Xubuntu è la minore, dopo Ubuntu e Kubuntu, delle 3 sorelle Ubuntu ufficiali. Destinata a pc con hardware vecchiotto oppure limitato, ha conosciuto una discreta diffusione, grazie al fatto che la maggior parte delle componenti base è comunque Ubuntu, su cui si integra il desktop manager XFCE, più leggero di Gnome (il desktop manager di Ubuntu) ma altrettanto stabile. La leggerezza dovrebbe essere quindi la caratteristica base di Xubuntu.
Avevo provato Xubuntu 9.04, ma ne ero rimasto un po’ deluso, tanto da rinunciare a farne una recensione. Le promesse di snellezza erano andate disattese, e mi domandavo il senso di sviluppare una distribuzione che assomigliava troppo alla sorella maggiore, anche a costo di sacrificare la leggerezza.
Diamo una possibilità a Xubuntu 9.10
Sul wiki di Xubuntu, si legge che
"slim down Xubuntu session" (snellire la sessione di Xubuntu) è uno degli obiettivi "miglioramento continuo" della distribuzione. Confortato da tanta buona volontà, e pensando all’assioma per cui Linux migliora di versione in versione, ho deciso di fare un giro di prova con Xubuntu 9.10.
La macchina in prova
Il computer sul banco è un vecchio HP, un vero pezzo di modernariato con:
- Pentium III Coppermine a 733 MHz
- 192 MB di RAM PC133
- Hard disk Quantum Fireball da 10.1 GB
- Scheda video integrata S3 Savage 8 MB (memoria condivisa)
- Lettore CD
Una mossa sbagliata: il Live CD
Contravvengo volontariamente
(e masochisticamente, come vedremo) alle indicazioni del wiki, che impongono almeno 192 MB RAM per usare il “Live CD” di Xubuntu. Il computer in prova ne ha meno, in quanto dei 192 MB, 8 MB sono riservati alla scheda video. Il “Live CD” permette di provare Xubuntu sul proprio computer, senza installare o modificare l’hard disk. Serve insomma a fare un giro di prova, per vedere come va.
Alla partenza, appare il solito menu Ubuntu, con l’elenco delle lingue con cui partire, scelgo l’italiano e faccio partire il CD con l’opzione “Prova Xubuntu senza modificare il computer”
Durante il boot, appare un topolino (simbolo di XFCE) al posto del classico “circle of friends”. Sarebbe stato meglio vedere il logo di Xubuntu, il topolino all'interno del circle of friends.
il primo splash screen: il topolino di XFCE
Ben presto, il sorriso che mi è venuto vedendo il simpatico topolino mi si congela sulla faccia. Infatti passano ben 4 minuti e 30 secondi prima che appaia qualcosa di diverso (lo sfondo del desktop). La pazienza comincia a finire, così come la fiducia nel riuscire a far partire il Live CD. Nemmeno mi consola un altro splash screen a effetto: una serie di punti luminosi che si muovono al centro dello schermo. Dovrebbero servire ad allietare l’attesa del boot. A me danno sui nervi perché allungano sicuramente i tempi di avvio.
il secondo splash screen: le lucciole vanno di moda! ;-)
Dopo ben 10 minuti comincia ad apparire il desktop, faticosamente, pezzo per pezzo. Prima lo sfondo, poi le barre, le icone e infine i menu. Alla fine il pc ha impiegato 15 minuti per avviarsi. Intanto qualche programma è andato in crash, con tanto di notifiche di errore. Uno di questi è XFCE-panel, il pannello di XFCE. Questo mi impedisce di accedere al menu. Posso però fare clic con il tasto destro del mouse sul desktop e selezionare lo spegnimento del sistema. L’operazione dura meno di un minuto, almeno questo è facile!
La prova di avvio di Xubuntu con il “Live CD” è fallita, 180 MB e rotti di RAM sono davvero insufficienti per avviare il sistema. Vabbé, era solo un esperimento (da non ripetere).
Mettiamo sul banco la versione “Alternate”
Provo allora la versione “Alternate” del CD di installazione di Xubuntu. Questa versione è dedicata a PC con meno di 256 MB di RAM. Esegue solo l’installazione, è solo testuale, e non permette di provare Xubuntu da CD, quindi bisogna pensarci bene prima di eseguirla!
Faccio partire il CD, il menu Ubuntu è leggermente diverso, scelgo “Installa Xubuntu” e parto. Il sistema chiede i soliti dati: (la lingua è stata già scelta all’avvio) la nazione (Italia), la disposizione della tastiera (italiana), la configurazione della rete (chi ha un modem ADSL si ricordi di tenerlo acceso!), chiede il nome da assegnare al computer (xubuntu-dario), poi tenta di sincronizzarsi con il server NTP per l’ora di sistema. Si passa quindi al partizionamento dei dischi.
Questa è la parte più delicata: la modalità testo è più ostica della modalità grafica
(ovvio!), per cui consiglio ai neofiti di chiedere l’aiuto di un amico esperto, o di rivolgersi al LUG più vicino.
Io faccio da solo (che bravo che sono! :-) e scelgo di creare 2 partizioni: la root (con ext4 come filesystem) e la swap di 500 MB. A questo punto l’hard disk viene formattato con la nuova configurazione, il tutto dura circa 10 minuti.
Una volta fatto, chiede i dati personali: il nome di chi usa il computer, un nick (nomignolo) da usare per l’account, la password (mi raccomando: almeno 8 caratteri alfanumerici!), se si vuole cifrare la propria home. Si passa quindi a configurare la connessione Internet, APT (il software che gestisce gli aggiornamenti) e un altro paio di noiose impostazioni che confermano l’idea che i novellini è meglio si facciano aiutare da un esperto.
Quindi, finalmente, parte l’installazione vera e propria. Dura un bel po’ di tempo. Del resto l’hard disk è abbastanza lento (ho il sospetto che sia un ATA/33). In totale l’installazione dura più di un’ora. Nel frattempo potete andare in bagno, e prendervela con comodo. Non dimenticatevi di portarvi “I fratelli Karamazov”.
Nonostante i tempi lunghi, non riscontro nessun problema e il computer esegue il reboot senza problemi.
Primo avvio e impressioni iniziali
Il primo boot dura ben 2 minuti e 25 secondi, immagino che in questo primo accesso finisca anche una parte dell’installazione. Durante l’avvio, appaiono i due splash screen già visti, il topolino prima e i pallini luminosi poi. L’impressione è che questa scelta, con il mio “modernariato", rallenti significativamente il PC, allungando i tempi di avvio.
Alla fine appare il desktop. Devo dire è davvero molto carino e moderno, lo stile si chiama “Albatross”. I colori dominanti sono l’azzurro in varie gradazioni e il nero. A prima vista direi “una versione dark di Ubuntu”. Piacerà ai giovani e agli appassionati delle oscure saghe di vampiri ecc. ecc., che tanto vanno di moda. L'unica nota negativa è che le notifiche in alto a destra sono un po' nascoste.
il desktop di Xubuntu 9.10
Una nota tecnica: appena avviato, il sistema occupa poco più di 90 MB, e purtroppo continua a “swappare” (=scrivere una parte dei dati dalla memoria RAM all’hard disk), rallentando notevolmente le operazioni. Diciamo che funziona benino a patto di eseguire un programma alla volta. Su come ottimizzare la distribuzione vediamo più tardi, intanto diamo un’occhiata ai programmi.
Il software
La dotazione software è abbastanza completa per un uso quotidiano.
Il sistema si basa su XFCE 4.6.1 e ne eredita tutti gli strumenti di base, tra cui l’ottimo gestore di file Thunar, veloce, semplice ed essenziale.
il file manager Thunar
Sul lato programmi per l’ufficio troviamo AbiWord (word processor) e Gnumeric (foglio di calcolo). Una scelta obbligata, se si vuole leggerezza e stabilità. In più Orage per la gestione dell’agenda e degli appuntamenti.
abiword (word processor) e gnumeric (foglio di calcolo)
Per la parte multimediale: Brasero per copia e masterizzazione CD, Exaile per riproduzione di file musicali e Totem per riproduzione video. Totem e Brasero sono presenti anche in Ubuntu.
Per la grafica GIMP, per manipolazione di immagini, Ristretto (ottimo programma!) per visualizzazione di immagini e Xsane per acquisizione da scanner.
Ristretto (visualizzazione immagini)
Per la navigazione Internet, Firefox. Scelta un po' discutibile: se si volesse privilegiare la leggerezza, bisognerebbe usare altri browser.
Firefox (browser web)
Usabilità
Dal lato usabilità la situazione ha luci e ombre, vediamo un po'.
Installazione di software aggiuntivo: si nota la mancanza di “Ubuntu Software Center”, una delle novità di Ubuntu 9.10. Su Xubuntu c’è ancora il caro vecchio “Aggiungi/Rimuovi applicazioni” che fa la stessa identica cosa, ma che è meno attraente dal punto di vista commerciale. Mi aspetto di trovare Ubuntu Software Center nella prossima versione di Xubuntu. Dal punto di vista utente, "Aggiungi/Rimuovi applicazioni" fa proprio quello che dice il nome, e basta e avanza.
Aggiungi/Rimuovi applicazioni
Impostazioni di sistema: queste si possono migliorare, c'è un menu dedicato (con troppe voci) e anche un programma dedicato. Si potrebbero inglobare le voci del menu nell'applicazione "Gestore delle impostazioni XFCE4" o creare un'applicazione simile, e inserirla alla voce "sistema" del menu.
il menu Impostazioni
il programma Impostazioni
File multimediali: Xubuntu, per poter essere distribuita senza limiti e problemi legali, è rilasciata (come K/Ubuntu) senza i più diffusi codec multimediali; ho provato a leggere un file MP3 con Exaile, il lettore multimediale predefinito, e il risultato è stato deludente: il programma non legge il file e non mi da' la possibilità di cercare un codec adatto per leggere il file.
problemi a leggere un MP3 con Exaile...
'Sta cosa non la digerisco: su Ubuntu (e Kubuntu), il sistema riconosce che il file MP3 è un file multimediale e cerca il codec adatto. Provo ad aprire lo stesso file con Totem (che è il lettore multimediale predefinito per Ubuntu), e infatti.
...nessun problema a leggere MP3 con Totem!
Probabile quindi che manchi l'integrazione per i programmi (come Exaile) usati solo da Xubuntu. Sono sicuro che nella prossima versione questo problema sarà risolto.
Supporto in italiano: nessun problema, una volta avviato, il sistema si accorge che il supporto nella lingua prescelta non è completa, e chiede se si vogliono installare i pacchetti nella lingua desiderata. Proprio come in Ubuntu. E' necessaria una connessione ADSL per farlo, vista la mole di dati.
installazione dei pacchetti in italiano
Aggiornamenti software: anche per gli aggiornamenti, il funzionamento è simile a quello Ubuntu, il sistema si accorge che ci sono aggiornamenti e chiede se si vogliono installare.
aggiornamenti automatici di Xubuntu
Se viene installato anche un kernel nuovo, il sistema chiede di riavviare il computer.
richiesta di reboot
Anche in questo caso, è necessaria una connessione ADSL o equivalente. Sulla macchina in prova, questa operazione ha richiesto 20 minuti per scaricare il software dalla rete e ben 45 minuti per installare e far ripartire il computer. Tempi lunghissimi, dovuti ai limiti delle risorse a disposizione. Però è da notare una cosa rilevante: è andato tutto bene!
Prestazioni: per prima cosa, bisogna impostare la "swappiness" a 10
(vedi sotto un link a un mio post dove spiego come fare). Questo evita il continuo swap della memoria RAM su disco, e permette di lavorare quasi normalmente. I limiti della macchina in prova permettono di eseguire un solo programma alla volta. Avviandone due, funzionano male entrambi. Le prestazioni insomma sono così così. Chi si aspetta di riesumare un vecchio PC utilizzando Xubuntu forse rimarrà un po' deluso.
Concludendo
Sono rimasto favorevolmente impressionato da Xubuntu 9.10. Ci sono cose che non condivido, ma non posso che lodare l'impegno profuso dagli sviluppatori. Xubuntu in sostanza è una distribuzione che si pone a metà strada tra quelle sviluppate per computer dell'ultima generazione (es. Ubuntu) e quelle per computer vecchi o con risorse limitate (es. Puppy Linux, SliTaz). Lubuntu, attesa per Lucid Lynx ad aprile 2010, completerà l'offerta ubuntera in questo senso.
La macchina in prova sarebbe andata meglio se avessi avuto 256 MB di RAM e scheda video con memoria dedicata (e non condivisa). Possiamo quindi dire che un Pentium III con 256 MB di RAM è il requisito minimo perché Xubuntu funzioni, senza però tante pretese.
Tra le cose che vanno molto bene:
- stabilità encomiabile: nonostante l'abbia messo alla frusta creando situazioni di stress, Xubuntu non si è mai piantato;
- garanzia nell'investimento: chi passa a Xubuntu è certo che avrà supporto e aggiornamenti, in buona parte garantiti dal fatto che si basi appunto su Ubuntu.
Tra le cose che si possono migliorare:
- impostazioni di sistema: andrebbero meglio razionalizzate, evitando i doppioni;
- integrazione: i programmi di Xubuntu (es. Exaile) non hanno la stessa integrazione e facilità di quelli "nativi" Ubuntu (es. Totem);
- browser web: Firefox è troppo pesante, bisognerebbe adottare un browser più leggero, anche a costo di sacrificare qualche funzionalità;
- programma per presentazioni: si sente la mancanza di un programma per fare presentazioni.
Tra le cose che non vanno:
- doppio splash screen: tanto carini quanto inutili, se non dannosi sui pc vecchi.
Link:
Mio post su Lubuntu (con spiegazione di come modificare la "swappiness")