martedì 11 dicembre 2007

A favore della libertà di informazione

C'è una cosa che non riesco proprio a mandare giù e che è il mastodontico vizio di base dell'informazione italiana. Non so se chiamarla censura. Dirò, che l'informazione in Italia è "parzialmente libera", mutuando l'espressione di Freedom House.org che colloca nel 2006 l'Italia al 79° posto nella classifica sulla libertà di stampa, dopo la Bulgaria (!) e insieme al Botswana (?!?!).
Il posto in classifica è ben meritato, c'è un dettagliato rapporto, che spiega bene il motivo di tale posizione. In poche parole, l'informazione, pur garantita dalla costituzione, è nelle mani di pochi.
Del resto, non si spiega altrimenti la censura che subiscono alcune delle "voci fuori dal coro". Un paio di esempi per tutti: Beppe Grillo e Daniele Luttazzi. E che il purtroppo oramai compianto Enzo Biagi ha subito per anni.
Un paio di parole su Beppe Grillo. In un suo post di qualche settimana fa, ha annunciato il prossimo V-day del 25 Aprile 2008 a favore della libertà di informazione. Nessuna delle maggiori testate italiane ha riportato la notizia. Per carità, non è che i giornali debbano scrivere ogni giorno tutto quel che dice e pensa Grillo. Ma, come già successo per il V-day del 8 settembre 2007, posso fare delle previsioni:
  • anche in questo caso del V-day ne parleranno solo dopo, e per lo stretto necessario;
  • scriveranno che Beppe Grillo è contro i giornali (e non a favore dell'informazione libera);
  • scriveranno che Beppe Grillo è contro i giornalisti (e non a favore dei giornalisti liberi di pensare e scrivere quel che pensano);
  • si aprirà un accesso dibattito politico, ampiamente seguito dalla stampa, in cui si proporranno soluzioni nuove e vecchie, magari tirano in ballo anche il "conflitto di interessi" (chi ne parla più!?!?!).
Mi spiace constatare quanto in basso sia caduto il giornalismo. Spiace perché il giornalismo dovrebbe essere "il cane da guardia del potere" (chi l'ha detto?) e invece in Italia, a parte qualche eccezione, è il cane da riporto del potere.
I giornalisti sono senza contratto da qualche anno, la firma tra Editori e sindacati è molto lontana all'orizzonte. I sindacati dei giornalisti dicono che gli editori vogliono rendere schiavi i giornalisti. Non mi preoccupa un granché. E' già triste abbastanza vederli adesso servi.

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