venerdì 29 giugno 2012

La casa dell'acqua a Zané

La casa dell'acqua

Allo scorso Ubuntu-it Meeting di Bologna mi sono ritrovato a parlare con Andrea G. di... acqua. Eravamo a pranzo e al momento di ordinare da bere, Andrea chiese acqua in caraffa, anziché la solita acqua in bottiglia. Io sono così abituato a ordinare l'acqua in bottiglia che neanche ci avevo pensato. "È ora di finirla con l'acqua che viaggia da una parte all'altra dell'Italia".

In effetti, a casa bevo solo acqua di rubinetto. Mia moglie preferisce l'acqua gasata, e quindi fino a poco fa compravamo anche quella in bottiglia.

La casetta

Fino a poco fa, perché dalla fine di maggio, è stata inaugurata la "casa dell'acqua", una struttura costruita dal Comune di Zané, in "project financing" con un'azienda locale specializzata in depurazione e trattamento delle acque.

La struttura è situata all'ingresso del Piazzale "Salvo d'Acquisto", in centro a Zané, ed è accessibile 24 ore su 24. La casetta eroga acqua dell'acquedotto, quindi a kilometri zero, che viene depurata e refrigerata, al costo di 5 cent. di euro al litro. Sono disponibili due erogatori di acqua frizzante e due di acqua naturale.

Il pulsante per l'erogazione dell'acqua frizzante, 
si noti la tesserina

Per pagare si possono usare le monetine, oppure una tessera rilasciata dal Comune di Zané, senza nessun versamento di cauzione (almeno, per ora). L'acqua è erogata a mezzo litro alla volta, così è facile riutilizzare le vecchie bottiglie in plastica che si hanno in casa.

Erogazione di acqua frizzante

Vantaggi per il cittadino

I vantaggi per i cittadini sono:
  • di ordine economico, in quanto il prezzo pagato è circa 1/4 di quanto si paga al supermercato
  • di comodità, essendo la struttura vicina a casa (io ci vado a piedi) e sempre aperta
  • e anche di coscienza di "acqua come bene comune": un'azienda privata avrebbe mai fatto un'opera del genere?

Vantaggi per il Comune

Il progetto a costo zero per il Comune di Zanè, essendo stato interamente finanziato dall'azienda responsabile della depurazione, in cambio della gestione per 10 anni, che potrebbero ridursi se l'acqua erogata fosse maggiore di un tot all'anno. Dopo questo periodo la gestione, e quindi i ricavi, passerà al Comune, e l'entrata per le casse comunali potrebbe essere significativa.

In più, il Comune risparmierà soldi per lo smaltimento della plastica, che almeno per le bottiglie, si ridurrà drasticamente. A Zané abitano 6.600 persone circa, se metà di queste usassero la casa dell'acqua per il loro fabbisogno quotidiano, si risparmierebbero 500.000 bottiglie di plastica all'anno (!)

Solo vantaggi?

Da quando esiste la casetta, non ho più acquistato acqua in bottiglia al supermercato. Nonostante questo, nutro ancora alcune riserve sull'iniziativa.

Come prima cosa, il prezzo. Pur essendo conveniente e molto più basso di quello del supermercato, il prezzo è comunque altissimo per un'acqua di rubinetto. Se per l'acqua di casa pagassi quel prezzo, dovrei fare un mutuo.

Il secondo dubbio riguarda l'accessibilità all'erogazione in inverno. Qui da noi il clima è relativamente mite, ma capitano giorni che la temperatura scenda sotto zero, anche durante il dì, e non saprei proprio cosa succederà. Vi terrò aggiornati.

L'ultimo dubbio riguarda la modernità dell'opera. Quando mio padre era giovane l'acqua corrente non arrivava in casa, e si andava alla fontana per rifornirsi, o per lavare i panni. Adesso, 60 anni dopo, si ritorna "alla fontana" a prendere l'acqua. Usi, costumi e tecnologia sono cresciuti, ma siamo ancora lì con la nostra bottiglia a prendere l'acqua alla fontana. Si tratta di progresso? Oppure stiamo lentamente tornando indietro, ricacciati nel passato dall'insostenibilità del nostro benessere?


Link:

Articolo su "Il Giornale di Vicenza"

sabato 23 giugno 2012

Linus Dixit, tutte le "migliori" esternazioni di Linus Torvalds - parte I

Linus Torvalds a casa
(fonte: Millenium Prize Media Bank)

C'è del curioso nell'improvviso "risveglio" di Linus Torvalds, finlandese di etnia svedese trapiantato negli Stati Uniti, archetipo del geek e noto in tutto il mondo per essere il  Supremo Kernel Hacker inventore di Linux. Il creatore del sistema operativo libero per definizione, dopo più di 20 anni passati nella semi oscurità a sviluppare Linux, sovrastato dalla fama della sua stessa creatura, in questi ultimi tempi è uscito decisamente allo scoperto con una serie di dichiarazioni che hanno fatto un certo rumore, con l'ultima delle quali ha mandato a quel paese NVIDIA.

Sarà per via della sua recente vittoria (assieme al giapponese Shinya Yamanaka, premiato per le sue ricerche sulle cellule staminali) del "Millenium Technology Prize",  prestigioso premio da 1.000.000 di euro, una sorta di premio Nobel per la Tecnologia assegnato dalla "Technology Academy Finland".

C'è del curioso perché Torvalds parla poco, ma quando parla poi fa sempre parlare di sé. Il guaio è che Torvalds, come si è definito lui stesso, è "impolite" (trad: sgarbato, o maleducato addirittura), non un estremista, ma un pragmatico, che dice quel che pensa, curando poco la forma e badando per niente alla possibilità che il suo pensiero possa in qualche modo urtare le persone a cui è rivolta la sua attenzione.

A futura memoria ho deciso di riepilogare le migliori "perle di schiettezza", dette o scritte, che hanno fatto discutere, e che in nessun modo hanno cambiato il modo di fare di questo freddo finlandese americano.

Nota: ho trascritto le frasi originali in inglese e poi la mia traduzione subito sotto. Se trovate errori, segnalatemeli! :-)

Dicembre 2005: Linus Torvalds e GNOME 2

Torniamo indietro di qualche anno, nel 2005. Alcuni di voi, neanche avevano sentito parlare, di Linux. Il sottoscritto invece si era da poco avvicinato alla Comunità Ubuntu, quella che ha un suo "Codice di Condotta", che prescrive di essere rispettosi nei confronti degli altri.

Linus penso abbia mai sottoscritto alcun "codice di condotta", infatti intervenendo in una discussione nella mailing list di sviluppo di GNOME, invita le persone a usare KDE (principale avversario di GNOME nella "guerra dei desktop Linux")
"I personally just encourage people to switch to KDE. This "users are idiots, and are confused by functionality" mentality of  Gnome is a disease. If you think your users are idiots, only idiots will use it. I don't use Gnome, because in striving to be simple, it has long since reached the point where it simply doesn't do what I need it to do.
Please, just tell people to use KDE."
"Personalmente posso solo incoraggiare le persone a passare a KDE. Questa mentalità di Gnome che "Gli utenti sono idioti e confusi dalle funzionalità" è una malattia. Se si pensa che gli utenti siano degli idioti, solo gli idioti lo useranno. Io non uso Gnome, perché nel tentativo di essere semplice, ha da tempo  raggiunto il punto in cui semplicemente non fa quello che ho bisogno che faccia.
Per favore, dite semplicemente alla gente di usare KDE."
Linus avrà poi modo di ricredersi.

Gennaio 2009: Linus Torvalds e KDE 4

In una intervista fatta in occasione della Linux.conf.au, uno dei maggiori eventi mondiali sull'Open Source, Linus deve ricredersi su KDE, specie per il disastroso esordio di KDE 4.0. Al tempo, dovetti rinunciare ad installare Kubuntu 8.10 con KDE 4.0, che era francamente inusabile.

Rispondendo a una domanda su KDE 4.0, Linus dichiara
I used to be a KDE user. I thought KDE 4.0 was such a disaster, I switched to GNOME. I hate the fact that my right button doesn't do what I want it to do. But the whole "break everything" model is painful for users, and they can choose to use something else.

I realize the reason for the 4.0 release, but I think they did it badly. They did so many changes, it was a half-baked release. It may turn out to be the right decision in the end, and I will retry KDE, but I suspect I'm not the only person they lost.

I got the update through Fedora, and there was a mismatch from KDE 3 to KDE 4.0. The desktop was not as functional, and it was just a bad experience for me. I'll revisit it when I reinstall the next machine, which tends to be every six to eight months.

The GNOME people are talking about doing major surgery, so it could also go the other way.
Sono sempre stato un utente KDE. Penso che KDE 4.0 sia un bel disastro, e sono passato a GNOME. Odio il fatto che il pulsante destro (del mouse) non fa quel che voglio che faccia. Ma tutto il modello "rottura totale" (con il passato) è doloroso per gli utenti, ed essi possono decidere di usare qualcos'altro.
Capisco la ragione del rilascio della versione 4.0, ma penso che abbiano fatto molto male. Hanno fatto così  tante modifiche, è un rilascio zoppicante. Alla fine, potrebbe risultare che hanno preso la decisione giusta, e proverò ancora KDE, ma penso di non essere l'unica persona che hanno perso.
Avevo fatto l'aggiornamento su Fedora, e c'è stata una discrepanza tra KDE 3 e 4.0. Il desktop non funzionava, ed era una brutta esperienza per me. Gli darò un'altra occhiata quando installerò il prossimo pc, che è più o meno ogni sei o otto mesi.
Gli sviluppatori di GNOME stanno parlando di fare una "operazione importante", quindi potrebbe andare dall'altra parte.
Il motivo per cui gli sviluppatori di KDE decisero il rilascio della 4.0 era che c'era un grosso bisogno di una mano nell'individuare e correggere bug, per cui si pensò che un rilascio ufficiale di una versione punto-zero fosse un buon modo per ottenere aiuto. Ottennero però (anche) molti insulti, e molta gente passò ad altro sistema.

Agosto 2011: Linus Torvalds e GNOME 3

In un post su Google+ - ora non più visibile (cancellato?) - Linus interviene sulla funzionalità di GNOME 3, rilasciato qualche mese prima, ad Aprile 2011.
"While you are at it, could you also fork gnome, and support a gnome2 environment?" 
"I want my sane interfaces back. I have yet to meet anybody who likes the unholy mess that is gnome3."
"It's not that I have rendering problems with gnome3 (although I do have those too), it's that the user experience of Gnome3 even without rendering problems is unacceptable.
Why can't I have shortcuts on my desktop? Why can't I have the expose functionality? Wobbly windows?Why does anybody sane think that it's a good idea to have that "go to the crazy 'activities'" menu mode? I used to be upset when gnome developers decided it was "too complicated" for the user to remap some mouse buttons. In gnome3, the developers have apparently decided that it's "too complicated" to actually do real work on your desktop, and have decided to make it really annoying to do. 
Here's an example of "the crazy": you want a new terminal window. So you go to "activities" and press the "terminal" thing that you've made part of your normal desktop thing (but why can't I just have it on the desktop, instead of in that insane "activities" mode?). What happens? Nothing. It brings your existing terminal to the forefront.
That's just crazy crap. Now I need to use Shift-Control-N in an old terminal to bring up a new one. Yeah, that's a real user experience improvement. Sure. 
I'm sure there are other ways, but that's just an example of the kind of "head up the arse" behavior of gnome3. Seriously. I have been asking other developers about gnome3, they all think it's crazy. I'm using Xfce. I think it's a step down from gnome2, but it's a huge step up from gnome3. Really."
"Io voglio indietro la mia interfaccia [grafica] sensata. Devo ancora trovare qualcuno a cui piace quel casino micidiale che è gnome3."
Già che ci sei, potresti fare il "fork" (=creare una nuova versione, derivata da questa ndt), e supportare l'ambiente gnome2? 
Non è che ho problemi di visualizzazione con gnome3 (anche se ho anche quelli), è che l’esperienza utente di Gnome3 - anche senza i problemi di visualizzazione - è inaccettabile. Perché non posso avere le icone sulla mia scrivania? Perché non posso avere la funzionalità “expose” [funzionalità che visualizza tutte le finestre aperte miniaturizzate ndt]? Finestre traballanti?!?! Perché una persona sana [di mente] pensa che sia una buona idea dover andare sull'insensato menu “attività”? Ero preoccupato quando gli sviluppatori gnome decisero che era “troppo complicato” per l’utente rimappare alcuni pulsanti del mouse. In gnome3 gli sviluppatori hanno evidentemente deciso che era “troppo complicato” lavorare davvero sul desktop, e hanno deciso di renderlo fastidioso.
Ecco un esempio di “insensato”: vuoi aprie una nuova finestra con il terminale. Quindi vai su “attività” e selezioni la cosa “terminale” che hai incorporato nella tua normale cosa “desktop” (ma perché non posso averlo sulla scrivania, invece che nell’insensato modo “attività”?). Cosa succede? Niente. Porta in primo piano il tuo terminale già in esecuzione. Questa è una ca***ta! Adesso devo usare Shift-Control-N su un terminale già in esecuzione per attivarne un altro. Sì, questo è davvero un miglioramento nell’esperienza utente. Di sicuro.
Sono sicuro che ci sono altri modi, ma è solo un esempio di un ambiente in cui le persone perdono troppo tempo a pensare. Seriamente. Ho chiesto ad altri sviluppatori cosa ne pensano di gnome3, e tutti pensano che sia pazzesco. Sto usando Xfce. Penso sia uno scalino inferiore a gnome2, ma è mille volte meglio di gnome3. Davvero.
Questa volta Linus consiglia di passare a Xfce (invece che KDE) - che è lo stesso consiglio che erogo io ai delusi di Unity e GNOME 3 Shell!

Strano Linus eviti di menzionare KDE, che ne sia stato deluso definitivamente?

(versione riveduta con le correzioni dei "Fratelli Linux", Luca e Mattia M., grazie! :-)
(fine prima parte)


Link:

Post di Linus su GNOME 2 sulla ML di sviluppo di GNOME 2 (in inglese)
Intervista su "ComputerWorld" a Linux Torvalds in cui parla di KDE 4 (in inglese)
Articolo di "The Register" sugli apprezzamenti di Linus nei confronti di GNOME 3 (in inglese)
Articolo di "Tech Drive In" che riporta una parte degli interventi di Linus su GNOME 3 (in inglese)

sabato 16 giugno 2012

Ubuntu-it Meeting "Q" di Bologna, un ulteriore contributo

La foto di copertina del Meeting, i partecipanti

Del Meeting della Comunità Ubuntu-it svoltosi a Bologna sabato 2 giugno saprete già tutto. 
Chi non ha avuto modo di seguirlo, può leggere il post di Giuseppe, o quello di Jeremie, o quello di Andrea (in inglese, per palati fini!). 
Oppure leggere il mio prolisso Storify, con la cronaca minuto per minuto della due giorni bolognese (sotto trovate tutti i link). 

Volevo perciò riprendere su questo post qualche spunto del talk "Comunichiamo Ubuntu", che ho tenuto a Bologna, e che gettava il sasso su com'era possibile migliorare la comunicazione della Comunità Ubuntu-it.

La lunga strada verso il dominio del mondo
"Non c'è vento a favore per chi non sa dove andare" (Seneca)
Partendo dalla massima di Seneca, ho introdotto il primo dato, le statistiche sulla diffusione di Linux sul desktop, in costante ma lentissima crescita.

(fonte: www.omgubuntu.co.uk)

Questi dati fanno da contraltare a quelli sulla diffusione di Android (che è Linux) nel mercato degli smartphone, dove ha ormai una quota di mercato del 50%. Questo ci fa riflettere su alcuni fattori:
  1. nell'ambito dell'adozione delle innovazioni, siamo ancora nella parte iniziale della curva di Rogers, quella occupata dagli innovatori e dei "primi adottatori", il mercato principale è ancora da venire
  2. come dimostra il successo di Android, Linux è pronto per essere usato dalla grande massa delle persone
  3. come dimostra il successo di Android, per avere una diffusione di massa, Linux dovrebbe essere venduto preinstallato sui PC, ma sono ancora pochi i produttori in questo settore
  4. infine, essendo Linux solo al 1% del mercato, il bello deve ancora arrivare! :-)
Ubuntu-it in calo di ascolti (?)

I dati degli accessi al sito web www.ubuntu-it.org sono in costante calo, ormai da almeno 4 anni, come dimostrano le statistiche.

Il dato potrebbe essere un po' strano, specie se confrontato al fatto che Linux sul desktop cresce, poco alla volta ma cresce. 
Sicuramente esiste un fenomeno di "diaspora" degli appassionati di Ubuntu, che sono migrati dai canali ufficiali ad altre risorse (come i numerosi blog e fanzine su Ubuntu), piuttosto che verso altre distribuzioni. Quest'ultimo fenomeno, dovuto sia all'apparire di distribuzioni derivate di Ubuntu, come la famosa "Ubuntu verde", sia a alcune scelte di Ubuntu che hanno lasciato interdetti gli appassionati (chi ha detto Unity?? ;-).

Ma la cosa importante è che il web così come l'abbiamo concepito per anni sta rapidamente cambiando in qualcos'altro: ancora meno centralizzato, ancora meno definito, ancora più mutevole. Nella sua forma attuale premia i social network come Facebook, Twitter, e Google+. Questi sono gli spazi, le piazze principali in cui si riversa molta parte della vita virtuale delle persone connesse a Internet

"Nella rete di Ubuntu-it" (o era "Ubuntu-it nella Rete"? ;-)

L'aspetto che ho voluto sottolineare è che Ubuntu-it è - a volte - troppo impegnata nello sviluppo, deve migliorare la sua immagine esterna. 
La Comunità Ubuntu-it è virtuale per definizione, incontrandosi su Internet per la maggior parte del tempo, quindi ha una buona padronanza dei mezzi disponibili nella Rete. In più, può contare su un affiatamento e uno spirito di collaborazione che molte aziende (che puntano a creare comunità virtuali per i propri prodotti) se li possono solo sognare.

Queste doti devono uscire dalla Comunità, essere trasmesse il più possibile verso l'esterno, sia per invogliare altre persone a partecipare, e quindi garantire lunga vita a Ubuntu-it, sia per far capire qual è la differenza di Ubuntu nei confronti della altre (valide) alternative. 

Quest'ultimo elemento, era all'origine centrale nella filosofia Ubuntu. È ancora presente, seppur ridotto come è ridotto (nelle dimensioni) il circle of friends del logo, ma è ancora il perno centrale attorno a cui ruota la Comunità Ubuntu-it: noi siamo quel che siamo per merito di ciò che siamo tutti.

Ringraziamenti finali

Concludo questo post ringraziando alcune persone che mi stanno a cuore, in ordine sparso:
Marco e Mirko, per le riprese dell'evento su Internet
Monia, per le panelle siciliane, buonissime! e la scelta del ristorante del sabato sera, nonché nuovo amministratore della pagina FB di Ubuntu-it
Paolo, per l'impegno a 360° e l'entusiasmo costante, ma anche per i gadgets riportati dall'UDS
Giuseppe, Andrea e Jeremie, per aver accettato la sfida della comunicazione sui propri blog
Fabio e gli amici di UIE Linux per aver animato la discussione del mio talk, e anche per MyUnity!
Davide, per il suo talk illuminante
Michele, perché usa Kubuntu, e già per questo merita di essere lodato
Riccardo e Mirko (ancora), neo acquisti del Gruppo Web, che ho avuto il piacere di conoscere di persona
Stefania, Greta e Giada, la mia famiglia, che mi sopportano anche quando non c'è un Ubuntu-it Meeting.

Alla prossima!

Il retro di copertina ;-)


Link:

Le foto di Jeremie
Il post di Peppe sul Meeting
Il post di Jeremie sul Meeting
Il post di Andrea sul Meeting
Il mio Storify, con la cronaca "tweetata" del Meeting
La mia presentazione su slideshare.net

venerdì 1 giugno 2012

Ubuntu-it Meeting "Q" - a Bologna, a Bologna! :-)

Ubunteri in viaggio verso Bologna

Come tutti sapete, domani sabato 2 giugno c'è l'Ubuntu-it Meeting "Q" a Bologna, presso l'Hotel "Ramada Encore". Quest'anno il programma si presenta particolarmente ricco, e arricchito di una serie di novità che permetteranno a tutti di poter partecipare, anche restando a casa in pigiama* (cit.)

Sala piena, birra persa!

Avevo scommesso con Paolo che la sala dell'Hotel - che contiene al massimo 35 persone - sarebbe rimasta in gran parte vuota. Sembra che quest'anno parteciperà un bel po' di gente. A nulla è valso scoraggiare la partecipazione con l'autotassazione di 20 € (che però comprende pranzo e wi fi!). A nulla sono valsi i movimenti tellurici purtroppo ancora in corso nella zona di Ferrara e Modena.

Sono contento di annunciare che ho perso una birra! :-) 

Live! 

Chi invece se ne starà a casa, per impossibilità oggettiva, potrà seguire comunque i lavori** del Meeting, grazie a un collegamento "live stream" dalla sala del Meeting. In più, si potrà interagire con i convenuti e con i relatori tramite chat IRC e Twitter. Il tutto, disponibile su una pagina del sito internet di Ubuntu-it (vedi sotto il link).

Impacchettando la famiglia

Stasera provvederò a impacchettare tutta la famiglia, in maniera da essere pronto a partire domattina presto, per Bologna ed essere lì per la grande apertura. Devo ancora finire le slide del mio intervento, stasera avrò ancora un po' da fare.

Ci aspettano un paio di giorni intensi, quando torno vi racconto. Se qualcuno ha premura, mi segua su Twitter! ;-)



Link:

Evento su LoCo Team Directory
Pagine Live! di Ubuntu-it dove sabato 2 giugno potrete seguire il Meeting
Il programma del Meeting
Il mio account Twitter

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* il pigiama, anche talvolta indossato sotto una tuta ginnica, o un maglione consunto, è l'abbigliamento preferito degli informatici, che se lo indossano come divisa distintiva quando sono a casa, e che frequentemente indossano anche quando devono fare commissioni, come accompagnare il partner a fare la spesa (estratto da "Il dizionario dell'informatico" ed. 2012)

** per "lavori", di un meeting o un convegno o un ritrovo con più di 3 persone, si intende qualcoa di leggermente diverso da quanto nella comune accezione di "lavoro"; un visitatore distratto e occasionale potrebbe scambiarli per cazzeggio e gozzoviglio, non riuscendo a scorgere l'enorme quantità di materia celebrale in costante movimento (estratto da "Il dizionario dell'informatico" ed. 2012)
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