lunedì 24 dicembre 2012

GNU e Linux, Amor sacro e Amor profano

"Amor sacro e Amor profano (Tiziano)" - fonte Wikipedia
GNU

Nel 1980 Richard Matthew Stallman (RMS) aveva 27 anni. A quei tempi si era laureato da poco, e lavorava al MIT, nel laboratorio di intelligenza artificiale. Stallman era solito modificare i programmi forniti dai produttori dell'hardware che usava, per adattarli meglio alle sue esigenze.

Quell'anno successe però un fatto che avrebbe segnato la storia dell'Informatica. Il produttore della stampante che Stallman usava al laboratorio rifiutò di fornirgli il codice sorgente del driver. Da sempre, i produttori con l'hardware fornivano anche i codici sorgenti dei programmi. Vedendo nella vendita di software una fonte di guadagno, questi cominciarono a fornire solo gli eseguibili dei propri programmi. Questo episodio fu il casus belli che portò lo stesso Stallman a fondare di lì a qualche anno il "Progetto GNU", nel 1983. GNU è un progetto che ha come obiettivo la creazione di un sistema operativo composto esclusivamente di Software Libero.

Con il progetto GNU, arrivarono negli anni successivi la "Free Software Foundation", fondazione no profit che supporta il progetto stesso, la licenza GPL, per tutelare le opere prodotte dal progetto, e i primi strumenti di base come editor di testo, compilatore  e debugger. Il kernel, chiamato HURD, invece restò a uno stadio molto primitivo.

Linux

Nel 1991, Linus Torvalds, era un giovane studente di 21 anni all'Università di Helsinky. Dopo un'estate passata per molta parte in camera a smanettare sul suo nuovo PC 80386, Linus postò sul newsgroup comp.os.minix il famoso post che decretò la nascita del "kernel" Linux, alla base di tutte le distribuzioni:
"I'm doing a (free) operating system (just a hobby, won't be big and professional like gnu) for 386(486) AT clones. This has been brewing since April, and is starting to get ready. I'd like any feedback on things people like/dislike in minix, as my OS resembles it somewhat (same physical layout of the file-system (due to practical reasons) among other things)."
Per sviluppare il suo kernel, Linus utilizzò molti degli strumenti creati dal progetto GNU. Per contro, il progetto stesso ancora mancava di un kernel per cui fu naturale adottare il neonato Linux come kernel del progetto GNU, da cui deriva la locuzione GNU/Linux.
Una volta laureato, Linus ha continuato a sviluppare il suo kernel, che è cresciuto in maniera esponenziale, grazie anche a una community di sviluppatori che conta adesso almeno 1.000 sviluppatori attivi di circa 200 aziende (!).

Richard e Linus

I due progetti, GNU e Linux, hanno assunto nel tempo la connotazione dei loro creatori. Da una parte Stallman e la FSF (Free Software Foundation) propongono una visione "purista" del Software Libero, senza se e senza ma. Pur essendo favorevoli a modelli di business, rifiutano commistioni a qualsiasi livello con software proprietario e puntano a un sistema operativo libero e aperto al 100%.
Dall'altra, Torvalds e la Linux Foundation (fondazione per cui lavora da qualche anno) hanno invece una visione più pragmatica nell'approccio al Software Libero. Pur manifestando apertamente il proprio disprezzo per le aziende che dimostrano "scarsa apertura" a Linux, Torvalds collabora con moltissime aziende, alcune delle quali hanno un approccio... torbido al mondo dell'open source, alcune delle quali addirittura apertamente ostili (chi ha detto Microsoft?).

Stallman e Apple

Un esempio della diversità di visione è il rapporto che hanno Stallman e Torvalds nei confronti di Apple. Stallman condanna senza appello i prodotti Apple. Infatti, in una recente intervista, ha dichiarato :
"Apple is the pioneer in designing computers to restrict their users [freedom] even more - and the users recognize this. When they speak about breaking some of the digital handcuffs in the 'i' thing, they call it 'jailbreaking' which recognizes that those computers are designed as jails. If you don't want to live in jail, don't use them."
"Apple è il precursore nella progettazione di computer che limitano sempre più la [libertà] dei loro clienti - e i clienti lo sanno. Quando parlano di spezzare le manette digitali delle 'i' cose, la chiamano 'evasione dal carcere', che riconosce che i computer sono progettati come prigioni. Se non si vuole vivere in prigione, non usare i loro prodotti"
(l'intervista parte dal 12' 20'', è da vedere e ascoltare tutta, Stallman parla molto chiaramente, se masticate un po' l'inglese).



Nessuno è più d'accordo del sottoscritto con Stallman: già in passato ho scritto post sulla tendenza di Apple a televisionalizzare tutti i suoi dispositivi, con lo scopo neanche tanto nascosto di rendere stupidi i propri clienti, relegandoli in costose gabbie dorate, limitando l'interazione e impedendo loro alcun tipo di controllo sui loro dispositivi.

Torvalds e Apple

Anche Torvalds in passato, ha detto parole molto dure nei confronti della chiusura delle soluzioni Apple. Per esempio, parlando di secure boot e DRM, Linus ha detto:
“Technologies that lock things down tend to lose in the end. People want freedom and markets want freedom”.
"Le tecnologie che blindano le cose alla fine tendono a perdere. La gente vuole libertà e i mercati vogliono libertà". 
Nonostante questo, Linus lavora su un Apple MacBook Air (con Linux installato). Questo è distante da renderlo un fanboy della Mela, ma la dice lunga sul suo approccio: nessun giudizio di merito su come Apple agisce "politicamente" o "eticamente", solo la constatazione della bontà dell'hardware Apple - su cui del resto è difficile dargli torto.

Amor sacro

(RMS protesta contro il produttore di schede grafiche ATI
Fonte: Free Software Foundation)

Nutro una altissima ammirazione per RMS, il suo pensiero è lucido e coerente, la sua azione nella diffusione del Software Libero costante e intransigente, si espone in prima persona in tutte le battaglie che porta avanti, rischiando anche l'arresto. Un Uomo di cotal fattura è un Esempio per tutti quelli che credono che il Software Libero dovrebbe essere la normalità e non (com'è adesso!) l'eccezione.

Amor profano

(Linus Torvalds trolla lo stand MS al Linux Japan Symposium nel 2009

Nutro anche una grandissima ammirazione per Linus Torvalds, il suo approccio pratico e orientato al risultato ha fatto crescere Linux da piccolo hobby estivo di uno studente, al più usato kernel Libero al mondo, tanto che - per dirne una - il 94% dei 500 computer più potenti al mondo lo usa (91% nel 2011, 85% nel 2008!).

Ah, l'amour!

Da una parte RMS è coerente con le sue scelte, è disposto a pagarne il prezzo - e può anche permettersele. Dall'altra Linus è la persona più pratica e meno visionaria del panorama del Software Libero.

In mezzo ci siamo noi. Ci sono io, che uso GNU/Linux tutti i giorni e, pur aspirando a un mondo perfetto in cui il Software Libero ha il dominio totale del mondo, devo fare i conti con la quotidianità, e l'impossibilità oggettiva di utilizzare solo strumenti liberi. Combattuto tra l'Amor sacro per il Software Libero che ci dovrebbe essere e l'Amor profano per il software libero che c'è, faccio quel che posso per aiutarne la diffusione, accettandone i limiti, ma solo per poterli scavalcare.

PS: Buon Natale! :-)

sabato 8 dicembre 2012

Come installare Linux: cosa fare prima, durante e dopo (guida semiseria)

Sono X Y.
Faccio il tecnico sistemista da molti anni (quasi 20). Stamani ho scaricato l'ultima versione di ubuntu, da installare sul computer di un mio amico e cliente. Il disco di questo computer era diviso in due partizioni: C e D. D conteneve molti dati insostituibili. Il programma di installazione di ubuntu ha posto la domanda se installare a fianco o sostituire windows. Alla scelta di sostituire windows formattava L'INTERO DISCO. Senza chiedere conferma ed in background. Dico... ma vi rendete conto? Il mio cliente, da me chiamato è andato su tutte le furie! Adesso cercherò di salvare i dati con un programma di recovery. Mi riservo di sporgere querela contro di voi o comunque contro i responsabili.
A risentirci.
P.S. se questa mail è stata mandata all'indirizzo sbagliato vi prego di farmelo sapere.
Quella qui sopra è solo l'ultima mail che ho visto passare da quando faccio parte della meravigliosa community italiana di Ubuntu. Il mittente della stessa mi scuserà se utilizzo la sua missiva a titolo di esempio, avendone oscurato le generalità credo possa ritenersi tutelato.

Tralasciando il tono delle parole, riconoscerete lo stress per qualcosa che si ritiene semplice e veloce, e che invece è andato nel peggior modo possibile. La cosa ancor più grave è la perdita di fiducia di chi vuole passare a Linux: un'esperienza negativa, proprio all'inizio della relazione con Linux, può essere fatale. Quasi quanto fare una brutta impressione i primi 5 minuti con una ragazza. 
"L'installazione (o aggiornamento) di Linux andrà male l'unica volta che hai dimenticato di fare il backup" (I Legge dell'Installatore)
Prima

Domanda: "Come si installa Linux?"
Risposta: "Semplice, basta inserire CD/DVD/chiavetta USB nell'apposita fessura, accendere il PC facendolo partire da CD/DVD/chiavetta USB e... voilà, les jeux sont fait!"

SBAGLIATO!

Avete presente i preliminari, volevo dire, le operazioni preliminari? Ecco questa parte è fondamentale:  
Prima di qualsiasi installazione di Linux, si deve fare una copia di sicurezza dei propri dati!
Infatti, per motivi che vanno al di là:
  1. del PC a disposizione
  2. della bontà della distribuzione Linux 
  3. della buona volontà di chi installa
  4. del vento a favore
  5. del favorevole giudizio degli Dei dell'Olimpo tutti
al di là di tutto questo, e molto altro, qualcosa potrebbe andare male, e potreste vedere tutti i vostri dati perdersi come lacrime nella pioggia.
Le vostre lacrime.

Durante

La facilità nell'installazione di Linux è talvolta pericolosa: installare una distribuzione come Ubuntu richiede 7-8 clic in tutto, ma la semplicità è un'arma a doppio taglio!
Durante qualsiasi installazione, leggere tutto quello che appare sullo schermo, e pensarci 2 volte prima di premere il tasto "Continua".
Un paio di esempi. Guardate questa finestra, che appare durante l'installazione di Ubuntu 12.04.

(fonte: Guida di Installazione sul Wiki di Ubuntu-it)

Se osservate la seconda opzione noterete una piccola scritta
"Attenzone: in questo modo verranno eliminati programmi, documenti, foto, musica e altri file presenti in Microsoft Windows XP Professional." 
Quella scritta significa esattamente quello che descrive: se scegliete la seconda opzione, tutti i vostri dati presenti sul PC saranno cancellati. 
Definitivamente.

Altro esempio, altra finestra, che appare dopo quella qui sopra.

(fonte: Guida di Installazione sul Wiki di Ubuntu-it)

Notate il pulsante evidenziato in arancione, riporta la scritta "Installa". Nelle finestre precedenti in quella stessa posizione c'è "Continua". Beh, c'è una bella differenza tra i due: una volta premuto "Installa" il processo è irreversibile, non si può tornare indietro!

Dopo
"Keep your nose clean"
Una volta installato, Linux richiede cure costanti. Se avete la fortuna di disporre di un sistema di aggiornamento automatico (come Ubuntu e le più diffuse distribuzioni Linux), fate tutti gli aggiornamenti che vi sono proposti, sempre. Se avete scelto la strada virtuosa delle distribuzioni più... smanettone, dedicate parte dello smanettamento all'aggiornamento regolare di programmi e sistema. Questo vi garantirà software migliore, esente da errori, e magari anche più veloce!

Ricapitolando

Le 3 regole da seguire per avere una macchina Linux perfetta sono:
  1. Prima dell'installazione: fate una copia di backup dei vostri dati
  2. Durante l'installazione: leggete con attenzione tutto quello che il sistema di installazione vi propone
  3. Dopo l'installazione: tenete il sistema aggiornato
Nel caso qualcosa vada storto, prima, durante o dopo, prendete in considerazione l'utilizzo delle numerose risorse messe a disposizione della varie distribuzioni Linux. Per esempio: Ubuntu ha un proprio wiki, pieno di documentazione in italiano, e numerosi volontari sono a disposizione per aiutare a risolvere i problemi sul forum o sulla chat IRC.

Occhi aperti, e godetevi la vostra Linux Box! :-)

venerdì 30 novembre 2012

Ubuntu, guardare lontano

ATTENZIONE! Post lungo, prendetevi il tempo necessario! :-)
"Aveva la coscienza pulita. Mai usata." (Stanisław Jerzy Lec)
Il Software Libero come business

Una delle prime domande che si pone una persona quando si avvicina al Software Libero è "Se il software è distribuito gratuitamente, e mi posso farne copie legalmente e senza pagare licenze, come campa chi lo sviluppa?". Una persona, cresciuta vedendo le costose scatole di software in vendita sugli scaffali di negozi e supermercati (come il sottoscritto), o che è abituata a pagare una piccola fee per scaricare una app (come la generazione attuale), ha difficoltà a capire come funzioni l'industria del Software Libero. 

Le risposte alla domanda sono più di una. Chi sviluppa Software Libero può:
  1. modificare quello stesso programma libero (chi meglio di lui?) per persone o aziende che non sono in grado di farlo, o non ne hanno interesse
  2. sviluppare altri programmi a integrazione - liberi ma anche no - per chi ne ha bisogno ma non sa farlo o non ne ha interesse
  3. fornire supporto tecnico a persone o aziende che usano il Software Libero
  4. fornire servizi accessori come infrastrutture e (moda attuale) "cloud"
  5. vendere i supporti fisici con il software (DVD, CD ecc.).
Tutte queste cose le fa anche chi vende software proprietario, la vendita è appunto solo uno dei tanti modi per vivere di software.

Il "caso"

Canonical, che è il 50% dell'anima e corpo di Ubuntu (l'altro 50% è la Community) adotta le stesse risposte: fornisce assistenza, fornisce supporto, personalizza Ubuntu alle esigenze dei clienti, fornisce programmi accessori (anche non liberi, come Landscape), e ha un proprio negozio online, dove vende CD, DVD e altri gadget. Fin qui tutto bene.

I malumori sulle politiche remunerative di Canonical su Ubuntu sono iniziate solo recentemente, esplodendo in maniera dirompente con il caso "Amazon shopping lens". "Amazon shopping lens" è uno strumento di ricerca, disponibile da Ubuntu 12.10 in poi, integrato direttamente sul desktop di Ubuntu, che effettua ricerche sul sito di Amazon. In pratica digitando alcune lettere sulla "dash" di Ubuntu, il sistema cerca automaticamente i prodotti disponibili sullo store di Amazon, e visualizza i risultati. La ricerca sulla dash era inizialmente limitata alla ricerca di dati e programmi presenti sul PC, ma adesso permette di allargare le ricerche su Internet, sullo specifico sito del colosso americano delle vendite online.


Le critiche sulla "Amazon shopping lens"

Questa scelta, annunciata a sorpresa poche settimane prima del rilascio di Ubuntu 12.10 ha generato una serie di critiche da parte degli utenti. 

La prima critica è quella appunto dell'annuncio a sorpresa: l'inserimento di questa funzionalità è arrivato a ridosso del rilascio, quando (in teoria) modifiche non se ne potevano più fare. Una scelta così invasiva doveva forse essere condivisa con la Community, che contribuisce per molta parte allo sviluppo e alla diffusione di Ubuntu. In questo caso, le esigenze commerciali, con un probabile accordo tra le parti per sfruttare l'effetto sorpresa, hanno avuto però la meglio.

La seconda critica è quella sulla privacy: i dati delle ricerche viaggiano in chiaro su Internet, sono cioè visibili a chi avesse la santa pazienza di star lì a guardare i dati che passano su Internet. Malintenzionati potrebbero quindi "sniffare" i dati e scoprire i gusti musicali - e molto altro - di chi sta effettuando ricerche su Amazon dalla dash di Ubuntu. Scoprirebbe questo e poco altro in verità, ma potrebbe dare un discreto fastidio nell'animo sensibile delle persone che usano Ubuntu.

A questo, gli sviluppatori di Unity hanno risposto integrando una funzione per disattivare le ricerche, disponibile sulle "Impostazioni di sistema", nel pannello "Privacy". 


Questa scelta è detta "opt-out" (= è così definito il modo per togliersi di torno la pubblicità quando questa è inclusa nel prodotto). I più critici avrebbero preferito una "opt-in", che chiedesse esplicitamente di attivare l'integrazione ai soli interessati, ma tant'è. Comunque, si sta lavorando per migliorare la lens, introducendo: una gestione criptata dei dati per proteggere la privacy di chi usa la lens, un filtro al contenuto "non adatto" e migliore qualità delle ricerche.

Tutto questo serviva per spiegarvi il contesto, andando alla base delle motivazioni di Canonical

"Make it all make it sense"

Un vecchio spot dell'IBM recitava "Make it all make it sense" ("Fare tutto ha senso"): a quei tempi IBM era attiva su tutto lo scenario IT: costruiva computer, dal portatile al mainframe, sviluppava sistemi operativi, dal (compianto) OS2 per PC al MVS per mainframe, forniva consulenza e assistenza, erogava formazione. Un colosso. Poi le cose cambiarono, e IBM ha dovette restringere il proprio campo d'azione, lasciando o vendendo settori ritenuti poco remunerativi. 

L'arrivo di Linux sul mercato ha riportato in auge quel vecchio motto: Linux è un sistema operativo (vabbè, un kernel) così flessibile da poter girare "embedded" nella più piccola telecamera, ma anche nel 94% più potenti computer mondiali

Del resto lo stesso Mark Shuttleworth l'ha detto più volte, per esempio all'ultimo UDS-R:
"Ubuntu 12.10 was the beginning of this extraordinary push that we are making to create a open platform, a free platform, that spans everything from the phones, to the cloud and supercomputers" ("Ubuntu 12.10 è stato l'inizio di questo balzo straordinario che stiamo facendo, per creare una piattaforma aperta, una piattaforma libera, che si estende su tutto, dai telefoni, al cloud e ai supercomputer" - trad. by Dario)
L'obiettivo è di far girare Ubuntu (e quindi Linux) su tutti i sistemi che abbiano un processore (...in grado di far girare Ubuntu! ;-), cioè:



Ubuntu diventerebbe così un player mondiale, in grado di giocare il ruolo di terzo (o quarto) incomodo in molti dei settori di cui ho parlato in precedenza.

Alzare lo sguardo

Se pensiamo a questo scenario, guardando un po' più distante del contingente, possiamo vedere che il famoso bug #1 diventa solo uno dei tanti obiettivi potenziali di Ubuntu. Obiettivi ambiziosi, per cui è naturale per chi sta emergendo cercare accordi con tutti i giocatori in campo: Amazon è uno di questi, non è il primo e non sarà l'ultimo. Non si tratta di vendere l'anima al diavolo, bensì di mettersi in gioco accettando le regole, nell'impossibilità di imporle dal basso (dell'1% del mercato desktop, per dire).

Il ruolo della Comunità in questo contesto è dare un giudizio obiettivo a questi accordi, sottolineandone i difetti e contribuendo al miglioramento critico di Ubuntu. Un giudizio sicuramente di parte e appassionato, ma per questo tanto più sincero e attento. D'altra parte, Mark Shttleworth sta cercando di aggiustare il tiro: l'idea degli "skunk team" (esposta qui, e poi specificata anche qui), gruppi misti Canonical - Comunità che lavorano insieme a funzioni che non possono essere svelate subito al grande pubblico, ne è una dimostrazione, anche se all'inizio forse non è stata capita.

Finale a sorpresa

Poi comunque se ci pensate bene, Ubuntu ha già installato uno strumento:
  • che riconosce a Canonical una "affiliate revenue"
  • che fa ricerche in chiaro su Internet
  • che mostra contenuti "non adatti" e "non filtrati"
  • che registra tutte le ricerche effettuate e molto altro
  • che deve essere disabilitato a cura di chi lo usa (opt-out).

Voi sapete già di cosa sto parlando.


Dario Cavedon è un giovanotto di belle speranze, che ha passato i 40 ma non se li sente, è uno giovane dentro, anche se da fuori non si direbbe. Si dedica con passione alla diffusione del Software Libero, di Linux e di Ubuntu e di un sacco di altra roba, nel poco tempo che famiglia e lavoro gli concedono. Il resto lo potete leggere sulla breve biografia.

giovedì 15 novembre 2012

Ubuntu-it meeting a Bologna, appuntamento per sabato 17 novembre.

Ubuntu-it meeting primaverile 2012

Sabato 17 novembre 2012 si terrà a Bologna l'ormai tradizionale "Ubunt-it Meeting", ritrovo semestrale delle persone della Comunità Italiana di Ubuntu (aperto però a tutti, basta registrarsi, anche per il pranzo!).

Il meeting è un'occasione per ritrovarsi di persona con tutti i "vecchi" e nuovi amici, un giorno per riflettere su come sta andando la Comunità, e su dove sta andando, specie dopo le ultime vicende che hanno visto la nostra amata distribuzione prendere strade "inattese".

Anche per questa edizione, ci troveremo all'Hotel Ramada Encore di Bologna, che ci ha già ospitato per l'edizione primaverile. Il programma prevede una serie di talk delle persone della Comunità, più quelli di un paio di ospiti speciali: Enrico Zini, Debian developer, che parlerà delle relazioni tra Debian e Ubuntu, e come diventare sviluppatore Debian, e Marco "Treviño" Trevisan, sviluppatore Canonical che parlerà di come avviene lo sviluppo di Unity.

Grande attesa - da parte mia - anche per il talk di Andrea Colangelo e Fabio Colinelli che parleranno di "Canonical vs. Community - Discussione sulle recenti scelte riguardanti Unity e sul processo decisionale di Ubuntu". Come ho scritto sopra, alcune decisioni prese sullo sviluppo di Ubuntu hanno lasciato... basite molte persone - tra cui il sottoscritto - e sarà interessante capire il perché di alcune scelte.

É passato ormai qualche anno da quando cominciai a partecipare alla vita della Comunità, e ancora mi entusiasma, e mi piace ritrovare le altre persone che la compongono. Il passare degli anni fortifica legami che sono ben più profondi di quanto possano sembrare quelli una comunità virtuale.

Ci vediamo a Bologna! :-)

lunedì 12 novembre 2012

Vicenza, la paura per l'esondazione è passata - sperando sia l'ultima


Ponte degli Angeli, Vicenza, il Bacchiglione a 5,88 mt ieri pomeriggio
(fonte: http://www.bacchiglione.it)


Ponte degli Angeli, Vicenza, il Bacchiglione a 3,10 mt stamattina
(fonte: http://www.bacchiglione.it)


Ieri pomeriggio ero a casa, bloccato dalla pioggia incessante, e anche dall'inedia, che la pioggia incessante induce in chi la subisce.
Devo dire che la consapevolezza di quel che stava succedendo, minuto per minuto, è un'emozione terribile. Io abito in una zona (finora) risparmiata dagli eventi atmosferici, ma a Vicenza città abitano parecchi amici e conoscenti.  Seguire l'aggravarsi della situazione sul sito che monitora il Bacchiglione senza poter intervenire in nessun modo, provoca un senso di impotenza e di disagio che porta a riflettere su quanto poco possa fare l'Uomo nei confronti della Natura. Come anche dei danni che l'Uomo ha fatto contro la Natura, ma soprattutto contro se stesso.


L'andamento del livello del fiume, il massimo raggiunto ieri dalle 15 alle 16
(fonte: http://www.bacchiglione.it)


Due anni fa seppi dell'esondazione a Vicenza solo la mattina successiva, e commentai l'avvenimento con la leggerezza di chi è inconsapevole della situazione.

Oggi la piena raggiungerà il basso padovano, dove nel 2010 l'argine non resse e una grande zona fu devastata da fango e acqua. Speriamo che anche lì le cose vadano bene.

mercoledì 31 ottobre 2012

Due giorni immerso nel Software Libero - Secondo giorno, Linux Day

Nel mio post precedente, ho parlato della mia esperienza a "Didattica Aperta 2012" di Mantova di venerdì 26 ottobre, oggi vi faccio un breve resoconto della giornata al Linux Day di Schio (VI), sabato 27.

Mattina

Sabato mattina, eravamo - come da qualche anno a questa parte - al Liceo "N. Tron" di Schio. Nella scuola, da un paio di anni, come AVi LUG, evitiamo le sessioni plenarie, gli incontri aperti a decine di studenti. Ci siamo resi conto che queste occasioni sono colte dagli studenti più per saltare la lezione che per imparare qualcosa di nuovo.

Per questo motivo, negli ultimi Linux Day, abbiamo deciso di usare la formula "workshop", l'anno scorso con un mini corso su Linux, quest'anno con una lezione più interattiva, che consntisse agli studenti di toccare con mano funzioni e potenzialità del Software Libero.

Michele durante il workshop

Quest'anno abbiamo utilizzato Xubuntu 12.04, il massimo che i PC dell'aula informatica AM3 del Tron potevano sopportare. Ma Xubuntu era solo una scusa per introdurre argomenti di più ampio respiro come "cos'è il Software Libero?" oppure il tema totalmente sconosciuto ai giovani delle "licenze Creative Commons". Dovreste vedere che faccia hanno fatto quando abbiamo annunciato:
"... e adesso Vi facciamo vedere come scaricare musica e video da Internet!"
La frase era volutamente a effetto, in quanto introduceva i siti Jamendo (musica alternativa rilasciata sotto Creative Commons) e Vimeo (piattaforma di condivisione video, anche questi in larga parte rilasciati con Creative Commons). I siti web servivano da esempio pratico di come esista un universo parallelo a quello conosciuto dai più, in cui la condivisione è addirittura incoraggiata, anziché illegale. La condivisione è una delle cose più naturali che un "nativo digitale" può insegnare. Vi racconto un episodio.

Stavo parlando di "cloud" e dei servizi di "cloud storage", come Ubuntu One, fortemente integrato in Ubuntu. Ho chiesto loro: "Quali sono i vantaggi di avere una parte dei miei dati su cloud storage?". La mia prima risposta, quella a cui pensai subito quando scoprii il cloud, sarebbe stata "Per averli a disposizione dovunque mi trovi". Ma la prima risposta che mi hanno invece dato è stata "Poterli condividere con i miei amici". Quale migliore terreno per crescere la condivisione della conoscenza? 

La cosa più difficile è stato comunque tenere vivo l'interesse, dopo la prima mezz'ora qualche ragazzo si annoiava e cominciava a seguire vie alternative di apprendimento (= farsi i fatti suoi). Devo dire però che queste sono state rare eccezioni. La strada dei workshop, e del lavoro di scambio con i ragazzi è sicuramente la strada migliore per seminare buona conoscenza.

Pomeriggio

Il pomeriggio eravamo a Palazzo "Toaldi Capra", per la parte aperta al pubblico generico. Se infatti la mattina - pur essendo aperta a tutti - è dedicata per lo più agli studenti, il pomeriggio è destinato a raccogliere quante più persone possibili, e per questo il Linux Day trasloca in locali più possibile centrali e frequentati.

Al palazzo ci siamo piazzati all'entrata, in modo da essere visibilit, con una sezione dedicata all'accoglienza, con gli opuscoli forniti da ILS e volantini, poi l'officina Linux dove diamo assistenza a chi arriva con il PC da sistemare, e infine una postazione wiiLD, la lavagna elettronica multimediale a basso costo. I talk invece li abbiamo fatti al primo piano del palazzo, nella prestigiosa "Sala degli affreschi". Al piano terra abbiamo piazzato anche il nostro "Linux Bar", che erogava ottimi caffè al modico prezzo di 50 cent. Magari la prossima volta accompagneremo il caffé con qualche dolcetto! ;-)

Mauro alla lavagna wiiLD

Purtroppo le condizioni metereologiche avverse ci hanno guastato la festa: sabato a Schio ha piovuto quasi sempre, e la gente ha pensato bene di restarsene chiusa in casa. Per fortuna, in questi anni  abbiamo raccolto un pubblico di pochi affezionati, che segue i nostri eventi (le serate del martedì a qualcosa servono!) e quindi siamo riusciti a riempire quasi tutte le sedie durante i talk, con circa 30-35 persone per ognuno.

In più, quest'anno abbiamo ricevuto la gradita visita degli amici del neo nato LUG di Dueville, il 2vilLUG, ragazzi giovani e in gamba, ce ne vorrebbero! Nei prossimi giorni si dovrebbero formalizzare come Associazione, auguro loro tutta la fortuna possibile!

Mattia Migliorini durante il suo talk su Bodhi Linux e Enlightenment

In più, Mattia Migliorini (uno dei "fratelli Linux", come li ho scherzosamente definiti in passato :-), leggete il suo post sul Linux Day), ci ha dato una mano nei talk, con un suo intervento su Bodhi Linux, derivata di Ubuntu che utilizza il windows manager Enlightenment, un sistema alternativo ai più conosciuti Compiz (usato da Ubuntu) o Kwin (usato da Kubuntu e altre distribuzioni Linux basate su KDE).

Enlightenment è particolarmente snello e leggero e, dopo anni di travaglio finalmente è (quasi!) giunto a un rilascio stabile. Per tutti i presenti è stata una bella rivelazione: elegante, veloce e leggero. Io stesso lo proverò su un Notebook che altrimenti era destinato alla rottamazione :-)

Gli altri talk del pomeriggio sono stati quelli di Matteo, su Geocaching, una sorta di "caccia al tesoro" fatta utilizzando GPS, di Mattia, una introduzione al CMS Joomla (su cui AVi LUG prossimamente organizzerà un corso) e infine il mio talk sulle basi della sicurezza informatica, forse un po' troppo base per i presenti, ma fa sempre bene ripassare i fondamentali!

Tutto è andato bene, a parte qualche litigio con il sistema di videoproiezione della sala, che non avevamo avuto tempo e modo di provare prima di sabato. La prossima volta arriveremo preparati!

Bilancio

Il "Linux Day" di quest'anno è andato così-così. Speravo in un'affluenza maggiore da parte del pubblico generico che però se ne è rimasto a casa sul divano (pigri!). L'anno scorso eravamo alla Biblioteca Civica, e andò meglio, perché riuscimmo ad intercettare persone che altrimenti non sarebbero venute. Alcune di queste poi hanno cominciato a seguirci con regolarità, e hanno anche frequentato i nostri corsi.

Comunque, attività nate dal basso - come lo è la diffusione del Software Libero - richiedono costanza e perseveranza, e pagano sul medio lungo termine. Non so a che punto sia arrivato Linux nella sua strada verso la massima diffusione, ma finché continueremo a divertirci, noi percorreremo quella strada.


Dario Cavedon è un giovanotto di belle speranze, che ha passato i 40 ma non se li sente, è uno giovane dentro, anche se da fuori non si direbbe. Si dedica con passione alla diffusione del Software Libero, di Linux e di Ubuntu e di un sacco di altra roba, nel poco tempo che famiglia e lavoro gli concedono. Il resto lo potete leggere sulla breve biografia.



lunedì 29 ottobre 2012

Due giorni immerso nel Software Libero - Primo giorno, Didattica Aperta

"Imparare è un'esperienza, tutto il resto è informazione"
Venerdì e sabato scorsi sono stati per me due giorni molto impegnativi ma ricchi di soddisfazione, dal momento che ho partecipato a due eventi molto belli e interessanti, venerdì 26 "Didattica Aperta 2012" a Mantova e sabato 27 il "Linux Day 2012" a Schio (VI). Oggi vi parlo del primo, domani (o quando ne avrò il tempo!) scriverò il resoconto del secondo.

"Didattica Aperta" a Mantova

Per quanti non sanno cos'è "Didattica Aperta", li invito a leggere il mio post precedente. In poche parole, si tratta del più importante evento "open" della Scuola Italiana, una giornata di studi sull’uso delle tecnologie informatiche aperte nella Scuola. In quanto tale, è totalmente snobbato dalla stampa italiana (trovatemi un-giornale-uno che ne abbia parlato).

Presenti all'evento molti nomi noti del mondo "open" italiano, come il Prof. Renzo Davoli dell'Università di Bologna, presidente di AssoLi, che ha fatto da moderatore, e Maurizio Napolitano, presidente di Italian Linux Society, che ha tenuto un talk su Copyright e licenze Creative Commons.

La Scuola Italiana si arrabatta con i pochissimi mezzi che ha a disposizione, ma nasconde delle pepite d'oro: esperienze e progetti che sono all'avanguardia, e che forse proprio la scarsità di mezzi ha contribuito a far partire. Mi sbilancio: il "nuovo Rinascimento italiano" potrebbe fiorire proprio dove l'ingegno italiano è libero di esprimersi senza essere condizionato dai troppi soldi.

Gli interventi

La giornata è stata caratterizzata da una serie di interventi molto interessanti, talk di 10-15 minuti che si sono svolti in rapida sequenza. Impossibile qui riassumerli tutti, scrivo giusto 2 parole su quelli che al sottoscritto - personalmente - hanno colpito di più. Ho comunque fatto una tweet-cronaca dell'evento, dove ho riportato anche qualche impressione a caldo.

Libri liberi

La cosa che più mi ha colpito è stato il progetto "Matematica C3", che ha prodotto una serie di testi scolastici utilizzando la scrittura collaborativa tra più insegnanti. Claudio Carbonicini, coordinatore del progetto, ha parlato di come sono nati i libri, grazie alla collaborazione di più docenti che si sono coordinati con un forum. Mi hanno colpito poi soprattutto i costi finali sulle tasche di chi acquista il libro stampato su carta (perché il PDF è gratuitamente scaricabile): 6,5 € per un libro di più di 300 pagine!


Vedete, quest'anno ho acquistato i libri di prima media per mia figlia, spendendo circa 300 €. I 2 libri di matematica acquistati sono costati circa 30 €. Se la scuola di mia figlia avesse invece adottato questi libri, io - e tutte le famiglie che hanno bambini in prima media - avrebbero speso metà. I libri di "Matematica C3" sono stati adottati da più di 200 scuole in tutta Italia, pensate cosa potrebbero risparmiare le famiglie italiane se tutte le scuole medie adottassero questi libri.

Un'altra riflessione, riguarda, come già scritto, l'indifferenza della stampa italiana: il progetto "Matematica C3" è completamente sconosciuto. Non sono riuscito a trovare nessun giornale che ne parlasse. Ancora, Flavia Marzano, da sempre attenta alle realtà "open", con la sua rubrica "Codice Aperto" su Wired, ha scritto un articolo sulle proposte di legge californiane di libri open, ma ha mai parlato del progetto italiano, che è già adesso realtà. Mica gliene faccio una colpa, ma spesso si guarda agli esempi dell'estero senza conoscere le realtà italiane.

Giovani liberi

L'altra cosa che mi ha colpito positivamente (oltre all'ottimo risotto offerto dagli organizzatori del LUGMan!) è stato l'ultimo talk della giornata, fatto dai giovani imprenditori di Kentstrapper, Lorenzo Cantini e Alessandro Carelli.

Hanno presentato la loro società, una startup attiva nel campo delle stampanti 3D, e la loro "creatura", la stampante 3D Galileo, sviluppata utilizzando software open source. Le stampanti 3D sono utilizzate nell'ambito del "prototyping", cioè produzioni di prototipi, ma anche in ambito di design.  Questo genere di stampanti esistono da alcuni anni, ma solo da un paio - grazie alle tecnologie aperte e costi accessibili - stanno avendo un'ampia diffusione.

La cosa particolare di Kentstrapper è che anche l'hardware della stampante è aperto: una volta assemblata la prima stampante, se ne può costruire un'altra, producendone il 50% dei pezzi con quella appena fatta. Il prezzo della stampante 3D è accessibile, anche una scuola se la potrebbe permettere, e quindi potrebbe innescare un ulteriore circolo virtuoso che parte proprio dalla Scuola.

La stampante 3D in azione a Didattica Aperta

La cosa che mi ha colpito dei ragazzi è il loro entusiasmo, la loro competenza e la loro voglia di fare. Anche in questo caso, l'ingegno italiano è molto maggiore dove molti meno sono i soldi che girano.

Googlando un po', ho visto che Kentstrapper già è famosa, avendo partecipato l'hanno scorso a "GeoMagazine" e anche a "Geo Scienza" su RAI3.


Pensieri liberi

Con il mio intervento - che riguardava Ubuntu e cosa Ubuntu può fare per la scuola - ho cercato di scuotere i presenti parlando niente di strumenti e molto di persone e opportunità che solo il Software Libero e la Cultura Libera possono offrire. Spero di essere riuscire a trasmettere questi concetti, anche se si semina sempre molto di più di quel che si raccoglie, almeno nell'immediato.

Riflettendo sulla giornata di venerdì, il fattore che accomuna anche tutti gli interventi è quello che mi gira in testa da qualche tempo: la Scuola italiana, a cominciare dai docenti, deve rendersi conto che è ci sono a disposizione moltissime esperienze utili che possono essere facilmente prese e trasportate nelle proprie realtà, senza aspettare l'intervento salvifico dello Stato o del Ministero. Certo, queste attività sono faticose e sicuramente vanno oltre le mansioni e le competenze dei singoli. Ma se c'è una cosa che si deve trasmettere agli studenti è che ognuno di noi ha il diritto e il dovere di scegliersi il futuro, e grazie al Software Libero questa scelta è alla portata di tutti. Il modo migliore per insegnare ai giovani questa pratica è quella di percorrerla per primi.


Dario Cavedon è un giovanotto di belle speranze, che ha passato i 40 ma non se li sente, è uno giovane dentro, anche se da fuori non si direbbe. Si dedica con passione alla diffusione del Software Libero, di Linux e di Ubuntu e di un sacco di altra roba, nel poco tempo che famiglia e lavoro gli concedono. Il resto lo potete leggere sulla breve biografia.

sabato 20 ottobre 2012

Ubuntu 12.10: prove tecniche di "pubblicità comparativa"

L'altra sera ero piuttosto divertito dalla trovata che accompagnava il rilascio di Ubuntu 12.10. Il fatto che ridessi praticamente da solo doveva indurmi in sospetto. Avete presente quei vecchi matti che parlano e ridono da soli? Ecco.

Quella scritta è rimasta sulla home page di Ubuntu per poche ore, per essere sostituita con qualcosa di meno divertente (e meno triviale).


Ieri mattina poi, su Twitter, ho ricevuto una lezione di civiltà e correttezza da due persone che stimo particolarmente, che mi hanno fatto capire che la via della "pubblicità comparativa" è molto probabilmente la strada peggiore per diffondere la nostra amata distribuzione (vedete sotto il link allo Storify completo).

Marketing o markettari?

Il dubbio che mi attanaglia in questi casi è il solito: pubblicità del tipo "bene o male purché se ne parli!" serve a promuovere quello che più ci piace? Vedete, qui non si tratta di mettersi in bella mostra per poi fare comparsate in TV ma di spingere dal basso uno strumento che fatica a trovare spazio in mezzo ai giganti del settore. Questa spinta è tanto più difficile se si considera che - almeno per ora - Ubuntu è installato in maniera predefinita su una parte irrisoria dei PC venduti, e su nessun tablet o smartphone presente sul mercato.

Se quindi Android può sedersi sulle spalle del Grande Gigante Google, e diffondersi con rapidità fino a raggiungere il 50% e oltre del mercato, Ubuntu è portato sulle spalle da moltissimi GNOMi di buona volontà, che però possono arrivare solo fino ad una altezza massima di due mele o poco più. Canonical sicuramente fa la sua parte, ma si tratta sempre di un'azienda relativamente piccola (per dire: ha circa 500 persone, contro le circa 3.700 di Red Hat)

Lo sforzo al momento è quindi enorme e i risultati invece appena visibili, chiaro che si devono cercare altre strade per aumentare la diffusione. La strada del parlare male degli altri per riceverne popolarità di riflesso è però sicuramente sbagliata, un errore da evitare in futuro.


Link:

Mio Storify "Prove tecniche di pubblicità"
Mio precedente post sul rilascio di Ubuntu 12.10

Dario Cavedon è un giovanotto di belle speranze, che ha passato i 40 ma non se li sente, è uno giovane dentro, anche se da fuori non si direbbe. Si dedica con passione alla diffusione del Software Libero, di Linux e di Ubuntu e di un sacco di altra roba, nel poco tempo che famiglia e lavoro gli concedono. Il resto lo potete leggere sulla breve biografia.

giovedì 18 ottobre 2012

Ubuntu 12.10: Avoid the pain...

Beh, quelli di Ubuntu difficilmente passeranno alla storia per la poesia, ma oggi hanno scritto una Pagina di Storia geek! :-)



Buon Release Day a tutti!

martedì 9 ottobre 2012

Didattica Aperta a Mantova, Ubuntu-it presente ;-)




"Didattica Aperta", è una giornata di studi sull’uso delle tecnologie informatiche nella Scuola, che si svolge ogni anno. Quest'anno sarà a Mantova presso l'Istituto "Enrico Fermi", il prossimo 26 ottobre 2012.

La giornata è dedicata a capire come la Scuola possa:
  • utilizzare, studiare, modificare e ridistribuire liberamente il software
  • ottenere, creare e scambiare liberamente testi, immagini, audio e video
  • avere accesso libero a banche dati
Il tema di quest'anno è particolarmente interessante, dato che riguarda i libri scolastici, la paternità intellettuale e licenze libere. Interessante perché quello dei testi scolastici è una voce di spesa che incide significativamente sui bilanci familiari, anche del sottoscritto - che quest'anno ha speso circa 300 € per i libri della figlia che frequenta la scuola secondaria di primo grado (=media inferiore).



Il programma 

L’evento prevede la partecipazione di molti nomi noti del Software Libero, come il Prof. Renzo Davoli di Assoli, e Maurizio Napolitano, presidente di Italian Linux Society.

Gli interventi sono di 15 minuti, e quindi l'agenda è molto ricca di appuntamenti interessanti, che toccano tutti gli ambiti del Software Libero e della Cutura Libera nell’ambito didattico. In particolare mi sembrano interessanti gli interventi di Maurizio Napolitano "Usare il copyright per diffondere la conoscenza aperta: le licenze per i contenuti, i dati ed il software" e Maurizio Grillini "Pubblicazioni in Creative Commons: i testi liberamente adottabili nella scuola italiana, stato dell'arte". Seguirò comunque tutti i talk, magari ne farò anche una twit-cronaca.

Il mio talk

Uno degli interventi sarà quello del sottoscritto, come rappresentante della Comunità Italiana Ubuntu. Alle 10.20 - l'ora in cui una persona comincia a rendersi conto di aver bisogno di un caffè - farò un talk sul tema “Ubuntu Linux: cos'è, cos'è la Comunità Italiana e perché Ubuntu è la miglior scelta per la scuola”.

Condensare un tema come quello di Ubuntu e della Comunità in 10 minuti (+ 5 di domande) è una bella sfida, ma d'altro canto - visto il pochissimo tempo - è certo che il pubblico riuscirà a stare sveglio per tutto il tempo. Da parte mia cercherò di fare un uso "non convenzionale" delle slide... ci sarà da divertirsi ;-)


Link:

Il sito ufficiale di "Didattica Aperta"

Dario Cavedon è un giovanotto di belle speranze, che ha passato i 40 ma non se li sente, è uno giovane dentro, anche se da fuori non si direbbe. Si dedica con passione alla diffusione del Software Libero, di Linux e di Ubuntu e di un sacco di altra roba, nel poco tempo che famiglia e lavoro gli concedono. Il resto lo potete leggere sulla breve biografia.

venerdì 21 settembre 2012

"Cultura Libera" di Lawrence Lessig in formato ebook

La copertina della versione originale

Nell'estate del 2012 portai in vacanza al mare il mio lettore ebook, comprato usato garantito da un'amica bibliofaga. Volevo leggere “Cultura Libera”, di cui avevo scaricato la versione PDF da Internet.

Il libro

"Cultura Libera" è un libro del 2004 di Lawrence Lessig, giurista americano, fondatore delle "Creative Commons", le licenze libere alternative al classico copyright.

Il libro racconta l'esperienza di Lessig nel campo del diritto d'autore, partendo dalle radici della cultura americana, descrivendo tutta la tradizione della cultura libera, che prendeva materiale creativo esistente per farne qualcosa di diverso e migliore. Un caso per tutti: Walt Disney, che ha pescato a piene mani dalla tradizione delle favole di pubblico dominio, americane e non, per farne stupendi cartoni animati. Tradizione di cultura libera che proprio per (de)merito degli stessi pochi possessori di diritto d'autore sta rischiando di scomparire, a causa del ripetuto e reiterato prolungamento della durata del copyright, alle spese del pubblico dominio.

La sua battaglia si è trasformata poi nell'impresa di costituire "Creative Commons", l'ente non profit, dedicato "ad ampliare la gamma di opere creative disponibili alla condivisione e all'utilizzo pubblici in maniera legale" (fonte Wikipedia). Le licenze Creative Commons permettono all'autore di un'opera quali diritti vuole riservare a se e quali permettere a chi la utilizza, in maniera chiara e semplice.

L'ebook

L'esperienza estiva di leggere un libro in formato PDF su un ebook reader fu poco piacevole: la conversione da PDF a MOBI/ePub funzionò maluccio, tanto che quando tornai a casa andai a vedere se c'era un'edizione del libro per ebook. Ovviamente non c'era, neanche a pagamento (!), così copio-incollai il libro dal sito web dell'editore Apogeo, per poterlo leggere con comodo.


Da lì all'idea di mettere quanto fatto in Rete il passo fu breve, grazie alla licenza Creative Commons con cui è rilasciato il libro.

Per fare questa edizione, ho usato solo Software Libero:
  • Libre Office 3.5.4.2
  • Calibre 0.8.38
  • gedit 3.4.1 (per le rifiniture al codice XML)
  • il tutto su Ubuntu 12.04 LTS.
Non sapendo bene dove metterlo, ho caricato l'ebook sul mio spazio su Ubuntu One, il servizio di cloud storage di Canonical (vedi sotto i link). Se qualcuno trova un posto più idoneo me lo faccia sapere.

Ringrazio fin d'ora tutti quelli che mi invieranno segnalazioni, correzioni e commenti sull'ebook. Grazie in particolare a Sergio Dall'Alba che ha sistemato un bel po' di materiale quando l'edizione ebook era ancora in bozza.


Link

"Cultura Libera" in versione epub
"Cultura Libera" in versione mobi
"Cultura Libera" in versione web, sul sito dell'editore italiano Apogeo
Lawrence Lessig su Wikipedia
Creative Commons su Wikipedia

mercoledì 19 settembre 2012

In esclusiva, solo per (milioni come) te, perché Linux non sarà mai Apple

"se alzi un muro pensa a cosa lasci fuori" (Italo Calvino)*
"Esclusività"

Il marketing di Apple mi ha sempre impressionato: far sembrare "esclusivo" un oggetto di uso comune - come un computer, un lettore MP3 o un telefonino - venduto in milioni di pezzi all'anno, rivela anni di ricerca e innovazione in un campo difficile come quello del marketing, che gli addetti ai lavori chiamano con il termine tecnico di "cercare di infinocchiare i clienti".

(fonte: http://iwdrm.tumblr.com/)

Non sarò io a spiegare come l'azienda della mela riesca a farlo, ma va dato merito a chi riesce a stregare milioni di persone con icone colorate e gingilli lucenti, un po' come facevano gli esploratori europei con indigeni primitivi, quando rifilavano loro pacottaglia senza valore. O anche peggio. Perché alla fine di materiale di poco valore aggiunto si tratta: le stesse funzioni e le stesse lucine colorate si trovano su tutti gli aggeggi tecnologici Made in China.

Vero che il modello di marketing funziona, tanto è vero che è imitato da molte altre marche. Ma questa aurea dorata di esclusività, di elite, di circolo di pochi-eletti-che-appartengono-a-una-stretta-cerchia di privilegiati, solo Apple riesce a destarla. Onore al merito.

Esclusione

Questa tecnica richiede però dei sacrifici, che portano a scelte dolorose. Intendiamoci, mica per Apple, ma per i suoi polli clienti.

Capita quindi che un computer di appena 5 anni di vita sia considerato vecchio, e che quindi sia escluso dall'aggiornamento dell'ultima versione - a pagamento - del sistema operativo dei suoi computer, OSX. Decisione indubbiamente sofferta - immagino lacrime versate, vesta strappate e coscienze turbate degli ingegneri - ma inevitabile se si vuole tenere alta la qualità delle soluzioni offerte. E la redditività del prodotto.

Capita anche che Apple decida di tagliare l'app "Youtube" dalla prossima versione di iOS6. Youtube che, per inciso, per molte persone ha ormai sostituito la TV (e la radio) - e probabilmente lo farà sempre più in futuro. La cosa cambia poco o nulla per i clienti, visto che Google già lavora per creare una app "Youtube by Google". La scelta è comunque sempre motivata da questioni economiche: da una parte permetterà loro di risparmiare  soldi erogati a Google per l'uso di Youtube, dall'altro farà loro guadagnare soldi dalla nuova app "Youtube by Google".

L'alternativa

Questo quanto accade nel mondo del pomo d'oro... e gli altri imparano la lezione? Vedendo le scelte di design di - una distribuzione a caso - Ubuntu, si nota chiaramente che è in atto una rincorsa a molte delle luccicanti meraviglie presenti sul sistema operativo OSX. Ma se dal punto di vista prettamente estetico, il desktop si somigliano in modo quasi preoccupante, dal punto di vista di approccio all'utente le posizioni attuali e il cammino passato, presente e futuro non potrebbero essere più lontani.

Inclusione

Linux, nel corso del tempo, ha avuto un'espansione notevole, soprattutto considerando da dove partiva - il singolo computer di un singolo studente universitario - e l'ampio spettro in cui ha trovato posto: si va dai piccoli dispositivi con versioni "Linux embedded" (telecamere, dispositivi di controllo, TV, ...), ai recenti smartphone, a PC e notebook, agli enormi e potenti server e Mainframe. Questa sua espansione è stata possibile grazie alla licenza libera e alla quantità di distribuzioni Linux, che sono andate a coprire praticamente ogni possibile destinazione d'uso. Anzi: sono numerose le sovrapposizioni tra distribuzioni destinate allo stesso segmento di mercato, come per esempio i desktop. Concordo con chi dice che il lavoro fatto è tanto, ma ne resta ancora molto di più da fare.

Infatti, in alcuni segmenti di mercato, come il desktop, Linux ha ancora quote ridicole. Tanto ridicole che alcuni - i critici più severi - lo ritengono "morto" per tale fascia. Nella realtà dei fatti, la conquista procede casa per casa, se è vero come è vero, che sono rarissimi i casi in cui una persona smetta, una volta che ha cominciato a usare Linux.

Certo la strada è in salita, ma l'abbraccio del Pinguino si fa ogni giorno più ampio. Un altro esempio sono le aziende che apertamente supportano il Sistema Libero per eccellenza, anche in solido. L'ultimo esempio è Twitter, che ha recentemente annunciato il suo supporto alla Linux Foundation. Il segnale è molto chiaro: Twitter condivide e supporta il Software Libero, molto più di quanto i 15.000 dollari all'anno di fee (o anche meno)  possano significare.

Politiche di espansione

Altra cosa curiosa sono le politiche di espansione dei prodotti, diametralmente opposte.

Da una parte Apple deve tenere il prodotto esclusivo (o cercare di farlo). Tenere gli altri - fornitori di prodotti e servizi di qualsiasi genere e nazione - fuori dal recinto, per mantenersi i clienti. Alzare la voce contro chi "copia", fargli la pipì sulle scarpe marcando il territorio, a colpi di cause nei tribunali di tutto il mondo. Apple deve continuare a vantare brevetti farlocchi come quello sul "rettangolo stondato", con cui ha recentemente vinto la causa contro Samsung: solo Apple ha l'esclusiva delle iDee (leggetele pure aiideeee), anche di quelle ispirate da altri prodotti precedenti.

Dall'altra, si cerca di includere più supporto a più periferiche possibili, si invitano le aziende a collaborare rilasciando i codici sorgenti dei propri dispositivi. Recentemente, lo stesso Linus Torvalds ha caldamente spronato una nota azienda produttrice di schede video, a collaborare più fattivamente nello sviluppo e supporto dei driver. (Nota: ho volontariamente evitato di inserire l'immagine dell'invito di Linus)

In più, la libera circolazione del software, permessa dalle licenze libere come la GPL, e delle idee stesse contenute nel software, contribuiscono in modo positivo all'allargamento della diffusione del Software Libero.

Seduti su un iceberg

Molte cose nel Mondo stanno cambiando, una di queste è che chi si ritaglia uno spazio attorno a se, paradossalmente ha spazi sempre più piccoli in cui operare. Apple, con la sua politica esclusiva, è naturalmente destinata a costruirsi un muro attorno, ritagliarsi uno spazio. In passato, avrebbe potuto funzionare, perché in quel segmento di mercato ci sono i clienti più danarosi, e disposti a spendere più soldi. Ma questi stessi clienti sono anche quelli più difficili da mantenersi, perché molto soggetti alle mode e all'enfasi della pubblicità (attenzione, non sto parlando dei fanatici della Mela!). Alla lunga, questo spazio potrebbe rivelarsi un pezzo di iceberg, che si scioglie con il passare del tempo.

L'unica vera carta che Apple potrebbe giocarsi, molto più degli avvocati, è "l'innovazione" nei prodotti, cosa che sembra avere perso con la dipartita del suo (Santo Subito) fondatore. Ma temo potrebbe non bastare ad arginare l'ondata della multiforme marea Linux.


* = non sono sicuro nell'attribuzione a Calvino di questo aforisma, se qualcuno ha una fonte certa di dove o quando - o chi - l'ha detta mi farà un enorme piacere segnalandomelo.

Link:

Le specifiche tecniche di OSX "Mountain Lion" (dal sito Apple)
Notizia sulla rimozione dell'app Youtube da iOS6 (da il Post)
Notizia sull'adesione di Twitter alla Linux Foundation (da The Register)

sabato 8 settembre 2012

15 Settembre 2012: Software Freedom Day, anche a Schio


Sabato 15 settembre 2012 si terrà il "Software Freedom Day", manifestazione di livello internazionale (si tiene in più di 250 città in tutto il mondo) sul Software Libero.

Il Software Freedom Day

Il Software Freedom Day (SFD) è la festa mondiale del Software Libero e Open Source (FOSS). Come scriveva Pia Waugh, ex-presidente del SFD sul sito della fondazione:
"The United Nations Universal Declaration of Human Rights is a set of basic human rights that most people would agree would be a bare minimum. Not often are our basic rights thought of in the context of technology, but as more and more our lives are dependent on technology, it is a rapidly growing concern. Technologies that matter to our freedom are used in our voting systems, our leisure, our work, education, art and our communication. What does this mean to you? It means that the basic human freedoms you take for granted are only as free as the technologies you use."
"La Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite, è una serie di diritti umani basilari, che la maggioranza considera essenziali. Non si pensa quasi mai ai nostri diritti umani nel contesto tecnologico, ma così come le nostre vite sono sempre più dipendenti dalla tecnologia, così cresce la preoccupazione nel loro utilizzo. Le tecnologie che incidono sulla nostra libertà sono utilizzate nei nostri sistemi di voto, nel nostro tempo libero, nel nostro lavoro, educazione, arte, comunicazione. Che cosa significa questo? Significa che le libertà basilari che consideriamo acquisite lo restano finché è libera la tecnologia utilizzata." (traduzione di Dario Cavedon)


Il Software Freedom Day in Italia

In Italia, per misteriosi motivi a me sconosciuti (troppo vicino come data al Linux Day?), l'evento sarà seguito in tre (3) sole città: Catanzaro, a cura del Hack Lab di Catanzaro, a Quiliano (Savona), a cura di Govinis e a Schio. Da segnalare la presenza a Quiliano di "star" del Software Libero come Italo Vignoli, della Document Foundation (Libre Office) e Alessandro Rubini, uno dei più noti kernel hacker italiani.

Il Software Freedom Day a Schio

A Schio, organizzerà l'evento AVi LUG, il Linux User Gruop dell'Alto Vicentino. Quest'anno saranno trattati diversi temi, in modo da consentire a tutti di trovare argomenti e spunti di interesse. Tutti i talk saranno tenuti allo "Spazio Promozione Software Libero", in galleria ex-Lanificio Conte. Questo il programma:

  • Ore 15.00: Tour fotografico di Schio per "Wiki Loves Monuments"
  • Ore 16.00: “Presentazione del Software Freedom Day 2012” di Dario Cavedon
  • Ore 16.05: “Raspberry PI, un PC piccolo (ed economico!) dalle grandi potenzialità” di Giovanni Panozzo - Raspberry PI è un “micro PC” molto economico (35 €), progettato per scopi educativi, ma così flessibile da poter essere usato in molti altri settori. Giovanni ne illsutrerà le caratteristiche tecniche, e i possibili impieghi.
  • Ore 17.00: “Linux, ideale per la navigazione sicura su Internet” di Matteo Zaffonato - Internet è una preziosa risorsa per l'apprendimento e la cultura, però è anche una minaccia per chi è meno preparato alle insidie della navigazione. OpenDNS, strumento collaborativo e aperto, può essere utile per tenere i bambini al riparo dai pericoli e dalle cattive frequentazioni.
  • Ore 18.00: “Linux il trasformista: le 1000 facce di Linux” di Vladimiro Santacatterina e Dario Cavedon - Linux ha moltissimi volti con cui si presenta a chi lo usa, così tanti che tutti possono trovare quello che più gli piace. Vladimiro e Dario vi mostreranno quelli più diffusi e facili da usare, e vi spiegheranno come usarli al meglio.


...e anche "Wiki Loves Monuments"

Immagino qualcuno avrà notato l'appuntamento per le 15.00. Si tratta di un'altra manifestazione che si svolge a Schio per la prima volta. Per vicinanza di temi trattati (Software Libero & Cultura Libera), durante il Software Freedom Day ci sarà la possibilità di conoscere e partecipare anche a "Wiki Loves Monuments", concorso fotografico internazionale che coinvolge cittadini di tutto il mondo nel documentare il proprio patrimonio culturale.

Il concorso si rivolge a fotografi professionisti, appassionati e dilettanti invitandoli a fotografare monumenti e beni di valore artistico presenti sul proprio territorio, caricando poi le immagini ottenute su Wikimedia Commons con licenza libera.

Alle 15 circa partirà dallo "Spazio Promozione Software Libero" di Galleria Conte una piccola comitiva: alcuni volontari saranno disponibili per accompagnare gli appassionati in un breve giro per la città e dare alcuni suggerimenti per realizzare al meglio le foto. A seguire, sarà possibile caricare le foto da alcune postazioni preparate da AVi LUG sul sito di Wikimedia Commons.

Appuntamento per sabato 15 Settembre, vi aspettiamo! :-)

Link:

"Software Freedom Day" a Quiliano
"Wiki Loves Monuments" sul portale del Comune di Schio
Mio precedente post su "Wiki Loves Monuments"
Sito web del "Software Freedom Day"
Sito web di AVi LUG

domenica 26 agosto 2012

Il Corrierone, 25 Luglio 2012


Giusto un mese fa stavo leggendo le notizie sul sito corriere.it, versione online dello storico quotidiano "Il Corriere della sera". Non vado molto spesso su quel sito, ma avevo esaurito le fonti di informazioni da cui attingo di solito, e un po' per noia, un po' per abitudine mi son trovato su quello che è sicuramente uno dei giornali italiani più autorevoli e accreditati.

Mentre scorrevo le notizie, era impossibile non essere attratti dalla parte destra del sito, in cui sono riportate le notizie più frivole: gossip, sport, pubblicità, notizie curiose, gossip, musica, moda, gossip, borse e mercati, gossip, pubblicità, pubblicità... aaaaaagh! Gossip!

Per darvi un'idea mi son preso la briga di fare un copia-incolla della home page,rimessa insieme oggi con GIMP. Ecco qua.

www.corriere.it, prima che mi stancassi
di premere "pagina giù"

In particolare da segnalare, in (suppongo) ordine di importanza:
  • le scimmie che si buttano in piscina in Giappone
  • gita in piazzetta per Bianca Brandolini a Portofino
  • Matteo Marzotto in vacanza con la morosa a Porto Ercole
  • arti e sapori di Casa Italia a Londra 2012
  • Clooney che rispolvera la sua vecchia moto
  • lo shopping di Nina
  • atleta greca esclusa dalle Olimpiadi per twit razzista
  • Rihanna che fa shopping in bikini a Saint Tropez
... e via così sempre peggio.

Qualche considerazione

La parte destra dei quotidiani online (italiani) è da sempre destinata alle notizie più frivole, ma ormai ha raggiunto la dimensione delle notizie vere, essendo lo spazio diviso a metà tra le une e le altre. Segno che lo scopo del giornale è quello di informare (poco) ma soprattutto tenere il visitatore il più possibile sul sito. Quindi, quello di fargli vedere più pubblicità possibile (e magari qualcuno ci fa anche clic sopra). La deriva pettegola del giornale ne abbassa però la credibilità e l'autorevolezza, se queste fossero mai dei parametri ancora validi per misurare la qualità di un giornale. Le notizie riportate sono di una tristezza senza fine, e meriterebbero l'oblio o la sola menzione su riviste dedicate al genere.

Altra cosa, la lunghezza della home page è spaventosa: sul mio notebook (1366x768) servono 14-15 "pagina giù" per arrivare al fondo della pagina! È come se tutto il giornale fosse presentato in prima pagina, come se la versione cartacea de "Il Corriere della Sera" fosse fatta di una sola pagina lunga più 5 metri! Per fare un paragone: le versioni online dei quotidiani stranieri come "The Times"o "The washington Post" constano di "sole" 4-5 pagine. Anche qui si vuole tenere il lettore inchiodato al sito.

Questi due fattori però annoiano e infastidiscono i lettori che - come il sottoscritto - immaginano corriere.it come la versione online del quotidiano cartaceo. Mai cosa fu tanto lontana dalla triste realtà. Il quotidiano cartaceo, che è un dinosauro dell'informazione (le notizie sono sempre vecchie), presenta articoli e spunti di riflessione che valgono mille volte l'edizione online. Il quotidiano online, che ha l'indubbio merito di presentare notizie "fresche" e aggiornate con una certa frequenza, somiglia più a un grosso contenitore televisivo - con tutta la connotazione negativa che può avere l'aggettivo "televisivo".

La crisi italiana è anche la crisi di chi ne cura professionalmente l'informazione.

Per gli appassionati con il gusto morboso dell'orrore, possono trovare a questo indirizzo l'immagine nelle dimensioni originali.

domenica 19 agosto 2012

KDE all'inseguimento di Unity? Ecco Homerun, il nuovo launcher.

"I'm now employed by Blue Systems (a company sponsoring already quite a few devs and also sponsoring www.netrunner-os.com) to work on KDE (currently part time, due to school).
What I've been working on has essentially been making KDE more competitive with Unity's "lenses" feature.
I'm also working  on another super sekret project (not really, I just feel it's too early to mention..even though it's already extremely functional). It has to do with QML (hint)."
"Adesso lavoro per Blue Systems (un'azienda che già finanzia  un bel po' di sviluppatori, e anche www.netrunner-os.com [una distribuzione basata su Kubuntu n.d.t.]) per lavorare su KDE (per adesso part time, a causa degli impegni scolastici).
Quello su cui stavo lavorando è soprattutto nel rendere KDE più competivo rispetto alle "lenses" di Unity.
Sto anche lavorando su un altro progetto super segreto (non proprio, ma mi sembra troppo presto parlarne, anche se è estremamente funzionale). Ha a che fare con QML (suggerimento)." 
(traduzione di Dario) 
Questo è quello che scriveva qualche tempo fa Shaun Reich, sviluppatore KDE sul post "Runners? Internets? YouTube? Both." del suo blog.

Per capirci, Blue Systems è l'azienda che si è presa sulle spalle l'onere del finanziamento di Kubuntu (=degli sviluppatori che lavorano su Kubuntu). L'azienda tedesca già finanziava una sua distribuzione, NetRunner appunto, e altri progetti dell'universo KDE. A quanto pare, Blue Systems ha preso l'impegno molto seriamente, tanto che ha assunto ben 3 sviluppatori per lavorare su Kubuntu (Canonical ne aveva uno solo), e uno è appunto Shaun. Shaun diceva di lavorare sul "rendere KDE competitivo rispetto alle lenses di Unity"

In effetti, l'arrivo di Unity e di GNOME Shell nel mondo delle distro Linux ha cambiato le carte in tavola nelle interfacce grafiche, tanto da contagiare anche le altre GUI (=graphic user interface), KDE 4 compresa.

Vediamo alcuni esempi di questo nuovo approccio.

La rivoluzione KDE

KDE 4 ha tre diverse interfacce grafiche (Desktop, Netbook e Active, magari ve ne parlo meglio in un prossimo post), una di queste ha un approccio diverso dal solito menu in basso (o in alto) a sinistra.

Questa interfaccia si chiama "Plasma Netbook", infelicemente tradotta in italiano come "ultraportatile", e ha un approccio rivoluzionario. Almeno lo aveva ai tempi in cui è apparsa, inizi del 2010.

Questa interfaccia grafica è priva del menu tradizionale, ed è caratterizzata da:
  • in alto, una serie di icone, i preferiti
  • al centro, una casella di ricerca detta "SAL" (acronimo di "Search And Launch", tradotto in "cerca e esegui", a metà dello schermo), che permette di cercare ed eseguire file e applicazioni presenti nel computer
  • nella parte inferiore dello schermo, un menu a icone delle applicazioni, divise per categorie e rappresentato da una serie di icone.

Kubuntu 12.04 con "KDE ultraportatile" 
sul mio...ultraportatile

Questa è la mia interfaccia preferita, che uso sul netbook di famiglia.

Ma  nonostante questa, si sente la mancanza di una interfaccia con approccio sul modello della Dash di Unity e GNOME Shell.

Nel Software Libero copiare ispirarsi agli altri è una Virtù 

Su KDE l'anno scorso era apparso un plasmoide (=piccolo programmino grafico che gira su Plasma, l'interfaccia grafica di KDE), ispirato a "Launchpad" della Casa della Mela - ma anche alla Dash di Unity/GNOME Shell.

Questo plasmoide si chiama "Takeoff Launcher", ed è disponibile anche per Kubuntu, via PPA esterno (leggete l'articolo di LinuxBSDos.com per sapere come installarlo).

Takeoff Launcher su Kubuntu
(fonte: www.linuxbsdos.com)

Una volta installato, Takeoff si può aggiungere come un qualunque plasmoide, anche di fianco, o in sostituzione del classico menu KDE ("Kickoff").

Takeoff riporta le voci del menu K, solo in un formato diverso, più visuale, molto simile alla Dash di Unity/GNOME Shell. Da notare che manca la casella di ricerca, ma non ce n'è bisogno: appare appena si inizia a digitare qualcosa sulla tastiera.

Evviva Mandriva! (è ancora viva!?!)

Questo però non è l'unico tentativo. Mandriva nell'ultima versione ha provato un approccio a metà strada, modificando "Kickoff", il tradizionale menu di KDE. Se infatti si preme il pulsante "K" ecco cosa appare.

KDE Kickoff modificato da Mandriva
(fonte: www.techrepublich.com)

In questo caso gli sviluppatori di Mandriva hanno fatto uno sforzo in più, andando a modificare anche la modalità con cui si accede alle applicazioni, in tre diversi pannelli:
  • Welcome: in cui sono mostrate le applicazioni e i file utilizzati di recente
  • Application: in cui si accede a tutte le applicazioni
  • Timeframe: in cui si può vedere la sequenza temporale di quanto fatto, rendendo facile cercare i documenti a cui si è lavorato in un tempo determinato.
Mandriva, da quello che ho capito, offre questo menu solo sulla versione "Power Pack" (a pagamento). Del resto di qualcosa deve pur vivere, anzi, sopravvivere, viste le recenti vicende.

Ma Shaun?? Ci sto arrivando!

KDE Homerun Launcher

Proprio in questi ultimi mesi si sono messi all'opera anche i kubunteri, e si comincia a vedere qualcosa. Il risultato è "KDE Homerun Launcher", che è già disponibile su launchpad. Su Youtube c'è anche un video dimostrativo.



Si tratta di una funzione in pieno sviluppo, tanto è vero che va in crash anche durante il video di presentazione (!).

Ho provato ad installarla sul mio netbook, bastano queste tre semplici istruzioni da eseguire da terminale:

sudo add-apt-repository ppa:blue-shell/homerun
sudo apt-get update
sudo apt-get install homerun

Una volta installata, basta aggiungerla come un qualsiasi altro nuovo oggetto di KDE.

L'ho provata per qualche minuto, e devo dire che tutto funziona come deve, nessun crash. La velocità è buona, anche su hardware poco dotato come è quello del mio netbook. Si tratta comunque di una versione immatura, una base su cui sviluppare, perché manca di tutte le utili funzioni che si trovano sulla Dash. Senza contare che non è nemmeno integrata bene con KDE: i "preferiti" di Homerun sono diversi dai preferiti di KDE (che trovo su Kickoff). Ma soprattutto manca, per adesso, di una propria... personalità.

Diciamo che sono state messe giù le basi per costruirci sopra qualcosa, e si potrebbe cominciare con il copiare Unity (perché no?). Vedremo se il team messo insieme da Blue Systems riuscirà a dare a Kubuntu quella direzione di sviluppo che è sembrata sempre mancare negli ultimi anni.

(Post aggiornato il 22.08.2012)

Link:

Il post sul blog di Shaun Reich (in inglese)
Discussione sul forum KDE su KDE Homerun (in inglese)
Post su Takeoff Launcher su LinuxBSDOS (in inglese)
la prova di Mandriva Powerpack 2011 su TechRepublic (in inglese)
I miei post precedenti su Kubuntu (in italiano! :-)
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