martedì 31 dicembre 2013

"Esperti" Linux - (Qualcuno ci salvi dagli) - parte I

Capita di imbattersi in persone che vantano (millantano?) una profonda conoscenza dei sistemi Linux, e, dall'alto della loro esperienza più che decennale, ne sconsiglino l'uso all'improvvido uomo della strada, che può a malapena capire come funziona una mattonella di Windows 8.

Uno di questi (misteriosi) personaggi è emerso tra le pagine del Corriere online, commentando un articolo sul debutto dello smartphone Jolla, dotato del sistema operativo Sailfish (appunto basato su Linux).


Il dato scientifico su cui si basa la sua opinione (= "mi sono sempre trovato bene con i sistemi windows"), lo porta a consigliare l'uso di Linux "se uno è un ingegnere informatico e ha il tempo di modificare i vari file di configurazione per adattarli al proprio lavoro" e baggianate simili.

Il poveretto, a cui sicuramente manca la conoscenza di una qualsiasi distribuzione Linux degli ultimi 10 anni, ignora che queste (come Ubuntu) si istallano in 20-30 minuti, con 7-8 clic.

Il poveretto poi ignora che Linux è utilizzato da persone normalissime. Come Adriano, commerciante, come Enrico, pensionato e come Francesca, medico. Ci sono anche ingegneri informatici, come Michele, ma neanche quest'ultimo si sogna di modificare a mano i file di configurazione.

Mi auguro che nel prossimo anno, ci siano sempre più persone normali, che questi "esperti" Linux.
Buon 2014!

lunedì 23 dicembre 2013

Il 2013 di Ubuntu, mese per mese

A fare i bilanci di fine anno su Ubuntu non ci si può sbagliare: un anno molto ricco di novità e avvenimenti! I più esperti hanno già gettato l'occhio qui sotto e capito a cosa mi riferisco, ma andiamo con ordine.

Gennaio, debutta Ubuntu Touch: un anno di "allenamento"

L'anno di Ubuntu è iniziato alla grande, con l'annuncio fatto il 2 gennaio di Ubuntu Touch, un sistema basato su Ubuntu appositamente destinato a smartphone e tablet, e presentato poi anche al CES di Las Vegas.
Durante l'anno poi lo sviluppo è proseguito molto velocemente, usando come "cavie" smartphone e tablet già in commercio della serie "Nexus" (Galaxy Nexus, Nexus 4, Nexus 7 e Nexus 10, ma "funzionicchia" anche su altri dispositivi), fino a rilasciare ufficialmente la versione 1.0 il 17 ottobre. Questa versione è in realtà una tecnology preview, versione per chi vuole provare il sistema, non ancora destinata all'uso per tutti. Le caratteristiche dettagliate di Ubuntu Touch sono descritte in questo numero della newsletter italiana di Ubuntu.
Il sogno del fondatore di Ubuntu Mark Shuttleworth della convergenza, un "sistema per governarli tutti [smartphone, tablet e PC]" prosegue a piccoli passi.

Febbraio, addio alle foto con Mark: gli Ubuntu Developer Summit diventano online

Tutto questo non ci sarà più :-( (fonte foto: alessiotreglia.com)

A febbraio una brutta tegola cade sulla testa della Comunità Ubuntu: arriva una inattesa notizia sull'"Ubuntu Developer Summit" (UDS), il ritrovo semestrale degli sviluppatori Ubuntu, che si teneva all'inizio di ogni ciclo di sviluppo, da qualche parte nel Mondo. I summit fisici sono sostituiti con eventi online, visibili sul sito dell'UDS. Motivazione ufficiale: consentire a tutti di partecipare - anche chi non può muoversi da casa.
Questa decisione - dettata (forse) anche dal voler contenere i costi - suscita più di qualche giustificato malumore tra la comunità, che legge la notizia come una dimostrazione di scarso interesse per la comunità stessa da parte di Canonical. Nei mesi successivi, Jono Bacon (Community Manager di Ubuntu) tenterà più volte di dimostrare il contrario.

Marzo, arriva Mir: niente sarà più come prima

Dopo anni di inutile attesa di una versione stabile di Wayland (il nuovo server grafico, la parte di sistema che si occupa delle funzioni base per la visualizzazione, che andrà a sostituire il vecchio X.org) Canonical decide di fare tutto in casa e annuncia Mir, un server grafico sviluppato in house che sarà adottato da tutte le versioni di Ubuntu, su qualsiasi dispositivo: altro tassello della... (avete già capito) convergenza, ma anche un altro passo sul sentiero solitario.

Mentre i progetti GNOME e KDE si affrettano a dichiarare amore sempiterno per Wayland, confermando la volontà di adottarlo nel corso del 2014, la decisione di Canonical provoca altre profonde spaccature all'interno della Comunità, dovute alla (solita) modalità con cui si annunciano le novità: sviluppo per mesi in segreto e annuncio a cose fatte. Peso decisionale della Comunità pari a zero.

Bisogna anche dire che il lavoro fatto con Mir è notevole: dopo pochi mesi di sviluppo, Mir è usabile e veloce, tanto che è già il server grafico di Ubuntu Touch. Se ne ipotizzava l'adozione anche in Ubuntu 13.10, poi la prudenza ha fatto rimandare il suo debutto a Ubuntu 14.04.

Da registrare un effetto positivo anche su Wayland: dopo l'annuncio di Mir, lo sviluppo ha preso un certo vigore (13 versioni rilasciate negli ultimi 9 mesi), un chiaro segnale che la concorrenza migliora i prodotti, anche nel Software Libero.

Aprile, rilasciato Ubuntu 13.04 Raring Ringtail

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Ad Aprile arriva il primo rilascio dell'anno di Ubuntu, 13.04, nominato "Raring Ringtail", il primo con supporto dimezzato (9 mesi anziché 18, per diminuire il numero di versioni su cui si fa manutenzione), che porta alcune novità: nuova versione di Unity, con nuove icone e nuove "lens", la Dash (pannello) incorpora un'anteprima dei risultati delle ricerche, e le applicazioni possono essere installate direttamente, migliora l'integrazione con Ubuntu One (il servizio di "cloud storage" di Ubuntu), migliora la gestione della privacy, e tanti altri piccoli particolari (vedi qui sopra il video realizzato da +Paolo Rotolo per la Comunità ubuntu-it).
Personalmente, il primo impatto è stato tutt'altro che positivo, ma nei mesi successivi mi sono ricreduto, tanto che è la versione che uso ancora adesso (e che viene ancora aggiornata, nonostante il supporto finisca tra un mese!)

Maggio, esce la distribuzione "pronta quando è pronta": Debian 7


Il 4 maggio, a più di 2 anni dalla versione 6, è rilasciata la versione 7 Stable di Debian, la "mamma" di Ubuntu (=la distribuzione Linux da cui Ubuntu importa molta parte dei suoi programmi). Debian per la sua versione "Stable" segue un ciclo di sviluppo senza scadenze particolari, puntando più alla stabilità che al rispetto di una rigorosa tabella di marcia.

Il software rilasciato quindi è meno aggiornato di Ubuntu, ma molto più collaudato e quindi sicuro. In più Debian, che si definisce "The Universal Operating System" (il Sistema Operativo Universale), gira sul moltissime diverse piattaforme hardware, dai palmari ai supercomputer.

Giugno, le Comunità si abbracciano a Fermo: DUCC-IT 2013


Il 1 e 2 Giugno si tiene a Fermo l'edizione 2013 di DUCC-IT, la Debian Ubuntu Community Council. DUCC-IT è il ritrovo delle comunità italiane di Debian e Ubuntu, anzi di tutte le realtà italiane attive nel Software Libero. Trovarsi di persona per scambiarsi conoscenze, discutere della situazione e conoscere altre persone delle Comunità è una delle esperienze più appaganti per chi contribuisce al Software Libero.

Quest'anno eravamo ospiti del Fermo LUG, nella prestigiosa "Sala dei ritratti" del "Palazzo dei Priori", sulla piazza centrale di Fermo. Una bella scoperta, la cittadina marchigiana, adagiata splendidamente tra le colline, e da cui si vede anche il mare - oltre ad essere dimora degli amici +Andrea Colangelo e +Marco Alici.

Un bellissimo fine settimana, a cui hanno participato anche numerosi ospiti prestigiosi, tra cui il Prof. Renzo Davoli dell'Università di Bologna, +Italo Vignoli di Document Foundation (LibreOffice) e +Maurizio Napolitano (OpenStreetMap). Il resoconto completo è disponibile nelle pagine del sito della DUCC-IT.

Luglio, Ubuntu Forums hacked!


Il 14 Luglio, il gruppo di cracker che si definisce Sputn1k, riesce a compromettere il forum internazionale di Ubuntu, grazie a un errore nel software vBulletin, usato dal forum stesso. Si impossessano di user, password ed email di quasi 1,82 milioni di utenti del Forum, e mandano uno sberleffo agli amministratori cambiando la home page del sito (vedi sopra). Fortunatamente, le password sono "hashed" (protette con una chiave) e gli account degli altri servizi di Canonical (Launchpad e Ubuntu One) restano fuori dall'attacco.

Si tratta del peggiore attacco mai subito da Ubuntu: Canonical invita subito tutti gli utenti del forum a cambiare la password, mentre il Forum resta indisponibile per una settimana.

Il rapporto dettagliato delle indagini su quanto successo è scritto sul blog di Canonical, insieme a tutte le misure prese perché questo non si ripeta. I motivi dell'attacco restano ignoti, contro un forum senza scopo di lucro e gestito da volontari, e l'unica spiegazione resta la "fama" guadagnata dai cracker.

Agosto, Ubuntu Edge: un fallimento di successo


A fine Luglio, quando tutti stanno andando in ferie, arriva l'annuncio a sorpresa di Ubuntu Edge, il super-telefonino che concretizza la tanto agognata "convergenza": un unico dispositivo che riunisce le funzionalità di uno smartphone e un computer desktop (collegato a mouse, monitor e tastiera).
L'ambiziosa campagna di 30 giorni di crowdfunding che doveva finanziarlo supera tutti i record di crowdfunding, ma fallisce l'obiettivo finale, raggiungendo solo metà dei 32 milioni di dollari (!) necessari.

Forse non era ancora arrivato il momento per questi dispositivi, e sicuramente il marchio "Canonical" ha ben poca presa sulle persone "fuori dal giro Linux", ma anche tanti altri fattori hanno contribuito al fallimento. Di sicuro è stato un bel tentativo - personalmente mi aveva entusiasmato.

Settembre, Monaco si prepara alla fine di Windows XP (passando a Ubuntu)


Il Comune di Monaco di Baviera, già noto in ambito open source per il suo piano decennale di migrare a Linux 15.000 PC dell'amministrazione, corre in aiuto ai propri cittadini che hanno Windows XP, annunciando la disponibilità presso la Biblioteca pubblica di 2.000 CD con Ubuntu 12.04 LTS (supportato fino al 2017). Il prossimo 8 aprile 2014, infatti Microsoft smetterà di supportare Windows XP, lasciando i propri utenti esposti a rischi di virus e malware - che non verranno corretti.

I CD sono destinati alle persone cui manca l'accesso veloce alla Rete, agli altri il Comune raccomanda di scaricare Ubuntu direttamente dal sito ufficiale.

Si tratta di un'iniziativa che va inquadrata nell'ambito della scelta di Monaco di usare e sostenere il Software Libero, una scelta pioneristica ed epocale, destinata a fare scuola nel resto del Mondo. A Dicembre 2013, il Comune completerà con successo la propria migrazione.

Ottobre, il dono della Salamandra: Ubuntu Touch 1.0


Il 17 ottobre, viene rilasciato Ubuntu 13.10, nome in codice "Saultry Salamander", che porta con se la versione 1.0 di Ubuntu Touch - come abbiamo detto ancora da completare.
Sul lato desktop, la novità più rilevante sono gli "smart scopes": un sistema che permette di integrare le ricerche del desktop con più di 30 fonti Internet diverse come Wikipedia, Flikr, AskUbuntu ma anche siti commerciali come eBay e Amazon.
Tutte le novità, comprese quelle di Ubuntu Touch, si possono ammirare nel video della Comunità Italiana di Ubuntu (sempre "Made in PaoloRotolo" :-)

Novembre, la Comunità Italiana di Ubuntu si ritrova a Bologna


Dopo il DUCC-IT di Fermo, ubuntu-it si ritrova a Bologna, per il secondo incontro annuale. Inutile nasconderlo, il 2013 sarà ricordato dalla Comunità Ubuntu come l'anno dei mal di pancia. Il progetto Ubuntu, che dovrebbe essere condotto a braccetto da Canonical E dalla Comunità, denota invece sempre più un predominio della prima sulla seconda. Per questo (e per altri motivi) alcuni dei membri storici della Comunità hanno smesso di contribuire, altri l'avevano già fatto negli anni precedenti.
Paradossalmente, mai come adesso Ubuntu è la porta di ingresso nel mondo Linux, tanto da esserne considerato un sinonimo.
A Bologna, i membri della Comunità hanno discusso a lungo della situazione, il rinnovamento per il futuro dovrà passare per le origini: "Noi siamo ciò che siamo per merito di ciò che siamo tutti".

Dicembre, Ubuntu Touch ha il suo primo partner commerciale

(fonte: Tech Republic)

Dopo quasi un anno di sviluppi e annunci, Ubuntu Touch si guadagna il suo primo produttore hardware ufficiale. A svelarlo è Mark Shuttleworth, che però evita di svelare il nome del produttore. Qualcuno ipotizza che il fallimento di Ubuntu Edge abbia anche gettato le basi per l'accordo: Ubuntu Edge è stato solo rimandato di qualche mese?

Sull'onda dell'entusiasmo, altri già vedono un 2014 caratterizzato dal possibile dominio (!) di Ubuntu Touch sui tablet. Noi che siamo più realisti e abbiamo visto Ubuntu nascere e crescere in questi anni, siamo più prudenti e rivendichiamo la quota dell'1% che spetta di diritto a ogni sistema Linux.


Il 5 dicembre scompare anche la persona che più ha incarnato la filosofia Ubuntu: Nelson Mandela. L'ultimo pensiero del 2013 è per lui.

venerdì 6 dicembre 2013

In ricordo di Nelson Mandela

Nelson Mandela (fonte: it.wikipedia.org)

Stanotte, poche ore fa, è morto Nelson Mandela, premio Nobel per la Pace, primo nero presidente sudafricano, che con la sua lotta (per 27 anni!) dal carcere ha contribuito in maniera determinante alla fine dell'apartheid in Sudafrica (prima della sua scarcerazione) e a tenere unito il Paese (poi).

Mandela è stato anche - nel mio piccolo - uno dei motivi per cui ho deciso di cominciare a usare (e contribuire a) Ubuntu (la distribuzione): mi affascina la filosofia "Ubuntu", la solidarietà, il miglioramento continuo per noi stessi e per gli altri che a poco a poco si espande su tutta la Comunità che ci sta attorno. Un contagio positivo che migliora il mondo.

Mandela esprimeva tutto questo in una intervista che apparve nello stesso periodo in cui cominciava a diffondersi la nostra distribuzione preferita (più sotto la traduzione in italiano).


Intervistatore: "Molte persone vedono in Lei la personificazione di 'ubuntu', cosa significa per lei la parola 'ubuntu'?"

Nelson Mandela: "Molto tempo fa, quando ero bambino, se un viaggiatore attraversava il Paese, e si fermava al nostro villaggio, non aveva bisogno di chiedere cibo o acqua. Quando si fermava, la gente gli dava il cibo e si intratteneva con lui. Questo è solo un aspetto di 'ubuntu', ma 'ubuntu' ha molti altri aspetti. Ubuntu non significa che le persone non devono dedicarsi a se stesse. La questione piuttosto è: sei disposto a fare qualcosa per aiutare la gente che ti sta intorno? Puoi migliorare la tua comunità? Questa è una delle cose importanti della vita, e ognuno di noi lo può mettere in pratica, quindi dobbiamo apprezzarlo".

Mandela ci ha lasciato una pesante eredità: migliorare noi stessi, la nostra comunità e il nostro mondo dipende da tutte le nostre (grandi o piccole) azioni e idee, e dalla nostra determinazione nel realizzarle.

Ciao Madiba! :_(

lunedì 2 dicembre 2013

ubuntu-it meeting di Bologna, "Times They Are a-Changin"


Quando sabato 23 novembre (ultimo scorso) mi sedetti di fianco al mio amico Kubuntero +Michele Mordenti, all'ultima fila nella Sala Blu del Ramada Encore di Bologna, non avevo idea di cosa avrei parlato durante il mio talk.

Avevo prenotato uno slot dell'ubuntu-it meeting per parlare di come le cose stiano cambiando nella Comunità Italiana di Ubuntu, intitolando l'intervento "Times They Are A-Changin", come appunto la canzone di Bob Dylan, per darne maggiore enfasi. Avevo preparato accuratamente una quarantina di slide, e... un paio di "sorprese" per il pubblico ;-) ma non avevo ancora deciso come concludere. Questo l'avrei capito durante la giornata.

Ma facciamo un passo indietro, mettetevi comodi.

Cattivi presagi

Ero arrivato a Bologna alle 9 e mezza di sabato, con +Mattia Migliorini - altro ubuntero vicentino, giusto in tempo per preparare preparare la tavola con la nostra tovaglia arancione e prendere un caffé. Il tempo era stato inclemente: mai vista tanta acqua cadere dal cielo in così poco tempo.
Altro cattivo segnale premonitore, l'incontro in autostrada con un carro funebre, che accompagnava qualcuno nel suo ultimo viaggio.

Le nubi erano sparite incontrando gli altri già arrivati, a cominciare da +Milo Casagrande e +Silvia Bindelli, veneti esportati in Francia, che per ragioni di impegni vari e soprattutto di distanza mancavano da qualche tempo ai nostri incontri.

Approffittando che il mio talk era l'ultimo della giornata, mi appostai in ultima fila della sala. Era il III sabato consecutivo di impegni riguardanti il Software Libero, dopo "We Are Open 2013" (dove avevo tenuto un talk sulle licenze Creative Commons) e "Workshop Blender" (di cui ero uno degli organizzatori), e le slide mancavano appunto del finale.

Qualche mal di pancia

Salto la cronaca dei talk tenuti (che potete leggere sulla Newsletter di ubuntu-it, oppure sul post di +Riccardo Padovani, senza dimenticare il live blogging su Engeene curato da Mattia), tutti molto interessanti. Dirò molto sinteticamente che la comunità italiana di Ubuntu ha molte perplessità sulle scelte di Canonical nello sviluppo, e sui repentini cambi di direzione dello stesso.

Il mio talk era proprio su questo argomento: come darsi un'identità propria, come attirare nuove persone nella Comunità, come affrontare il #cambiamento?

Un piccolo gioco

Ho iniziato il talk con un gioco, invitando i presenti a collegarsi ad un indirizzo Internet, e rispondere al quiz "ubuntu-it most wanted".


Si trattava di indovinare chi erano 5 "famosi e storici" personaggi (qui sopra uno di questi) della Comunità di Ubuntu, che da qualche tempo hanno passato la mano. Nonostante qualche suggerimento involontario in sala, tra i 13 partecipanti ben 25% delle risposte (1 su 4) erano sbagliate. Molte delle persone della comunità di oggi non conoscono chi è venuto prima di loro, naturale effetto del turn-over in atto.


"Tutto scorre"

Senza che ce ne rendiamo conto, le cose cambiano e anche noi cambiamo, come cambia costantemente l'acqua di un ruscello, che non è mai la stessa. Basta guardare la foto di gruppo del primo meeting di ubuntu-it, del 2008, solo 5 anni fa: dove sono molte delle persone allora presenti?


Diamo i numeri

La comunità ha un ricambio continuo, basta scorrere le statistiche degli ubunteri italiani.


Tralasciando il 2007 (anno in cui è nata la "membership ubuntu-it"), gli anni successivi hanno visto un progressivo calo nelle persone che si sono avvicinate alla Comunità.


Le persone che hanno un account attivo sono 42. Le persone che hanno smesso di rinnovare la membership (expired), e quelle che hanno disabilitato il proprio account (deactivated) sono in totale 29 e rappresentano il 40% delle persone che hanno fatto parte della Comunità. A questo si aggiunga il fatto che dei 42 membri attivi alcuni hanno "sospeso" le loro attività - speriamo possano presto tornare a dare una mano.


Guardando l'età delle persone attive, si nota un bel numero di giovani nati negli anni '80 e '90: nonostante il continuo ricambio in corso, la Comunità continua ad attrarre nuove persone, un piccolo segnale positivo.

Nonostante i giovani, in questo momento la Comunità soffre di una carenza di persone in vari gruppi (Documentazione e Test, per dirne un paio), che rallentano le attività. Dicevo prima: alcune scelte di Canonical nello sviluppo di Ubuntu hanno allontanato alcune persone, e fatto venir il mal di pancia alle altre.

Umbrella Corporation

Questo porta alla prima considerazione tratta dalla giornata. Il modello di "sviluppo a ombrello" costringe chi sta sotto (la Comunità) a seguire gli spostamenti di chi ha in mano l'ombrello (Canonical). Durante il mio talk ho provato a illustrarlo, con la cortese collaborazione di +Carla Sella :-)


Che piaccia o no, questo è quello che è successo in questi anni, e molto probabile che succeda in futuro, esserne consapevoli è importante per evitare futuri mal di pancia

Ubuntu è la porta arancione

Bisogna anche considerare che "Ubuntu è la porta (arancione) di accesso al mondo Linux: tutte le persone che si avvicinano per la prima volta al Software Libero, passano per Ubuntu. Si tratta di una grande responsabilità, perché la comunità è la prima stanza della casa: essere accoglienti è il biglietto di visita per chi poi prosegue nell'esplorazione delle altre stanze. Molti si fermano a Ubuntu, altri proseguono.

(The Orange Door http://flic.kr/p/6Bw2SL by Stone Horse Studios)

La nostra identità

Seconda considerazione: molte persone confondono ubuntu-it per la filiale italiana di Canonical (falso) o per il fan club di Ubuntu (falso).

La Comunità invece è il significato stesso della parola Ubuntu


Molti ignorano che dietro a Ubuntu c'è un impegno di sviluppo, traduzione, documentazione e supporto portato avanti da volontari nel tempo libero. Molti ignorano che contribuendo a Ubuntu si impara a sviluppare software, tradurre documentazione, scrivere manuali, fare video, scrivere articoli e comunicati stampa, e molto altro.

Tutte attività possibili grazie all'enorme professionalità delle persone della Comunità e al loro immenso bagaglio di esperienza. Tutti possono contribuire portando le loro conoscenze e tutti possono imparare partecipando alla comunità.

Nei prossimi mesi dovremo lavorare per esaltare (rivelare) la nostra identità.

Io comincio fin da subito lasciandovi il video che ho realizzato in occasione del meeting, dedicato a tutte le persone che in questi anni hanno fatto di ubuntu-it una delle migliori comunità locali a livello mondiale.

venerdì 22 novembre 2013

"XI ubuntu-it meeting" - Bologna, 23 Novembre 2013


Solo due righe per ricordarvi che domani 23 novembre 2013, c'è l'undicesimo (!) ubuntu-it meeting, l'incontro semestrale della Comunità Italiana di Ubuntu. Dopo essersi trovati ogni giorni tra le trame della Rete, è una gioia immensa vedersi di persona. La Comunità è composta di persone in gamba, positive e piene di entusiasmo - qualità queste sempre più rare.


Come avviene ormai da qualche tempo, ci troveremo domani all'Hotel Ramada Encore di Bologna, dove avremo una sala tutta nostra per discutere sulle attività presenti, passate e future della comunità, e della nostra amata distribuzione Ubuntu.


ubuntu-it meeting a Cesenatico, 2008
 
Il programma di questa sessione è particolarmente interessante e vario. Ci saranno dei talk su Ubuntu Touch (grazie a +Riccardo Padovani), sulla presenza della comunità sui Social Network (+Mattia Rizzolo), sulle iniziative delle donne ubuntere (+Silvia Bindelli) e sui lavori del Consiglio della Comunità.

Nel pomeriggio, spazio all'atteso talk di +Paolo Sammicheli su come fare una presentazione bella ed efficacie, a +Carla Sella che parlerà di come contribuire ai test Ubuntu, e infine il sottoscritto che parlerà di...

#cambiamento

e come la Comunità può prepararsi a gestirlo al meglio. Il cambiamento è la parola d'ordine di questi ultimi anni, e lo sarà sempre di più nei prossimi.

Chi vuole vedere come funziona una comunità che contribuisce attivamente al Software Libero passi a trovarci... altro che chiacchiere e distintivo!


Hashtag ufficiale su Twitter: #ubuntuitmeeting

martedì 5 novembre 2013

Sabato 9 Novembre "We're Open 2013", me too!


Sabato 9 Novembre prossimo, presso l'Istituto Tecnico Tecnologico "Blaise Pascal" di Cesena, si terrà "We're Open 2013 - la giornata dei saperi liberati".

Si tratta di un evento, organizzato dagli amici di UIELinux, dedicato al
"sapere, che per secoli ha avuto solo la forma degli atomi (tavolette d'argilla, papiri, libri), oggi si è staccato dai suoi supporti storici e ha acquisito un nuovo statuto: la leggerezza dei bit."
Una giornata nata l'anno scorso come alternativa al solito Linux Day, e pensata con un significato più ampio del Software Libero, che abbraccia aspetti della cultura libera e del sapere condiviso.

L'agenda è fitta di appuntamenti che vedono la partecipazione come relatori di personaggi noti (e meno) del panorama "Open" italiano. Impossibile elencare tutti gli interventi: 14 talk organizzati in parallelo su 2 aule. Ne segnalo solo qualcuno.

Il primo fra tutti il Prof. Renzo Davoli, dell'Università di Bologna che parlerà di come la programmazione sia molto di più che un'attività per pochi nerd, un'attività che dona il piacere della creazione.

Poi ci sarà +matteo ruffoni, che parlerà di come le lavagne interattive multimediali e le tecnologie open possono aiutare la didattica, se non rivoluzionarla.

Per chi vuole avvicinarsi alla programmazione, il mio amico +Andrea Colangelo terrà un talk su Python, uno dei più diffusi linguaggi di programmazione.

Come ho scritto sopra, si tratterà anche di altro, come l'intervento di Paolo De Iovanna, che parlerà di Mafia e di come si è "modernizzata" in questi anni, +Rudy Bandiera terrà un talk su "L'individuo ai tempi dei social", "come mantenere la propria identità in un mondo sempre più sociale" - non ho capito bene come e cosa ma di sicuro lo vedrò!

Eppoi si parlerà anche di programmi per crearsi il prorio sito personale, videogame vintage, droni fatti in casa (e che non sganciano bombe!), stampa 3D, e tanto altro.

Io seguirò tutti i talk che potrò, ne farò la twit-cronaca (hashtag #WE13) e.. ne terrò uno! :-)


Ebbene sì

Tra i personaggi meno noti, il sottoscritto terrà il talk "Creative Commons, a license to fill", appunto sulla Cultura Libera, la storia del Copyright e delle licenze libere Creative Commons, il loro funzionamento e su come, a 10 anni dalla loro nascita, abbiano cambiato il modo di intendere il diritto d'autore. Ringrazio fin d'ora +Fabio Colinelli e gli altri di UIELinux di avermi invitato. Spero di essere all'altezza del compito - specie considerando che dovrò ridestare i presenti dai postumi del pranzo! :-)

Per chi ci sarà, ci si vede a Cesena sabato prossimo!

domenica 27 ottobre 2013

Ubuntu compie 9 anni, tante cose sono cambiate. Anche noi.

 La bellissima infografica pubblicata da OMGUbuntu

Il 20 Ottobre 2004, 9 anni fa, nasceva ufficialmente Ubuntu, distribuzione Linux derivata da Debian. Obiettivo principale del progetto: essere facile e alla portata di tutti. Il suo primo slogan era infatti "Linux for human beings" (Linux per tutti), ripetuto ossessivamente come un mantra. Formidabili quegli anni. C'era un'aria nuova, come se qualcuno avesse aperto una finestra facendo entrare aria fresca.

Il color marroncione che caraterizzava Ubuntu richiamava la savana Africana, terra da cui proviene la filosofia Ubuntu. La distribuzione poneva (pone) le basi sulla Comunità, sui valori della solidarietà reciproca, sul contributo positivo, sull'ascolto.

Con il tempo quel primo obiettivo è stato in parte superato, e anche i valori sono stati messi in secondo piano. Con un cambio che ha suscitato più di qualche polemica, il "Circle Of Friends", che simboleggia aiuto recuiproco, è stato spostato e ridotto. Mossa che ha dato un aspetto più professionale al marchio, che molti hanno interpretato come voler ridurre il peso dei valori fondanti di Ubuntu.


"Times They Are a-Changin"

Cambiare obiettivi forse era anche l'unica cosa da fare: essere il numero 1 in un mercato che incide per l'1% sul totale del mercato desktop, è decisamente modesto. Nonostante i numerosi accordi stipulati con tutti i maggiori produttori di PC, Linux sul desktop non è mai decollato. Difficile che decolli adesso, dopo più di 20 anni di Linux. Ma chissà?

A questo si aggiunga che il mercato del desktop ha perso il primato nell'attenzione di consumatori e sviluppatori, a favore di tablet (e smartphone). Sebbene infatti la percentuale di diffusione dei tablet sia ancora ridicola se paragonata a quella dei PC, il trend è decisamente in crescita, e l'espansione del mercato sembra inarrestabile - anche se difficilmente tablet o smartphone riusciranno a soppiantare il PC.

Ubuntu Edge, l'unico progetto innovativo visto sinora voleva unire in un unico dispositivo PC e smartphone, è fallito. Gli altri produttori per ora si accontentano di cambiare colore e icone ai propri smartphone. Non so se fosse troppo presto per proporre un giocattolo simile, o se addirittura fosse un vicolo cieco, ma sono tempi duri per l'innovazione.

Looking back over my shoulder

Dopo quel primo cambio di rotta, Ubuntu ha sempre intrapreso strade nuove, cercando da una parte di assecondare il mercato (come l'interfaccia per netbook, antesignana dell'attuale Unity) dall'altra cercando di anticiparlo (come appunto con Ubuntu Edge).

La direzione è stata è stata modificata più volte, con alcune piccole "innovazioni" inserite (Unity, HUD, lens e scopes) con lo scopo di migliorare "l'esperienza utente", rendendola sia più piacevole che più produttiva. 

"La strada che ci porta a domani"

L'idea di quest'ultimo anno, che Mark Shuttleworth ripete ossessivamente è la convergenza: dispositivi diversi, dalla TV, al desktop, al server allo smartphone, che usano lo stesso sistema operativo. Un'idea tanto rivoluzionaria quanto difficile da mettere in pratica.




Unity, la nuova interfaccia grafica di Ubuntu, a 2 anni dalla sua comparsa, non è ancora stata digerita da una buona parte della popolazione ubuntera. Anzi, ha indotto qualcuno a cambiare a favore di XFCE e Xubuntu.

Anche Microsoft ha tentato di seguire questo approccio, mettendo su PC e tablet Surface della stessa interfaccia grafica, con le ormai famose mattonelle di Windows 8. Mi dicono che chi usa i sistemi operativi Made in Redmond non si sia ancora ripreso dallo shock.

Probabile che - se mai il progetto di convergenza andrà in porto - Ubuntu avrà interfacce utente simili ma non identiche: troppa la differenza nell'utilizzo dei dispositivi, soprattutto nelle aspettative di chi li utilizza. Più probabile invece che le app saranno le stesse, che si adatteranno a forme e dimensioni dei dispositivi.

Le prossime sfide

Il prossimo anno sarà caratterizzato da un paio di scadenze e appuntamenti impegnativi per Ubuntu.

Per iniziare, Ubuntu Touch, dopo essere stato rilasciato ufficialmente su Nexus, sarà preinstallato su nuovi dispositivi, secondo quanto dichiarato dallo stesso Shuttleworth. Si tratta di una sfida pazzesca ai leader iOS e Android, sostenuti da giganti come Apple e Google (per non parlare della strana coppia Nokia - Microsoft). Riuscirà Ubuntu a ritagliarsi una (piccola) fetta di mercato?

Ad Aprile, sarà rilasciata la nuova LTS di Ubuntu, Trusty Tahr 14.04. Sotto il cofano dovrebbe incorporare Mir, il nuovo server grafico, boicottato - se non osteggiato - dalla totalità dei progetti open source, impegnati in piani quinquennali di adozione dell'ortodosso Wayland. Mir riuscirà ad essere stabile per essere incluso in una LTS? (che ha 5 anni di supporto) Cosa faranno le derivate di Ubuntu quando si troveranno a dover scegliere?

A maggio 2011, tenendo il keynote di apertura di UDS-O A Budapest Mark la sparò grossa:

"[Our] goal is 200 million users of Ubuntu in 4 years"
(il nostro obiettivo è 200 milioni di (installazioni) Ubuntu in 4 anni)
Beh, siamo a metà di quei 4 anni, e le statistiche (ottimistiche) dicono che siamo a circa un decimo di quella cifra: 20 milioni. Giusto alzare l'asticella e puntare a grandi obiettivi, ma quanto può espandersi ancora Ubuntu?

Per quanto ne capisco, non so cosa ci riserva il futuro, ma sono sicuro che Ubuntu ha già cambiato la storia di Linux.

venerdì 4 ottobre 2013

Riempirsi la bocca di open source



Qualche mese fa mi capitò di "discutere animatamente" in una mailing list di appassionati del Software Libero riguardo un'azienda, il suo prodotto e la sua originale concezione di "open source" (evito di scrivere di che azienda si tratta perché voglio evitare loro pubblicità).

Questa azienda sosteneva che la licenza libera GNU GPL versione 2, con cui era rilasciato il loro software "open source", non li obbligava a rilasciare i sorgenti. Quando qualcuno gli fece notare che - essendo il loro software disponibile su rete - la licenza corretta da utilizzare era la GNU Affero GPL, arretrarono alla posizione difensiva "lo rilasceremo quando sarà stabile", rimandando così alle calende greche la pubblicazione dei codici sorgenti.

Da allora niente è successo, come testimonia la risposta dell'autore del fantomatico software "open source" al commento di un visitatore.

(traduzione: "Per visionare il codice vieni nella mia bat caverna, 
che si trova in un luogo segreto e irraggiungibile, 
portando anche Biancaneve e un unicorno rosa nano")

Rilasciare software con licenza Copyleft, è un po' come lanciare un messaggio in bottiglia: non sai bene chi, cosa e quando lo raccoglierà, e cose ne farà. Capisco il sentimento di "gelosia" per il proprio tessssorrrooo di chi ha dedicato parte della sua vita a sviluppare quel che ritiene buon codice.

Sentimento, la gelosia, tanto grande quanto è l'età dello sviluppatore - i giovani sono portati a condividere molto di più le loro opere (anche troppo in qualche caso).

Alzando però la testa e guardandosi intorno, ci si rende conto che questa è la società della condivisione (volontaria o no), opporsi a questa tendenza genera eremiti fuori tempo massimo, destinati all'oblio.

Vediamo quali sono le scuse più utilizzate da chi prende a piene mani Codice Libero e tiene per se l'opera derivata.

"Talk is cheap, show me the code"

La prima scusa - la più usata è: "È open source, ma non lo rilascio, perché tanto interessa a nessuno".

Fammi vedere cosa hai fatto: se è roba buona, magari ti aiuto a procedere più velocemente nello sviluppo. Se è roba fatta coi piedi, magari ti segnalo qualche bug, e anche tu impari qualcosa di nuovo. In entrambi i casi - male che vada - anche tu ne avrai beneficio.

Seconda scusa: "È open source, ma rilascio il codice più avanti, quando sarà stabile, bello, documentato e perfetto". Cioè mai.

Quando Linus Torvalds rilasciò la versione 0.01 di Linux, era (come ammetteva il suo stesso creatore) incompleta e assolutamente inutilizzabile. Linus rilasciava il suo software proprio per cercare qualcuno che gli desse una mano nello sviluppo. Credo sappiate com'è andata a finire.

Per la documentazione poi, non è un problema: io che non programmo potrei darti una mano proprio a documentare la tua opera, ma non mi sognerei mai di mettermi a creare della documentazione per un programma proprietario.

Terza scusa: "È open source, ma non ho tempo per rilasciarlo".

Se non hai tempo, o ne hai pochissimo, ne avrai poco anche per lo sviluppo, e questo è un altro motivo per rilasciarlo: se sei fortunato, qualcuno ti aiuterà a sviluppare il tuo programma.

In tutti i casi: se il progetto è buono, attirerai qualche sviluppatore. Se il progetto è molto buono, potrai anche formare una comunità, che si occupi di promozione, traduzioni e documentazione.

Qualcuno potrebbe "rubarti" il codice, e farne del software proprietario, ma la GNU GPL ti protegge.

Se il progetto invece vale poco, allora ti potrebbe capitare di dover pagare qualcuno per darti una mano! ;-)

sabato 14 settembre 2013

21 Settembre 2013: Software Freedom Day, in tutto il Mondo, anche a Schio


Sabato 21 settembre 2013 si terrà il "Software Freedom Day 2013", manifestazione di livello internazionale (si tiene in più di 280 città in tutto il mondo) sul Software Libero. 

Il Software Freedom Day

Il Software Freedom Day (SFD) è la festa mondiale del Software Libero e Open Source (FOSS).

Il significato della giornata è ben descritto da Pia Waugh, ex-presidente del SFD sul sito della fondazione:
"The United Nations Universal Declaration of Human Rights is a set of basic human rights that most people would agree would be a bare minimum. Not often are our basic rights thought of in the context of technology, but as more and more our lives are dependent on technology, it is a rapidly growing concern. Technologies that matter to our freedom are used in our voting systems, our leisure, our work, education, art and our communication. What does this mean to you? It means that the basic human freedoms you take for granted are only as free as the technologies you use."
"La Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite, è una serie di diritti umani basilari, che la maggioranza considera essenziali. Non si pensa quasi mai ai nostri diritti umani nel contesto tecnologico, ma così come le nostre vite sono sempre più dipendenti dalla tecnologia, così cresce la preoccupazione nel loro utilizzo. Le tecnologie che incidono sulla nostra libertà sono utilizzate nei nostri sistemi di voto, nel nostro tempo libero, nel nostro lavoro, educazione, arte, comunicazione. Che cosa significa questo? Significa che le libertà basilari che consideriamo acquisite lo restano finché è libera la tecnologia utilizzata." (traduzione di Dario Cavedon)
Il Software Freedom Day (questo sconosciuto) in Italia

In Italia, la manifestazione ha pochissimo seguito, forse per la vicinanza temporale con il Linux Day, che è a fine Ottobre. Spiace che su mille mila LUG e altre associazioni che promuovono il Software Libero, ce ne siano così poche che partecipano.
Purtroppo le associazioni si trovano ad affrontare una carenza cronica di volontari. La mia personale sensazione è che, paradossalmente, più si diffonde Linux e meno volontari si trovano a dare una mano.

Quest'anno il Software Freedom Day sarà in 3 sole città: a Lecce, a cura del SaLUG, a Quiliano (Savona) a cura di Govonis, e a Schio.

Il Software Freedom Day a Schio 
A Schio, organizzerà l'evento +AViLUG, il Linux User Gruop dell'Alto Vicentino, per il 4 anno consecutivo.
Quest'anno saranno trattati diversi temi, in modo da consentire a tutti di trovare argomenti e spunti di interesse. In particolare, l'organizzazione si è concentrata sul tema della Cultura Libera.
I talk tratteranno temi come le licenze libere Creative Commons, l'enciclopedia libera Wikipedia (mostrando come si può contribuire), la mappa del mondo libera Open Street  Map (e anche qui vedremo come contribuire attivamente) e infine parleremo di Jamendo, la piattaforma per la condivisione della musica con licenza libera.

Tutti i talk saranno tenuti presso Spazi@mente, alla Biblioteca Civica "R. Bortoli", in via Carduccia a Schio (vedi la pagina dedicata all'evento).

Per meglio organizzare l'accoglienza, AVi LUG ha preparato un evento su Google Plus e uno su Facebook, chi vuol venire segnali la propria presenza! :-)



Il programma del pomeriggio è:
  • Ore 16.00: “Presentazione del Software Freedom Day 2013” di Dario Cavedon
  • Ore 16.05: “Le licenze Creative Commons, le alternative al Copyright” di Dario Cavedon
  • Ore 16.30: “Wikipedia: l'enciclopedia libera” di +Marco Chemello  (Wikimedia Italia)
  • Ore 17.00:  “Open Street Map: la mappa del Mondo libera” di +Matteo Zaffonato
  • Ore 17.30: “Jamendo: la musica libera e gratuita con licenza Creative Commons” di +Davide Rossi 
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito web di AVi LUG, nella pagina dedicata all'evento.

Vi aspettiamo numerosi!

domenica 25 agosto 2013

Ciao Steve, ti ricorderemo così (ma anche no)


È di un paio di giorni fa la notizia che Steve Ballmer, CEO di Microsoft, lascerà il suo incarico, per imbarcarsi in un nuovo ambizioso progetto: il suo pensionamento.

Erede designato - direttamente da Bill Gates - dell'Impero del Male, Ballmer è passato alla storia per aver diretto l'azienda di Redmond nel suo momento più difficile, da cui non si è ancora ripresa, superata dalla concorrenza a destra (Apple), sinistra (Google), centro (Yahoo!), e snobbata anche dagli outsider (Ubuntu).

Noi lo ringraziamo per aver spiegato la licenza GPL in poche parole, come può fare solo una persona accecata dall'odio. 
"Linux is not in the public domain. Linux is a cancer that attaches itself in an intellectual property sense to everything it touches."
"Microsoft CEO takes launch break with the Sun-Times" (1 June 2001) Chicago Sun Times (fonte: wikipedia)
Alla notizia del pensionamento, le azioni di Microsoft sul Nasdaq hanno guadagnato il 7,29%. Per una (ultima) volta, una sua (?) scelta strategica ha fatto guadagnare gli azionisti della sua azienda.

sabato 24 agosto 2013

Ubuntu Edge è morto! Viva Ubuntu Edge! (quasi cit.)

La pagina su Indiegogo di Ubuntu Edge

Quarto e ultimo appuntamento sulla mia serie di post dedicati alla campagna di crowdfunding su Ubuntu Edge, il progetto di dispositivo innovativo progettato da Canonical.
(post precedenti: primo, secondo e terzo!)

12.813.501 dollari non bastano

La campagna su Indiegogo per finanziare il progetto è giunta al termine, e - come era ormai ampiamente previsto - ha fallito l'obiettivo di 32 milioni di dollari. La realizzazione del "super telefonino" sarebbe partita solo se l'obiettivo principale fosse stato raggiunto: fallito l'obiettivo, tutti i soldi saranno restituiti (entro 5 giorni) ai  finanziatori.

Bisogna essere sereni nell'ammettere che l'obiettivo principale del progetto è miseramente fallito. Quanto raccolto rappresenta appena il 40% della somma necessaria per finanziare il progetto, ed è davvero poca cosa. Le basi per portare avanti questa idea in questo momento proprio non ci sono, e nessuna giustificazione cambia questo stato di cose. Amen.

Le cause del fallimento

I motivi che hanno fatto fallire il progetto sono molteplici, ne elenco alcune, nel mio personale ordine (decrescente) di importanza. Lascio ad altri, più bravi nello scovare la malizia, letture diverse di questa campagna.

1. Ubuntu Edge è fuori dal target degli utenti Ubuntu

Ammettiamo per un attimo che nel Mondo ci siano 20 milioni di persone che usano Ubuntu Desktop (stima molto ottimistica di Mark Shuttleworth). Di questi, circa 20.000 hanno finanziato Ubuntu Edge, che vuol dire che solo lo 0,1% (1 su 1.000) del pubblico di Ubuntu ha creduto nel progetto e ha avuto i mezzi economici per finanziarlo.

Ventimila acquirenti per un dispositivo del genere sono davvero pochissimi, specie se si pensa ai numeri della concorrenza, e all'eco che ha provocato la campagna sulla stampa in tutto il mondo. Per fare un paragone, lo stesso numero di pezzi li ha venduti il misconosciuto Fairphone (telefonino costruito secondo precisi principi etici).

La fascia alta dei consumatori - quelli che si permettono di spendere tra 600 e 830 dollari (460 - 640 euro al cambio attuale) - sono rimasti indifferenti al progetto. Poche di queste persone infatti si fa incantare dalle caratteristiche tecniche e dalle potenzialità di un dispositivo, quanto invece dall'aura di falsa esclusività che un oggetto sa suscitare in chi lo compra.

2. Troppi cambiamenti nei prezzi

La campagna è iniziata con un'offerta iniziale di 5.000 pezzi al prezzo di lancio di 600 dollari (bruciati in poche ore), e l'offerta a prezzo pieno di 830 dollari.

Visto il successo iniziale, sono state lanciate altre 9 opzioni, a prezzo e quantità disponibile crescente, dai 625 dollari in su. Gli slot a prezzo più basso sono stati "bruciati" in poche ore, gli altri molto più lentamente. Alla fine era rimasta l'opzione di 780 dollari, che se la filavano in pochi.

Infine, l'offerta finale a 695 dollari, in quantità illimitata, lanciata a metà campagna, accolta anche questa "tiepidamente", forse perché ormai il pubblico era sfiduciato. (Da precisare comunque che quest'ultima offerta è stata possibile solo grazie a una rinegoziazione dei costi con i produttori di hardware, e quindi sarebbe stata impossibile da proporre a inizio campagna).

Sicuramente queste continue rimodulazioni delle offerte hanno generato una discreta confusione in chi seguiva la campagna, anche se sinceramente non saprei proporre un'alternativa. Infatti: aver proposto inizialmente il prezzo di 695 dollari per tutti, oltre che neanche possibile (vedi sopra) significava alzare notevolmente il numero dei prezzi da vendere, almeno 46.000 Ubuntu Edge invece che meno di 40.000.

3. Mancanza di big

A parte l'outsider Bloomberg LP, nessun nome noto si è speso nel progetto. Marchi famosi avrebbero dato lustro e risalto alla campagna, aumentando la fiducia nel progetto e spingendo i dubbiosi a opzionare un Ubuntu Edge.

Non è noto chi - nel caso la campagna avesse avuto successo - avrebbe prodotto l'hardware di Ubuntu Edge. Questo, nonostante Mark Shuttleworth abbia dichiarato da tempo che Ubuntu Touch (la versione per smartphone e tablet di Ubuntu) sarà su diversi dispositivi al momento del lancio - quindi qualcuno ci sta già lavorando.

In più, nessuna delle numerose e potenti telco che hanno aderito al CAG, si è fatta avanti sottoscrivendo una delle offerte bundle (100 Edge per 80.000 dollari) o appoggiando esplicitamente il progetto con servizi aggiuntivi.

In entrambi i casi, come spesso succede, le grosse aziende preferiscono saltare sul carro del vincitore dopo che l'iniziativa ha avuto successo, piuttosto che rischiare una figuraccia internazionale su un progetto dall'esito incerto.

Da tenere presente anche il fatto che probabilmente (sicuramente) produttori hardware e telco sono soggetti a accordi riservati di esclusività con chi fa il software, che tagliano fuori i possibili concorrenti, come appunto Ubuntu.

4. Le tabelle comparative

Ubuntu Edge è (era) un dispositivo rivoluzionario, capace di far convergere in sè un PC + uno smartphone. Doveva essere il primo rappresentante di una nuova generazione smartPhonePC che consentivano di tenere in tasca tutta la potenza di un desktop e tutta la comodità e leggerezza di uno smartphone.


Questo messaggio era ripetuto ossessivamente nei video di presentazione (qui sopra quello di Mark). Ma allora perché inserire sul sito della campagna una tabella comparativa con gli smarthphone?!

Si doveva evidenziare meglio cosa manca agli smartphone, per esempio il collegamento a una dock station per usarlo come PC (possibile e presente solo su Edge). Si potevano evidenziare le prestazioni di Ubuntu Edge confrontate a un PC desktop. Come detto sopra, chi si fa affascinare da un marchio ne sarebbe stato indifferente, ma forse si sarebbero attirati i "pionieri della convergenza", i cosidetti early adopters, poca gente ma sicuramente più di quanti hanno sottoscritto la campagna.

5. La tempistica sbagliata

La campagna è stata lanciata in piena estate. Questa mossa era forse dettata dal voler evitare di sovrapporsi ad altri eventi (presentazione di telefonini), e considerando i futuri tempi industriali di produzione di Ubuntu Edge.

In estate però c'è un fisiologico calo di interesse e di traffico sul Web, mezzo principale di propaganda di Ubuntu Edge. Credo che una parte dei potenziali acquirenti sia stata almeno "distratta" dalle ferie estive.

Passiamo alle buone notizie

Se può consolare, gli obiettivi secondari sono stati raggiunti tutti.

Prima buona notizia (lapalissiana): per più di un mese Ubuntu Edge ha avuto molti articoli sui giornali specializzati e anche (specie in Gran Bretagna) sulla stampa generica. Tutta pubblicità gratuita, ottenuta al solo prezzo di qualche prototipo non funzionante. Una campagna pubblicitaria sarebbe costata molto di più, e forse avrebbe raggiunto meno audience.

Come detto sopra, lascio ad altri l'approfondimento dietrologico della campagna in ottiche diverse, insieme allo studio dei cerchi nel grano e scie chimiche.

Seconda buona notizia: Ubuntu Edge ha battuto tutti i record di campagne crowdfunding precedenti. Notizia buona e cattiva insieme: la storia lo ricorderà anche come il progetto che ha raccolto più soldi senza raggiungere l'obiettivo. Per il sottoscritto essere il protagonista della più grande campagna di crowdfunding fallita resta un fallimento.

Terza notizia positiva è che ci sono 20.000 e più persone nel mondo che vogliono un Ubuntu Edge o almeno un sistema Ubuntu sul telefonino. Pochine se raffrontate ai numeri di Android e Apple, ma è già un inizio. Poi, secondo Mark Shuttleworth, Ubuntu può puntare al 25% del mercato smartphone, ma qui siamo nel campo delle stime spannometriche.

La seconda e la terza notizia indicano che Ubuntu sa smuovere un discreto interesse sulla stampa, cosa unica nell'ambito del Software Libero. Non riesco a ricordare analoghe iniziative, con analogo interesse, da parte di altre aziende attive nel Software Libero. Questa è la quarta buona notizia.

La quinta e ultima buona notizia, come ha dichiarato Jane Silber, CEO di Canonical Ubuntu Phone si farà, i primi modelli usciranno all'inizio del 2014, cosa tutt'altro che scontata, visto che finora l'unico dispositivo visto è stato il Nexus modificato.

Auguro la migliore fortuna al progetto, a Canonical e alla già numerosa Comunità che sta lavorando su Ubuntu Touch. Tutta questa esperienza è stata utile. La prossima sarà anche di successo.

venerdì 16 agosto 2013

Da dove sono i finanziatori di Ubuntu Edge


La campagna di crowdfunding per Ubuntu Edge si avvia al termine, ormai mancano solo 6 giorni. La raccolta ha finora superato i 10,5 milioni di dollari, battendo tutti i record esistenti, ma di questo ne avevo già scritto (e ne scriverò nel prossimo aggiornamento settimanale).

Nel frattempo, Victor Palau, Vice Presidente di "Phone and Hyperscale Delivery" (non saprei come tradurlo!) di Canonical, ha pubblicato tra i commenti della campagna una statistica della suddivisione per Nazione dei finanziatori di Ubuntu Edge.

Stati Uniti davanti a tutti, ma l'Europa...

Secondo la classifica pubblicata da Victor, e ripresa poi dall'aggiornamento odierno di Canonical, gli USA sono di gran lunga il più grande finanziatore del super telefonino, con quasi un terzo (32,75%, circa 3,4 milioni di dollari) di quanto finora raccolto. A seguire tutti gli altri, con percentuali nettamente inferiori, che non arrivano al 10%.

I maggiori finanziatori di Ubuntu Edge 
(fonte: Victor Palau, elaborazione by Dario Cavedon)

La rappresentazione grafica di queste statistiche rende anche meglio l'idea dei valori in campo.


I primi 22 Paesi in classifica, pesano per più del 90% della raccolta, il resto del mondo (9,94%) pesa poco più del II Paese in classifica, la Gran Bretagna. "Altri" (ultima colonnina) comprende tutto il resto del mondo.

I maggiori finanziatori di Ubuntu Edge 
(fonte: Victor Palau, elaborazione by Dario Cavedon)

Leggendo la classifica in altra maniera, aggregando le percentuali, si vede che a livello continentale l'Europa supera il Nord America: 40,85% contro il 38,44% di USA più Canada.

Le sorprese e le conferme

Da segnalare in questa "Top 20" il sorprendente piazzamento di Singapore e Hong Kong, 2 "città stato" di pochi milioni di abitanti, ma che precedono (Singapore) e seguono (Hong Kong) due Paesi del G7 come Italia e Giappone.

  A proposito dell'Italia - rappresentata nei grafici in rosso scuro: si trova al 16° posto, fanalino di coda dell'Europa (solo la Finlandia ha meno finanziatori), con 1,25% dei finanziamenti. Una partecipazione così bassa è causata sicuramente dalla crisi e dal clima di sfiducia diffusa nel Bel Paese.

La cosa invece che non mi spiego è la mancanza della Cina in questa classifica (Hong Kong fa classifica a se). Il mercato cinese è tra i più vivaci al mondo per le vendite di dispositivi Android e quindi mi sarei aspettato di trovarla nei primi 20.

La vetta è sempre lontana

Questi dati sono molto interessanti perché consentono di avere un'idea di dove il "brand" Ubuntu è più popolare e colpisce maggiormente le aspettative dei consumatori, in special modo di quella fascia di utenti che vuole dispositivi all'avanguardia (come è Ubuntu Edge).

Purtroppo, sembra che Ubuntu sia preso in scarsa considerazione come "top di gamma" e questo spiega - in parte - il fatto che la vetta dei 32 milioni di dollari, obiettivo finale della campagna, sia molto arduo da raggiungere.

martedì 13 agosto 2013

Notizie e curiosità su Ubuntu Edge, a men di 10 giorni al termine

A chi assomiglia? ;-) 

Terzo post della serie su "Ubuntu Edge", il "super telefonino" (come qualcuno l'ha definito, anche se si tratta di molto di più) progettato da Canonical, che tenta di finanziarlo tramite la più ambiziosa campagna di "crowdfunding" della storia: 32 milioni di dollari! (Trovate qui il primo post e questo è il secondo).

Entra in campo il primo "Big" (e unico?)


Un paio di grosse novità nell'ultima settimana. La prima è la discesa in campo di Bloomberg L.P., il colosso del multimedia finanziario (15.000 dipendenti in tutto il mondo) del miliardario americano e sindaco di New York Michael Bloomberg, che ha acquistato il primo (e finora unico) lotto "Enterprise Bundle": 115 Ubuntu Edge per 80.000 dollari. Il prezzo unitario è circa lo stesso dell'acquisto singolo, ma insieme al pacchetto di telefoni, il "perk" (l'offerta) offre una serie di corsi e assistenza online per 30 giorni.

Decisamente una mossa a sorpresa: è il primo nome famoso che scommette su Edge, e sinceramente non ho idea di cosa possa aver fatto Mark Shuttleworth per convincere Bloomberg. Lo sapremo forse se la campagna avrà successo.

"Saldi" di fine stagione

Il giorno dopo l'acquisto del primo "bundle", è uscita la notizia dell'abbassamento del prezzo del singolo Ubuntu Edge a 695 dollari (circa 530 euro al cambio attuale), dagli iniziali 830 dollari, per tutti i prossimi che lo prenoteranno. A chi l'ha già acquistato a un prezzo superiore sarà proposto il rimborso. 

Il ribasso è stato reso possibile dall'enorme subbuglio provocato dalla campagna di crowdfunding, che ha permesso di rinegoziare i prezzi con i fornitori di componenti hardware, a loro volta molto interessati a partecipare al progetto.

Da quanto scritto sull'annuncio, il prezzo è definitivo, e non ci saranno ulteriori ribassi.  D'altronde, abbassare il prezzo unitario, ha significato anche alzare il numero dei telefonini da produrre, passando da circa 30.000 a più di 45.000.

Non ce la farà. Non ce la farà?

La campagna di Ubuntu Edge su Indiegogo ha superato i 9.800.000 dollari, cifra considerevole, ma ancora molto distante dall'obbiettivo finale. Mancano infatti più di 20.000.000 di dollari, e per avere successo si dovrebbero prenotare circa 3.500 Edge al giorno, cioè circa 150 all'ora. In questo momento siamo molto distanti da quei numeri, visto che si viaggia a una media di 20-30 Ubuntu Edge all'ora.

La linea blu segna quanto raccolto,
la linea rossa quanto si dovrebbe per 
raggiungere l'obiettivo :-(

Le novità della settimana scorsa, hanno subito esaurito l'iniziale entusiasmo tra i nuovi funder (finanziatori), e servirebbe una qualche altra trovata da Canonical, di quelle che fanno scalpore sui giornali, per smuovere altro danaro. Infatti la notizia sui giornali serve: è convinzione comune che, nonostante il successo dell'iniziativa, essa sia ancora sconosciuta a molti potenziali acquirenti. Convinzione che condivido in parte, molti non sanno di Ubuntu Edge, ma di questi quanti davvero prenderebbero un dispositivo simile?

Crowdfunding: qual è il record? 

Se l'obiettivo principale fallirà (come è probabile), in molti sperano che almeno si superi il record della campagna su Kickstarter di Peeble, lo smartwatch che può interagire con Android e iOS, che arrivò alla cifra astronomica 10.266.845,00.

Ma questo non è il record per il crowdfunding!

Secondo quanto scrive la versione inglese di Wikipedia, il record appartiene al progetto "Star Citizen", il nuovo videogioco spaziale di Chris Robert, già creatore di Wing Commander, uno dei videogiochi più famosi degli anni '90. Star Citizen finora ha raggiunto un finanziamento di 15 milioni di dollari, e punta a raggiungere i 17 (!).

La notizia del raggiungimento dei 15 milioni di dollari
sul sito di "Space Citizen"

A Ubuntu Edge resterebbe comunque l'obiettivo di superare la campagna di Peeble, un amaro premio di consolazione.

Qualche altra curiosità

Finite le notizie tristi, passiamo al pettegolezzo, che so essere una delle parti più apprezzate degli aggiornamenti settimanali.

Come succede quando il fenomeno diventa "comunitario", alcuni dei funder del progetto si sono fatti prendere dall'entusiasmo e hanno promosso una serie di iniziative volte a diffondere la campagna di crowdfunding, e cercare nuovi adepti alla setta del cerchio dell'amicizia.

Vi avevo già parlato di chi ha fatto un sito in cui raccoglie le statistiche della campagna, un altro di questi esaltati ;-) ha creato un tabellone comparativo tra Ubuntu Edge e la concorrenza, più completo di quello prodotto da Canonical.

La tabella comparativa completa

Altra iniziativa, un "thunderclap" organizzato per promuovere tutti nello stesso momento la campagna. Al primo ho partecipato anch'io (qui sotto il mio tweet).


Il prossimo thunderclap è previsto per il 19 agosto, e invito tutti a parteciparvi.

Un altro signore ha perso un po' di tempo per creare una bellissima infografica su Ubuntu Edge, che ne riepiloga le caratteristiche.


Infine un po' di humor, con qualche meme che comincia a girare. Una vignetta l'ho messa all'inizio di questo post, e una la metto in chiusura.


PS: mentre pubblico questo post, mi accorgo che Mark Shuttleworth in persona ha appena lasciato un messaggio su Indiegogo. In poche parole, ringrazia tutti i finanziatori, riepiloga quanto fatto, e invita chi crede nel progetto nel continuare a sostenerlo, in tutti i modi e il più possibile, l'obiettivo resta raggiungibile!  

... ne sarà davvero convinto?
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