Mi spiace ripetermi, ma dopo ben 3 mesi di sonno, in cui non si è capito bene cosa è stato fatto, adesso non si è capito bene cosa hanno (o non) hanno deciso di fare. Mi spiego meglio.
Le 3 opzioni
Sul tavolo, come da "Piano Caio", c'erano 3 proposte:
- Leadership europea: un piano ambizioso (e costoso) per portare l'Italia nell'elite della banda larga, il "G8 della broadband", 10 miliardi di euro di investimenti in 5 anni per collegare in fibra ottica 10 milioni di famiglie italiane;
- Per non arretrare in Europa: un piano per rimanere al livello medio europeo, con investimenti per 5,4 miliardi di euro in 4 anni, per collegare in fibra ottica 4 milioni di famiglie
- Flessibilità sul territorio: piano per riuscire a far convergere investimento pubblico e privato in una rete mista a fibra e rame (questa opzione sembra buttata lì come scappatoia se non si vuol investire)
"La quarta che hai detto!"
E' successo che il Governo, non ha scelto ufficialmente nessuna delle 3 proposte, e ha propagandato una non scelta del tipo "1,47 miliardi di euro per la banda larga in Italia". In realtà se si guarda un po' da dove arrivano questi soldi, ci sono:
- 800 milioni di euro già stanziati in precedenza (ora all'esame del CIPE, per verificare se c'è la copertura finanziaria)
- 264 milioni dai fondi strutturali europei F.A.S. (Fondi Aree Sottoutilizzate)
- 188 milioni, di cui metà da altri fondi strutturali europei
- 210 milioni dai privati (e questa fa proprio ridere, il Governo si vende il .... degli altri!)
Super-Caio criptonizzato
Lo stesso super consulente, Francesco Caio, imbrigliato nel suo ruolo, non ha potuto dire di più che "Non penso che Telecom Italia accelererà gli investimenti. E nessun altro gestore penso accelererà gli investimenti in fibra".
Ricordiamo infatti che Telecom Italia ha un debito pauroso (mi pare adesso sia arrivato a 44 miliardi di euro), dovuto alla gestione (non so come altro definirla) avidamente a breve termine dei manager che nel tempo si sono passati il controllo dell'azienda dal momento della sua privatizzazione. Adesso poi il controllo di Telecom Italia è detenuto da Telefonica, azienda telefonica spagnola, che forse non ha molto a cuore il destino dell'Italia. Almeno, non quanto ha a cuore il destino del proprio portafoglio.
La cifra che il Governo vorrebbe mettere in campo è distante anni luce dai 10-15 miliardi che servirebbero per portare l'Italia tra i leader della banda larga. Con quella cifra, probabilmente, se davvero verrà scucita, riuscirà appena a tenerla a galla.
Link:
Mio post precedente
Il "Piano Caio" su wikileaks
Notizia dell'incontro su "Il Sole 24 ore"
Notizia dell'incontro su "Reuters"
Dichiarazione di Francesco Caio su "Reuters"
2 commenti:
Riguardo la Telecom ti sei risposto da solo.
Se penso a com'era prima di Colannino mi viene male, mago della finanza è riuscito a comprarla con i soldi della stessa Telecom... e questi sono i risultati.
Colannino, sì, lo stesso dell'Alitalia o sarebbe meglio chiamarla Alitaglia visto che è destinata a finire a pezzettini...
Perdona lo sfogo..
Pino aka Peppermint
ex Telecom
@ Peppermint
Colaninno e il suo successore hanno "svuotato" Telecom Italia, sia dal punto finanziario che patrimoniale.
Con questo passato, è facile prevedere il futuro: Colaninno s'è comprato Alitalia con i soldi delle banche. Fra un paio di anni, dopo aver presto stipendio e (magari) utili da favola, venderà tutto a Air France, per ripagare le banche.
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