Dalle indiscrezioni apparse sulla stampa, le opzioni sulla carta sono 3:
- Puntare alla leadership europea in 5-6 anni, collegando alla banda larga circa 100 città italiane, raggiungendo il 50% circa delle case italiane
- Puntare a tenere il passo con l’Europa, collegando il 25% delle case italiane
- Limitare l’investimento pubblico e ricorrere al finanziamento privato, puntando a collegare 10-15 città italiane
In tempi di crisi come questo, la priorità del Buon Governo è (sarebbe) quella di guardare oltre, in una prospettiva di medio - lungo periodo. Scegliere la prima delle tre opzioni comporterebbe un notevole impegno economico, ma porterebbe l’Italia ad avere un’infrastruttura leader in Europa. Questa infrastruttura consentirebbe alle aziende italiane di fornire ai propri clienti servizi come il tele-lavoro, tele-assistenza, tele-medicina che adesso sono solo nei loro sogni più rosei. Da tenere sempre presente che in Italia, come nel resto dell’occidente, l’industria manifatturiera migra all’Est, mentre cresce il settore dei Servizi. Una rete NGN sarebbe quindi un notevole vantaggio competitivo delle nostre aziende.
Se a questo aggiungiamo la storicamente decantata creatività italiana, potremmo immaginare uno scenario che consenta un “nuovo miracolo italiano”, paragonabile a quello del dopo guerra. Altro che allargare le ville del 20%!
Tornando sulla terra, il “Piano Caio” riposa tranquillo e indisturbato nel cassetto dell’on. Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico. Nessuno ha ancora preso una decisione su cosa farne! Indisturbato e segreto: al di fuori dei diretti interessati (Caio, Scaiola e il sottosegretario Romani), nessuno vi ha avuto accesso.
Ricordo che Francesco Caio nel 2008 svolse lo stesso incarico per il Governo della Gran Bretagna. Il piano di allora, il “Broadband review”, presentato al governo di Gordon Brown, venne invece immediatamente reso di pubblico dominio (vedi link sotto). In quel caso, Caio indicò 10 azioni specifiche che il Governo inglese poteva fare fin da subito, per indirizzare lo sviluppo futuro della banda larga.
La triste stagnazione italiana, è ancora più triste dopo l’annuncio del Governo Australiano, che intende investire nei prossimi 8 anni 21,5 miliardi di euro per portare nelle case australiane rete in fibra ottica a 100 megabit. Il primo ministro australiano Kevin Rudd ha dichiarato: «Come le ferrovie nel 19esimo secolo e l’elettricità nel 20esimo, la rete a banda larga costituisce l’infrastruttura del 21esimo secolo».
Noi italiani dovremo accontentarci della televisione digitale terrestre, a cui il Governo attuale, e il premier attuale, sembra tenere in modo particolare. In questo campo il passaggio prosegue come da programma con la precisione di un orologio svizzero.
Intanto il “Rapporto Caio” dorme tranquillo in un cassettino di noce stagionato. Chissà se arriverà il principe Azzurro a svegliarlo?
Link:
NGN su Wikipedia
Intervista a Francesco Caio sulla “Broadband review”
Broadband review
Notizia dell'annuncio sulla Banda Larga australiana
2 commenti:
E pensare che che ha Telecom aveva già cablato in F.O.le maggiori città per portare la tv via cavo, mi riferisco al progetto "Socrate".
In casa arrivava il coassiale ma poi tutto è stato abbandonato. L'unico vantaggio rimasto sono le tubazioni, in gran parte vuote, pronte per futuri utilizzi.
Purtroppo deve esserci il tornaconto di qualcuno, altrimenti i progetti rimangono tali...
@ Peppermint
Il tornaconto c'è (ci sarebbe) ed è la TV via cavo, ma chi decide ha già deciso che basta il digitale terrestre. Penso di tornare sull'argomento in un prossimo post, in cui spiego anche questo.
Stay tuned!
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