Con un annuncio a sorpresa sul blog, last.fm ha deciso di far pagare 3 € al mese a tutti i propri utenti, per il solo servizio di webradio, che è, tra tutti, quello più utilizzato. Gli altri servizi resteranno gratuiti. Altrettanto a sorpresa, gli utenti di Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania manterranno ancora l'accesso gratuito. Quest'ultima decisione, si legge sul blog, è dovuta al fatto che in tali Paesi, last.fm è già adeguatamente finanziata (e non serve "spennare" gli utenti, aggiungo io).
Anche se il costo è davvero basso, è probabile una migrazione di massa degli utenti verso altre piattaforme, una su tutte www.deezer.com. Oppure una dispora tra le centinaia di webradio minori.
La notizia in sé mi lascia abbastanza indifferente. Ho usato last.fm solo occasionalmente, anche se devo ammettere che è davvero ben fatto.
La cosa che mi lascia perplesso è il marketing usato in questo caso, che ho personalmente chiamato "tecnica del gregge". La tecnica non è nuova, è già stata usata e collaudata in altre occasioni. Si tratta in beve di attirare un gregge di pecore (o di polli, scegliete voi l'animale che si adatta alle vostre caratteristiche) dentro al recinto, con promesse di erba verde gratis per tutti in quantità illimitata. Poi, una volta creato il bisogno, si chiude blandamente il recinto, intrappolando le pecore. Sono convinto, che nonostante la porta del recinto resti ben aperta, molti decideranno comunque di restare dentro, perché il posto è figo, fa figo esserci, c'ha un sacco di web-music-friends. In buona sostanza, perché ne hanno bisogno.
Questa tecnica è sicuramente legale, sicuramente legittima, ma mi dà enorme fastidio perché prende in giro la gente: bisognerebbe essere chiari fin dall'inizio su obiettivi e costi di un servizio. Chiaro che così molte meno pecore... OPS! utenti aderirebbero.
Personalmente però, chi mi prende non riuscirà a scucirmi (volontariamente) nemmeno un centesimo.
L'altra osservazione che mi viene in mente, è che questa mossa getta un'ombra sinistra anche su altri social network, come Facebook, Twitter, aNobii, Youtube, ecc. Se anche questi diventassero a pagamento? Saremmo in grado di rinunciare anche a questi servizi? O saranno diventati così naturali che ne avremo bisogno?
Link:
Annuncio sul blog di last.fm (in inglese)
6 commenti:
Ottima analisi, ma non è una novità se consideri tutta la pubblicità che induce a crearti il "bisogno" dal quale poi è difficile farne a meno o staccarsene del tutto, vedi i telefonini, navigatori satellitari (utilissimi) e quant'altro..
ciao, Pino
Bah io sono uno dei polli :-)
Ma sono un pollo che ha razzolato molto.. (in questo momento ho più di 12000 canzoni ascoltate negli ultimi 13 mesi) e che quando dovrà iniziare a pagare cercherà altre aie..
Sinceramente non mi ritengo particolarmente fesso per aver utilizzato questo servizio (se non erro ormai da 4 anni a questa parte) ed averne goduto. E' stato bello finche è durato ;)
Michele
PS
3 euro da un certo punto di vista non sono tanti: per l'uso che ne faccio viene fuori 0.003 € a canzone.
Ma da un altro sono TANTISSIMI : per la precisione più di un terzo del canone rai...
@ Michele
Io non critico i "polli", che non sono neanche "polli", perché non si fanno spennare, e comunque sono liberi di scegliere come spendere i loro soldi.
Critico la politica di marketing, che induce molta gente a usare un prodotto gratis, e poi la "infinocchia" rendendolo a pagamento.
E soprattutto mi preoccupa il fatto che la strada potrebbe essere seguita da altri social network. Specie quelli che uso io! :-)
Possono schiattare.
Potrebbero far pecunia con pubblicità o particolari servizi a pagamento lasciando l'utenza normale free.
E' proprio la tecnica del gregge, io son già su dazeer.
Non sono della stessa idea che hai tu, secondo me la parte piu' utilizzata e' quella social, piu' che della radio. Io ho deciso di pagare perche' ritengo che 3 euro per ascoltare tutta quella musica che ascolto io non sono niente. Alla fine mi sono abbonato per 30 euro e per un anno non avro' problemi... Certo, se voi volete sempre tutte le robe aggratis e' un altra storia. Ci sono servizi che purtroppo non sono gratis
@ remix_tj
Ma no, non mi lamento del fatto che sia a pagamento, ma del modo in cui lo è diventato!
A me piacciono le cose chiare, i patti chiari: "è gratis ma ti becchi la pubblicità", OK, oppure "ti faccio pagare una quota bassissima", e dico ancora OK. Ma non mi piace quando si cambiano le carte in tavola dall'oggi al domani. Mi sembra una presa in giro. Una mossa scorretta.
Beninteso: last.fm non è la prima a farlo, e non sarà l'ultima, ma a me 'sta roba proprio non va giù!
E poi non mi piace la piega che si delina all'orizzonte... i social network diventeranno tutti a pagamento??
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