domenica 26 maggio 2013

Prova Ubuntu 13.04: un mese e più insieme a "Ringtail"

Il mio Ubuntu 13.04

Ciao Pangolino ciao

Quando un anno fa installai Ubuntu 12.04 LTS sul mio notebook, ero certo il "Pangolino Preciso" avesse trovato un luogo sicuro per rimanervi parecchio tempo. Ubuntu 12.04 è stabile, e supportata per 5 anni, mentre il mio PC comincia ad avere i suoi anni (è del 2010), senza contare che l'evoluzione di Ubuntu - con tutti i suoi effetti speciali e colori ultra vivaci - pretende hardware sempre più recente e performante.

Poi, a forza di sentire la mia amica +Carla Sella, la famosa "tester" di ubuntu-it, enunciare meraviglie e stabilità di Ubuntu 13.04, ho deciso di sfrattare il Pangolino dalla sua tana.
Ciao Pangolino, è stato bello, sapevamo entrambi che prima o poi finiva! :_(

Installazione di Ubuntu 13.04

Per fare posto al Ubuntu 13.04, si comincia con un bel backup su disco USB esterno dei dati contenuti nella mia cartella /home. Tutte le installazioni di un nuovo sistema iniziano infatti dal fare una copia di backup dei propri dati importanti! Come scrissi in un mio post, nel caso - raro - che qualcosa vada storto durante l'installazione è fondamentale aver messo in sicurezza i dati.

Dopo aver effettuato la copia, ho scaricato l'immagine ISO di Ubuntu 13.04 dal sito web di ubuntu-it, e copiata su una chiavetta USB, in modo da poterla installare da lì.

L'installazione è stata molto semplice (vedete sul wiki una guida - per Ubuntu 12.04): completamente assistita, consiste in poche e semplici domande (lingua, layout tastiera, paese, user e password, ...) e procede senza problemi fino al riavvio del sistema. L'unico punto di attenzione è al momento del partizionamento e formattazione del disco fisso: consiglio caldamente a tutti di leggere bene le opzioni e scegliere quella desiderata.

Ubuntu 13.04 con Unity

Primo avvio del sistema (e primo problema)

Il primo avvio del sistema è stato il momento peggiore: il PC era lentissimo, quasi non riusciva a rispondere ai comandi, con il mouse che spariva e la dash (il pannello di Unity per eseguire i programmi ed effettuare le ricerche) lentissima.

All'inizio credevo che il problema fosse la scheda grafica, una ATI HD 4200 del 2010, che stenta a sopportare gli effetti grafici di Unity. Infatti la Dash - se è massimizzata - include un'animazione che la rendono lentissima (almeno, con la mia scheda grafica). Compresa nell'animazione, c'è un'anteprima di quello che si va a cercare (vedi questo articolo sulle novità di Ubuntu 13.04), che è una gran bella cosa, ma solo per hardware in grado di supportarla.

Ho quindi deciso di ridimensionare la Dash, in modo che fosse più rapida. Il problema si risolse parzialmente: l'avvio della Dash rimane lento, sia premendo il tasto "Super" (quello che nei normali computer ha una "finestrella come simbolo, nel mio c'è il logo di Ubuntu), sia premendo il tasto "Home" del Launcher (=il barrone laterale sinistro).

Ubuntu 13.04 con Dash "ridotta"

Cercando delle alternative per rendere le prestazioni decenti, ho scoperto che ATI ha dismesso il supporto per la mia scheda grafica (e per tutte quelle della serie HD 20000, HD 3000 e HD 4000), in quanto ormai "avevano raggiunto il massimo delle ottimizzazioni" (dicono). Per le schede di questa serie non sono quindi disponibili i driver proprietari (motivazione tecnica: i driver ATI 13.1 Legacy possono essere usati fino a X Server 1.12). Prendo nota: in futuro comprerò solo PC con schede grafiche di cui siano disponibili i driver liberi.

Per aggirare questo problema è disponibile un "trucchetto": usare la vecchia versione 1.12 di X Server e i relativi driver (vedi questa pagina su Launchpad), ma sinceramente io sconsiglio fortemente di farlo, e personalmente ho evitato la cosa.

Mentre sto provando varie soluzioni, noto che il sistema comincia a funzionare in maniera decente. Ubuntu deve aver indicizzato (=memorizzato) applicazioni e file presenti nel sistema, e sembra essere via via più reattivo. Lascio perdere la scheda video e procedo con qualche piccola personalizzazione.

Personalizzazioni dell'aspetto consigliate (da me)

Passato il primo approccio, devo ammettere che Ubuntu 13.04 è di una solidità impressionante: nessun crash inaspettato. La prima impressione di stabilità è mantenuta nei giorni successivi: nessun grosso bug rilevato, pochissimi aggiornamenti e correzioni. Grande merito va alla squadra di Quality Assurance, di cui fa parte la già citata Carla.

Ubuntu 13.04 è fatto per essere utilizzato così com'è, ma al sottoscritto non piacciono alcune cose, che ho provveduto personalizzare. Da "Impostazioni di sistema" -> "Aspetto":
  • cambio lo sfondo del desktop, per dargli un po' di personalità
  • riduco la dimensione delle icone del Launcher a 36 pixel, così sono visibili più applicazioni
  • attivo la scomparsa automatica del Launcher, così guadagno spazio sul desktop
  • abilito gli "spazi di lavoro", che fanno sempre comodo
Installo quindi "Unity Tweak Tool" e riduco le dimensioni dei tipi di carattere (font), che nelle impostazioni predefinite (mi) sembrano enormi.

Ubuntu 13.04 con Unity Tweak Tool - Tipi di carattere

Infine, su Firefox, il browser web predefinito, installo Adblock, l'estensione che blocca le noiose e pesanti pubblicità presenti sui siti web. Mi domando sempre perché tale estensione non sia installata in maniera predefinita, come lo è invece su Rekonq.

Disabilitare o no le ricerche online?

Da Ubuntu 12.10, le ricerche dalla Dash accedono anche a Internet, sul sito di Amazon. Questa scelta ha suscitato molte perplessità, perché durante la ricerca il sistema invia ad Amazon alcuni dati dell'utente. Molti commentatori hanno visto in questo un attacco alla privacy, sebbene i dati inviati siano pressoché irrilevanti, e siano usati - secondo Canonical - in maniera aggregata e anonima.

Bisogna anche dire che tutti i sistemi operativi moderni registrano le azioni fatte dagli utenti sul proprio sistema, e in qualche caso le inviano in rete. Un recente esempio è quando qualcuno si accorse che i melafonini tracciavano gli spostamenti GPS dei propri utilizzatori.

La differenza tra queste pratiche e Ubuntu sta nel fatto che su quest'ultimo lo fa alla luce del sole, mentre nessuno sa cosa fanno gli altri sistemi operativi, ed è sempre possibile disabilitare tutte le "registrazioni" e il collegamento online con 1 solo clic, dal pannello "Privacy" di "Impostazioni di sistema".

Il pannello "Privacy" delle "Impostazioni di sistema" su Ubuntu 13.04

Detto questo, disabilitando ricerche online, si disabilita anche la relativa "Social lens", una vista della Dash dedicata alla visione dei social media (Facebok, Twitter, ...), molto comoda e perfettamente integrata con Unity. Se si fa clic su uno dei messaggi (o altro) presenti sulla "Social lens" si apre una finestra del browser predefinito per vederne i dettagli.

La "Social lens" su Ubuntu 13.04, 
con i tweet delle persone che seguo

Per attivare la "Social lens" bisogna andare su "Impostazioni di sistema" -> "Account online". Da qui si può impostare l'accesso ai servizi di social networking più popolari, come Twitter, Facebook, Flickr, Google e (orrore!) Windows Live.

Setup di un account online su Ubuntu 13.04

Una volta impostato almeno un servizio, la "Social lens" appare sulla Dash.

Questo è un piccolo servizio reso possibile dall'integrazione di Ubuntu con i servizi web, ma che viene disabilitato se si tolgono le ricerche online. Questa situazione dovrebbe cambiare nella prossima versione di Ubuntu, quando arriveranno gli annunciati "Smart scopes" (poi rimandati a Ubuntu 13.10), che dovrebbero gestire in maniera più flessibile l'accesso di Ubuntu alle risorse di rete.



Come si vede nel video qui sopra, la ricerca su Internet dalla Dash sarà estesa a numerose altre risorse, come Wikipedia, Google Drive, Flickr, servizi meteo, deviantART, e moltissimi altri, dando risultati di tutti i tipi: immagini, musica (legale!), notizie, ricette, consigli su dove mangiare molto altro. Bello, no? Staremo a vedere! :-)

Ma dove sono le novità?

A parte la "Social lens", in effetti mancano grosse novità su Ubuntu 13.04. Ci sono invece novità che passano quasi inosservate:
  • LibreOffice 4.0, un bel balzo in avanti per LibreOffice, ma i benefici per gli utilizzatori si vedranno più avanti
  • La sparizione di Gwibber, il client per microbloggin (Twitter, identi.ca) che sarà sostituito da "Friends", ancora immaturo, lo vedremo su Ubuntu 13.10
  • La sparizione di WUBI, il programma che permetteva di installare Ubuntu all'interno di Windows, personalmente gli ho sempre preferito un bel dual-boot
  • Alcune nuove icone e i nuovi pulsanti di spegnimento, apprezzati dagli esteti
  • La sostituzione di Nautilus, il file manager predefinito con File, che ne è suo degno sostituto, ma che manca della funzione di "split" presente su Nautilus, che permetteva di sdoppiare la finestra in due (grave mancanza!).
Poche novità, nessuna rivoluzione, ma un continuo e costante lavoro di miglioramento su tutti i fronti. Tutto qui?

Un salto nell'aldilà: GNOME (s)Hell

No, per gli amanti delle emozioni estreme, ho provato un salto nel lato oscuro di Ubuntu: GNOME (s)Hell!

Dovete sapere che, dopo essere andati d'amore e d'accordo per molti anni, Ubuntu e GNOME hanno preso strade diverse (e simili) nel 2011, quando apparvero "Unity" (l'interfaccia predefinita da Ubuntu 11.04) e "GNOME Shell", l'analoga interfaccia "made in GNOME". Paradossalmente, la loro somiglianza ha posto inimicizia tra Canonical (e il resto del mondo) GNOME, suscitando più di qualche perplessità.

I rapporti adesso sembrano essere migliorati (attendo smentite!), tanto che da 13.04, Ubuntu GNOME è una derivata ufficiale, con tutti i conseguenti vantaggi per il team di sviluppo. Vedremo come si evolverà questa convivenza.

Per provare "GNOME Shell", è sufficiente installarla da Ubuntu Software Center, poi "Terminare la sessione" e al momento del login fare clic sulla piccola icona Ubuntu del pannello di accesso, e scegliere GNOME.

Su Ubuntu 13.04 è presente GNOME 3.6, che ha una serie infinita di piccole migliorie, basta vedere le note di rilascio.

GNOME Shell 3.6 su Ubuntu 13.04

Bisogna dire che GNOME Shell è un'interfaccia veloce, pulita e razionale. Chi è abituato a Unity comincierà subito a usarla molto velocemente. D'altro canto, manca di molte delle cose figherrime che si sono su Unity: le lens della Dash, le anteprime delle ricerche e qualche effetto speciale.

Le estensioni di GNOME Shell

Tra le cose che mi piacciono particolarmente di GNOME Shell ci sono le estensioni, una serie di piccoli programmi che si installano sulla barra superiore. I programmi si scaricano e installano (e anche disinstallano) direttamente dal relativo sito internet in pochi secondi.

Il sito web da cui installare (e disinstallare!) le estensioni GNOME

Tra le estensioni disponibili da segnalare:
  • Applications Menu: un menu delle applicazioni, per i nostalgici di GNOME 2.x
  • Impatience: permette di ridurre i tempi delle animazioni di GNOME
  • Weather: le previsioni del tempo
  • Media player indicator: integra il controllo del media player (Rhythmbox, VLC, Totem, Clementine, ...) sul pulsante dell'audio
  • Coverflow Alt-Tab: modifica il cambio di applicazione con i tasti "alt+tab" in modalità "copertina"
L'estensione Weather su GNOME Shell e Ubuntu 13.04

Queste estensioni le ho provate e sul mio computer funzionano perfettamente. Peggio è andato con altre (esempio: System Monitor), che richiedono l'installazione di alcuni pacchetti, e quindi qualche smanettamento.

L'idea delle estensioni è comunque una gran bella roba, se si riesce a risolvere il problema delle dipendenze (=installazione preventiva di altri pacchetti). Magari su Ubuntu GNOME, che è più simile a una installazione GNOME vanilla, le estensioni funzionano meglio.

Altra cosa simpatica è che dallo stesso sito, se si va su "Installed extensions" è possibile disattivare, configurare e disinstallare le estensioni.

Tirando le somme

Dopo più di un mese di utilizzo quotidiano posso dire: sono soddisfatto di Ubuntu 13.04! Certo, scoprire che la propria scheda video non è più supportata mi ha lasciato l'amaro in bocca, e vedere le animazioni della Dash andare a rilento quando sono così fluide su altri PC dà un certo fastidio! Però personalmente sono sempre stato tiepido nei confronti degli "effetti speciali", privilegiando l'uso pratico e veloce del sistema.

Volendo quindi fare un riassunto della mia esperienza.

Vantaggi
  • stabilità
  • applicazioni aggiornate all'ultima versione
  • su Unity: integrazione dei social media sulla Dash
  • su GNOME Shell: reattività della Dash, possibilità di installare estensioni (ma bisogna fare attenzione ai pacchetti da installare!)

Svantaggi
  • pesantezza di Unity e della Dash, spero migliori in futuro (da sottolineare comunque Ubuntu 13.04 gira bene su PC almeno bi-processore e 1 GB di RAM)
  • manca il supporto proprietario per "vecchie" schede grafiche ATI, ma questo è imputabile ad ATI (mai più!)
  • se si confronta con KDE/Kubuntu, il sistema è poco personalizzabile (ma qualcuno dirà che KDE/Kubuntu è fin "troppo" personalizzabile!)

Dario Cavedon è un giovanotto di belle speranze, che ha passato i 40 ma non se li sente, è uno giovane dentro, anche se da fuori non si direbbe. Si dedica con passione alla diffusione del Software Libero, di Linux e di Ubuntu e di un sacco di altra roba, nel poco tempo che famiglia e lavoro gli concedono. Il resto lo potete leggere sulla breve biografia.

sabato 11 maggio 2013

1-2 Giugno 2013: Debian Ubuntu Community Conference (DUCC-IT) a Fermo


Tra meno di un mese, il 1° e 2 Giugno 2013, ci sarà la seconda "Debian Ubuntu Community Council Italia" (DUCC-IT), a Fermo, nell'estremità meridionale delle Marche. Dopo l'edizione del 2010 del DUCC-IT a Perugia, di cui ho riferito in un mio post (qui trovare video e slide), le Comunità di due tra le più importanti distribuzioni Linux, tornano a riuniursi per un confronto costruttivo su quanto fatto e quanto si può ancora fare per migliorare la collaborazione e il supporto. In più sarà l'occasione anche per ascoltare e vedere persone di altre realtà importanti del Software Libero e della Cultura Libera come LibreOffice e Wikipedia.

Perugia 2010

A Perugia nel 2010 si svolse uno degli incontri più belli della Comunità ubuntu-it. Allora gli organizzatori erano +Paolo Sammicheli, +Alexjan Carraturo e il FSUG Italia che, nell'ambito del "Free Software day 2010", riuscirono a portare all'Università di Perugia, dove si teneva la conferenza, moltissime persone di spicco del panorama del Software Libero italiano.

Io ci andai con la famiglia, approfittando dell'occasione per fare anche una visita alla città umbra. Durante "i lavori" la famiglia era in giro per le vie di Perugia, con altri famigliari, con ci si ritrovava durante i pasti. Il pranzo del sabato era alla mensa universitaria, bellissimo posto pieno di giovani da tutto il mondo (peccato averne visto pochi agli incontri!).

Ebbi anche l'occasione di vedere e sentire per la prima volta Stefano Zacchiroli, Debian Project Leader (ha appena lasciato la carica dopo il terzo mandato).

Ricordo che, nonostante il tempo "ballerino", c'era un bel clima. La Comunità ubuntu-it era in espansione, sull'onda del crescente successo di Ubuntu.

Alcuni dei partecipanti del DUCC-IT 2010 all'Università di Perugia,
riconoscete qualcuno? :-)

Fermo 2013

A Fermo andremo in un panorama diverso, e con sentimenti diversi.

L'ecosistema "Ubuntu" sta crescendo, e forse anche diventando qualcosa di diverso da una "distribuzione Linux". Dall'apparizione di Unity, l'interfaccia grafica predefinita, la vision (il sogno?) di Mark Shuttleworth è Ubuntu "One operating system to rule them all" (un sistema operativo per tutti i dispositivi, dallo smartphone al tablet, al PC). Per ora è solo un bel progetto, con ancora molta strada da fare: il software per tablet e smartphone è ancora in sviluppo e mancano accordi con i produttori di hardware.

La Comunità ha avuto un naturale ricambio generazionale, parecchie nuove entrate negli ultimi 2 anni, e anche qualche dolorosa uscita. Lo sviluppo di Ubuntu ha subito parecchi cambi di direzione, all'inseguimento della vision di cui sopra, lasciando spiazzate molte delle persone che contribuivano per il solo gusto di farlo.

Sarà quindi un buon momento per riflettere su come proseguire il supporto, collaborando di più e meglio con gli amici di Debian.

Quest'anno l'organizzazione è a cura del FermoLUG, +Andrea Colangelo+Marco Alici in primis, a cui ho l'onore di dare un piccolo aiuto da remoto.

 Palazzo dei Priori, Fermo (fonte: wikipedia)

Il DUCC-IT si terrà nelle prestigiose sale di Palazzo dei Priori. I talk delle persone Ubuntu e Debian, si alterneranno a quelli di ospiti prestigiosi come il Prof. Renzo Davoli, presidente di Assoli, +Italo Vignoli di LibreOffice, e Ermanno Egidi di Wikimedia (Wikipedia). Il programma è ancora in fase di definizione, sarà pronto entro pochi giorni.

Anche questa volta porterò tutta la famiglia, che (confidando nel bel tempo) lascierò a lucertolarsi al Lido di Fermo, che si trova a pochissimi chilometri da Fermo. Spero che anche altri portino la famiglia, mi piace pensare che la comunità sia composta da persone, non da nerd, e che a queste piaccia stare insieme, anche senza parlare solo di software e computer.


Fermo si trova - più o meno - alla stessa distanza sia da Bologna che da Roma, quindi nessuna scusa per i prigri: dovete esserci! Io vi aspetto lì! :-)

giovedì 2 maggio 2013

Bisogna avere il fisico giusto

(fonte: Wikipedia)

Quando Dio creò l'uomo lo fece con braccia abbastanza lunghe e articolate da permettere alle loro estremità, le mani, di svolgere normali azioni quotidiane, compresa l'igiene personale. Non Gli saremo mai grati abbastanza per questo.

Oppure.

L'Evoluzione delle speci ha permesso all'uomo di sviluppare arti superiori sufficientemente lunghi e articolati da permettere ecc. ecc.

Sebbene molte persone sfruttino poco le mani in chive igienizzante, questi Doni di Dio (o dell'Evoluzione) hanno un serio svantaggio: la mancanza precisa di un posto dove metterle. Se infatti qualche milione di anni fa aveva un certo senso andare in giro con una pietra (o lancia o ascia) in una mano e un pezzo di cibo nell'altra, ai giorni nostri difesa personale e viveri possono essere comodamente riposti in appositi contenitori. Venendo così a mancare la loro occupazione primaria, il Genio umano ha creato la Tasca, bene rifugio di tutte le mani disoccupate.

Certo, il problema di come occupare le mani è un problema tipicamente maschile. Le donne sanno dove mettere le mani, non chiedetemi perché. Come spiegare altrimenti la totale mancanza di tasche in gonne e abiti femminili, o anche addirittura nei pantaloni femminili! (quest'ultimo fatto, che i pantaloni femminili mancano delle tasche, personalmente l'ho scoperto solo in tarda età). Le tasche di vestiti, gonne e pantaloni femminili, se e quando presenti, sono pefettamente inutili, avendo dimensioni talmente ridotte da poter contenere a stento una moneta da 1 cent.

Invece, per tutti gli uomini (grazie all'Uomo) esistono le tasche, comode e abbondanti, dove vanno regolarmente riposte le mani (la mano destra nella tasca destra, la mano sinistra in quella sinistra), specie durante i tragitti, o comunque quando si è in piedi. Altri atteggiamenti come incrociare le braccia (che denota chiusura verso l'interlocutore) o il grattarsi gli zebedei (che denota disinteresse) sono altamente sconsigliati.

Personalmente, mi sono sempre trovato bene con le tasche, utili anche un po' per dissimulare la timidezza, un po' per nascondere un evidente difetto genetico: ho le braccia corte e le maniche delle giacche mi sono regolarmente troppo lunghe di almeno un paio di centimetri. 

Neanche le tasche sono immuni da difetti, a cui neanche l'italico genio ha ancora trovato rimedio. Le mani in tasca denotano insicurezza, impaccio oppure (orrore!) il voler nascondere qualcosa all'interlocutore

Ricordo quella volta a Mosca, mentre facevo l'interminabile fila davanti al mausoleo di Lenin. Era fine agosto, dopo 4 giorni di caldo umido, cominciavano ad arrivare le prime correnti fredde, dalla Siberia credo. Me ne stavo lì, con le mani in tasca, niente smartphone su cui twittare al tempo. Ero quasi arrivato all'entrata della tomba, quando una guardia mi chiamò fuori dalla fila, intimando qualcosa in russo. Dopo due minuti di difesa a colpi di "I don't understand!", capii che bastava togliessi le mani dalle tasche. Cosa potevo nascondere? Una fotocamera per far foto e rivenderle al mercato nero? Una mini bomba capitalista per distruggere il culto della pesonalità bolscevico? Una penna-stilo-pistola con cui avrei immobilizzato le guardie per poi fuggire con la mummia sottobraccio? (erano i tempi d'oro di James Bond, quando i Russi erano ancora i Cattivi, e anche Sting li guardava con sospetto)

Che poi esiste un efficacie rimedio, che fa sparire impaccio e aria imbarazzata, ma solo pochi ne sono dotati: basta guardare tutti dall'alto di 1,91 mt di altezza, come Jimmy Stewart. Lassù gli abiti si portano con disinvolta eleganza, e le mani in tasca servono solo per evitare di che tanta presenza fisica intimorisca i presenti.
Bisogna avere il fisico giusto.
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