi serve per inquadrare cosa sta succedendo in Italia:

Questo (cioè la TV digitale terrestre) uccide quello (la banda larga).

In Italia a fronte infatti della diffusione sempre crescente della TV digitale terrestre, la banda larga arranca, e perde sempre più terreno rispetto all’Europa. Secondo infatti un rapporto Between, società di consulenza ICT, che ha tra l'altro costituito il "Osservatorio sullo sviluppo della banda larga" la banda larga in Italia è diffusa come nella media europea, ma ci sono solo 10,7 milioni di utenti, Spagna e Slovenia ci hanno già sorpassato, e abbiamo ben poche probabilità di riguadagnare terreno, anzi. Nelle zone rurali poi, la diffusione della banda larga è del 46% (meno di noi solo Cipro e Malta).

Servirebbero interventi importanti da parte di chi ha la rete (uno per tutti, Telecom Italia) o di chi guida il Paese. L’uno e l’altro per motivi (forse) diversi, non sono minimamente interessati a farlo. Ancor meno in questo periodo di crisi finanziaria e economica. Quando invece la banda larga potrebbe essere un volano per far ripartire il Paese.

Invece la TV digitale terrestre è all'avanguardia in Italia. Nel recente passato se ne è ampiamente sponsorizzata la diffusione, anche tramite sussidi statali, ricordiamo i 220 milioni di euro stanziati per l'acquisto del decoder per vedere il digitale terrestre. In più, ormai tutte le TV LCD e plasma in vendita offrono il decoder per la TV digitale già installato. Infine si sta anche procedendo a passi decisi verso l’adozione totale di questo standard, in sostituzione della vecchia TV analogica, tanto che in Sardegna esiste solo digitale terrestre e si sta attivando regione per regione in maniera graduale fino alla totale sostituzione entro il 2012.

Un paio di considerazioni.

La contrapposizione tra digitale terrestre e banda larga non è sulla novità del mezzo (come lo erano architettura contrapposta a libro), ma nella testa di chi ha a cuore solo una tecnologia.

La sproporzione degli investimenti e pubblicità nell’una piuttosto che nell’altra tecnologia evidenzia due aspetti. Da una parte, un desiderio di controllo centralizzato, e quindi potere centralizzato, e anche informazione centralizzata, che solo un mass media centralizzato (la TV) può dare. Dall’altra parte, una miopia nel futuro del Paese che resta all’età della pietra dal punto di vista tecnologico, e tarpa le ali a persone e aziende che grazie alla banda larga potrebbero facilmente far conoscere il loro lavoro al mondo intero.

L’Italia ha pochissime risorse naturali, intese come materie prime, e deve quindi puntare ma ha moltissime risorse naturali intese come intelligenza e creatività, come dimostrano secoli di scoperte e invenzioni italiane, ed è su queste risorse che si dovrebbe puntare, dotandole di mezzi adeguati.

La concorrenza si fa sempre più serrata. Dal punto di vista tecnologico, i paesi emergenti (Cina, India e Brasile solo per citare i più noti) non si fanno mancare niente. L’Italia invece non si fa mancare le veline, alla sera, dopo il tg.

Ciao 302T, dove vogliamo andare?


PS: mentre stavo scrivendo questo post, ho letto un articolo in cui il prossimo presidente degli Stati Uniti Barack Obama, dichiara che uno dei mezzi per rilanciare l'economia statunitense sarà la banda larga. Speriamo che adesso che l'ha detto lui, magari qualcosa si smuova anche in Italia.

Link:

Osservatorio sviluppo banda larga

Sito sul digitale terrestre del Ministero delle Comunicazioni

Articolo su "la Repubblica" sulla banda larga (ripreso da between)

Articolo su "la Repubblica" con le dichiarazioni di Barack Obama

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi torna alla mente il vecchio progetto SOCRATE della vecchia Telecom lasciato morire dopo aver cablato in fibra e cavo coassiale le principali città italiane.
Chi scrive ha lavorato alla manutenzione della rete in FO compresi i Fiber Node e la rete coassiale fino a casa del cliente. Sono passati circa 10 anni e la successiva OPA del 1999 di colaninno e compagni ha chiarito il perché, che tristezza...
Pino aka Peppermint

Dario Cavedon ha detto...

@anonimo

Le vicissitudini di Telecom Italia hanno purtroppo influenzato negativamente lo sviluppo della rete. Speriamo nel futuro vada meglio, anche con le nuove tecnologie disponibili, wi-max in testa.

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