sabato 24 agosto 2013

Ubuntu Edge è morto! Viva Ubuntu Edge! (quasi cit.)

La pagina su Indiegogo di Ubuntu Edge

Quarto e ultimo appuntamento sulla mia serie di post dedicati alla campagna di crowdfunding su Ubuntu Edge, il progetto di dispositivo innovativo progettato da Canonical.
(post precedenti: primo, secondo e terzo!)

12.813.501 dollari non bastano

La campagna su Indiegogo per finanziare il progetto è giunta al termine, e - come era ormai ampiamente previsto - ha fallito l'obiettivo di 32 milioni di dollari. La realizzazione del "super telefonino" sarebbe partita solo se l'obiettivo principale fosse stato raggiunto: fallito l'obiettivo, tutti i soldi saranno restituiti (entro 5 giorni) ai  finanziatori.

Bisogna essere sereni nell'ammettere che l'obiettivo principale del progetto è miseramente fallito. Quanto raccolto rappresenta appena il 40% della somma necessaria per finanziare il progetto, ed è davvero poca cosa. Le basi per portare avanti questa idea in questo momento proprio non ci sono, e nessuna giustificazione cambia questo stato di cose. Amen.

Le cause del fallimento

I motivi che hanno fatto fallire il progetto sono molteplici, ne elenco alcune, nel mio personale ordine (decrescente) di importanza. Lascio ad altri, più bravi nello scovare la malizia, letture diverse di questa campagna.

1. Ubuntu Edge è fuori dal target degli utenti Ubuntu

Ammettiamo per un attimo che nel Mondo ci siano 20 milioni di persone che usano Ubuntu Desktop (stima molto ottimistica di Mark Shuttleworth). Di questi, circa 20.000 hanno finanziato Ubuntu Edge, che vuol dire che solo lo 0,1% (1 su 1.000) del pubblico di Ubuntu ha creduto nel progetto e ha avuto i mezzi economici per finanziarlo.

Ventimila acquirenti per un dispositivo del genere sono davvero pochissimi, specie se si pensa ai numeri della concorrenza, e all'eco che ha provocato la campagna sulla stampa in tutto il mondo. Per fare un paragone, lo stesso numero di pezzi li ha venduti il misconosciuto Fairphone (telefonino costruito secondo precisi principi etici).

La fascia alta dei consumatori - quelli che si permettono di spendere tra 600 e 830 dollari (460 - 640 euro al cambio attuale) - sono rimasti indifferenti al progetto. Poche di queste persone infatti si fa incantare dalle caratteristiche tecniche e dalle potenzialità di un dispositivo, quanto invece dall'aura di falsa esclusività che un oggetto sa suscitare in chi lo compra.

2. Troppi cambiamenti nei prezzi

La campagna è iniziata con un'offerta iniziale di 5.000 pezzi al prezzo di lancio di 600 dollari (bruciati in poche ore), e l'offerta a prezzo pieno di 830 dollari.

Visto il successo iniziale, sono state lanciate altre 9 opzioni, a prezzo e quantità disponibile crescente, dai 625 dollari in su. Gli slot a prezzo più basso sono stati "bruciati" in poche ore, gli altri molto più lentamente. Alla fine era rimasta l'opzione di 780 dollari, che se la filavano in pochi.

Infine, l'offerta finale a 695 dollari, in quantità illimitata, lanciata a metà campagna, accolta anche questa "tiepidamente", forse perché ormai il pubblico era sfiduciato. (Da precisare comunque che quest'ultima offerta è stata possibile solo grazie a una rinegoziazione dei costi con i produttori di hardware, e quindi sarebbe stata impossibile da proporre a inizio campagna).

Sicuramente queste continue rimodulazioni delle offerte hanno generato una discreta confusione in chi seguiva la campagna, anche se sinceramente non saprei proporre un'alternativa. Infatti: aver proposto inizialmente il prezzo di 695 dollari per tutti, oltre che neanche possibile (vedi sopra) significava alzare notevolmente il numero dei prezzi da vendere, almeno 46.000 Ubuntu Edge invece che meno di 40.000.

3. Mancanza di big

A parte l'outsider Bloomberg LP, nessun nome noto si è speso nel progetto. Marchi famosi avrebbero dato lustro e risalto alla campagna, aumentando la fiducia nel progetto e spingendo i dubbiosi a opzionare un Ubuntu Edge.

Non è noto chi - nel caso la campagna avesse avuto successo - avrebbe prodotto l'hardware di Ubuntu Edge. Questo, nonostante Mark Shuttleworth abbia dichiarato da tempo che Ubuntu Touch (la versione per smartphone e tablet di Ubuntu) sarà su diversi dispositivi al momento del lancio - quindi qualcuno ci sta già lavorando.

In più, nessuna delle numerose e potenti telco che hanno aderito al CAG, si è fatta avanti sottoscrivendo una delle offerte bundle (100 Edge per 80.000 dollari) o appoggiando esplicitamente il progetto con servizi aggiuntivi.

In entrambi i casi, come spesso succede, le grosse aziende preferiscono saltare sul carro del vincitore dopo che l'iniziativa ha avuto successo, piuttosto che rischiare una figuraccia internazionale su un progetto dall'esito incerto.

Da tenere presente anche il fatto che probabilmente (sicuramente) produttori hardware e telco sono soggetti a accordi riservati di esclusività con chi fa il software, che tagliano fuori i possibili concorrenti, come appunto Ubuntu.

4. Le tabelle comparative

Ubuntu Edge è (era) un dispositivo rivoluzionario, capace di far convergere in sè un PC + uno smartphone. Doveva essere il primo rappresentante di una nuova generazione smartPhonePC che consentivano di tenere in tasca tutta la potenza di un desktop e tutta la comodità e leggerezza di uno smartphone.


Questo messaggio era ripetuto ossessivamente nei video di presentazione (qui sopra quello di Mark). Ma allora perché inserire sul sito della campagna una tabella comparativa con gli smarthphone?!

Si doveva evidenziare meglio cosa manca agli smartphone, per esempio il collegamento a una dock station per usarlo come PC (possibile e presente solo su Edge). Si potevano evidenziare le prestazioni di Ubuntu Edge confrontate a un PC desktop. Come detto sopra, chi si fa affascinare da un marchio ne sarebbe stato indifferente, ma forse si sarebbero attirati i "pionieri della convergenza", i cosidetti early adopters, poca gente ma sicuramente più di quanti hanno sottoscritto la campagna.

5. La tempistica sbagliata

La campagna è stata lanciata in piena estate. Questa mossa era forse dettata dal voler evitare di sovrapporsi ad altri eventi (presentazione di telefonini), e considerando i futuri tempi industriali di produzione di Ubuntu Edge.

In estate però c'è un fisiologico calo di interesse e di traffico sul Web, mezzo principale di propaganda di Ubuntu Edge. Credo che una parte dei potenziali acquirenti sia stata almeno "distratta" dalle ferie estive.

Passiamo alle buone notizie

Se può consolare, gli obiettivi secondari sono stati raggiunti tutti.

Prima buona notizia (lapalissiana): per più di un mese Ubuntu Edge ha avuto molti articoli sui giornali specializzati e anche (specie in Gran Bretagna) sulla stampa generica. Tutta pubblicità gratuita, ottenuta al solo prezzo di qualche prototipo non funzionante. Una campagna pubblicitaria sarebbe costata molto di più, e forse avrebbe raggiunto meno audience.

Come detto sopra, lascio ad altri l'approfondimento dietrologico della campagna in ottiche diverse, insieme allo studio dei cerchi nel grano e scie chimiche.

Seconda buona notizia: Ubuntu Edge ha battuto tutti i record di campagne crowdfunding precedenti. Notizia buona e cattiva insieme: la storia lo ricorderà anche come il progetto che ha raccolto più soldi senza raggiungere l'obiettivo. Per il sottoscritto essere il protagonista della più grande campagna di crowdfunding fallita resta un fallimento.

Terza notizia positiva è che ci sono 20.000 e più persone nel mondo che vogliono un Ubuntu Edge o almeno un sistema Ubuntu sul telefonino. Pochine se raffrontate ai numeri di Android e Apple, ma è già un inizio. Poi, secondo Mark Shuttleworth, Ubuntu può puntare al 25% del mercato smartphone, ma qui siamo nel campo delle stime spannometriche.

La seconda e la terza notizia indicano che Ubuntu sa smuovere un discreto interesse sulla stampa, cosa unica nell'ambito del Software Libero. Non riesco a ricordare analoghe iniziative, con analogo interesse, da parte di altre aziende attive nel Software Libero. Questa è la quarta buona notizia.

La quinta e ultima buona notizia, come ha dichiarato Jane Silber, CEO di Canonical Ubuntu Phone si farà, i primi modelli usciranno all'inizio del 2014, cosa tutt'altro che scontata, visto che finora l'unico dispositivo visto è stato il Nexus modificato.

Auguro la migliore fortuna al progetto, a Canonical e alla già numerosa Comunità che sta lavorando su Ubuntu Touch. Tutta questa esperienza è stata utile. La prossima sarà anche di successo.

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