"U2 set themselves up as the first of the new groups rather than the last of the old" (Bill Flanagan)
20 anni fa, nel giorno ufficiale dell'uscita, mi recai al negozio di dischi di Thiene "Il Discolo", e comprai il CD di "Achtung Baby" degli U2. Il titolare mi disse
"Oggi tutti quelli che entrano chiedono questo disco. O quelli dei Guns 'N Roses" (Use your illusioni I e II). Andai a casa e mi ascoltai tutto il CD nella taverna di casa, dove c'era lo stereo, sul divano, le cuffie in testa. Il disco era oscuro, introspettivo, inquietante, insieme tribale e urbano.
Quando finì, salii a cenare. Sulle scale trovai mio fratello che mi chiese
"Com'è?".
"Sconvolgente."
Dopo aver bagnato i panni nel Mississippi con il lungo tour che seguì "The Joshua Tree", da cui nacque "Rattle and Hum", gli U2 tornarono a casa inariditi e svuotati. Si presero una lunga pausa di riflessione.
Si ritrovarono nel 1990 a Berlino, negli Hansa Studio, una ex sala da ballo delle SS, per registrare un nuovo disco. Il muro era caduto l'anno prima e Berlino era nel turbine del processo di riunificazione delle due Germanie, dopo 45 anni di guerra fredda.
Anche la band era ancora in crisi e ci furono forti contrasti, tanto più che The Edge si era appena separato dalla moglie. Ma le mani sapienti di Brian Eno e Daniel Lanois, già produttori di "The Unforgettable Fire" e "The Joshua Tree", seppero trarre il meglio da quelle discussioni e ne uscì un album di completa rottura nei confronti del passato, e che aprì le porte a una nuova fase nella carriera degli U2.
20 anni dopo, provo a mettere nero su bianco le emozioni e i pensieri di quella sera e le cose che nel frattempo sono successe attorno a quell'album.
Edit: ho deciso di spezzare in due questo post, stava diventando troppo lungo (=palloso). Stay tuned!
Zoo Station
Si inizia subito pesante. Chi si era addormentato sulle note di
"All I want is you" si risveglia in un incubo: esplosioni, strati e strati chitarre distorte, batteria metallica e Bono che canta da dentro un tubo. Eppure batti e ribatti, la melodia è coinvolgente e armoniosa.
Il titolo della canzone è rubato a una stazione della metro di Berlino, che ha "ricambiato" rinominando in U2 la linea della metropolitana che vi passa.
Questa canzone è la copertina del nuovo corso degli U2, e aprirà tutti i loro concerti dello ZooTV Tour, il tour mondiale seguito alla pubblicazione del disco.
EVERYTHING YOU
KNOW IS WRONG
Qualche anno prima della rivoluzione comunicativa di Internet, gli U2 tramortiscono i loro fan con un suono potente e
overload visiva. Il tour porta in giro un palco immenso, una vera Cattedrale Catodica, schermi giganteschi che lanciano messaggi inquietanti, ironicamente subliminali. Il concerto è una Messa Mediatica che celebra alienazione e follia della civiltà moderna.
Io l'ho visto passare 2 volte, ad Assago e a Verona. Vedere Bono che balla come una scimmia e scimmiotta il passo dell'oca davanti a schermi giganti disturbati da rumore bianco vale da solo il prezzo del biglietto. Ma questa è un'altra storia.
Even Better Than The Real Thing
Questa canzone è (IMHO) quanto di più ipnotico e psichedelico esista nella discografia degli U2. La chitarra elettrica imbizzarrita fa da padrone, Bono canta sussurrando le parole fino all'esplosione finale. Della canzone, Bono disse:
"It was reflective of the times [the band] were living in, when people were no longer looking for the truth, [they] were all looking for instant gratification."
(Rifletteva i tempi che la band stava vivendo, quando la gente non cercava la verità, ma cercavano tutti un piacere istantaneo)
Il video altrettanto ipnotico e vertiginoso fece un discreto scandalo perché furono inseriti alcuni fotogrammi di discutibili opere d'arte dell'americano Jeff Koons, ritratto in atteggiamenti intimi con la moglie del tempo, che gli italiani ben conoscono.
One
Nella saga delle
"ballad" degli U2, c'eravamo lasciati con l'Io narrante che non sapeva se poteva vivere con o senza la sua dolce metà. Ci ritroviamo in "One" che sì, possono vivere assieme, ma contrasti, incomprensioni e discussioni avvelenano il clima e incrinano l'unità della coppia, e definiscono il senso del brano.
We are One, but we're not the same (siamo Una Cosa Sola, ma non siamo la stessa cosa)
Testo e musica ne fanno indiscutibilmente una delle più belle canzoni degli U2, un vero pezzo di storia del rock.
Di questa canzone fu tratto anche un singolo, sulla cui copertina c'era una foto di bisonti che cadono nel vuoto, opera di David Wojnarowicz, artista gay morto di AIDS. I bisonti spinti a morire nel vuoto dai cacciatori indiani simboleggiano appunto il fotografo e altri come lui spinti nell'ignoto da forze invisibili e oscure.
Until the end of the world
Il pezzo più oscuro dell'album, introdotto dal ritmo delle conga suonate dal produttore Daniel Lanois, tutto giocato sui bassi, con Bono che recita versi. Al primo ascolto non capivo cosa significassero. A complicare il tutto, il brano fa parte della colonna sonora dell'omonimo film di Wim Wenders, che però narra tutt'altra vicenda.
Scoprii più tardi che Bono aveva scritto quella canzone pensando a un dialogo tra Gesù e Giuda, che riepiloga i momenti salienti della passione: ultimo cena, incontro nel giardino del Getsemani e suicidio di Giuda.
Ai tempi della registrazione dell'album, Wenders era a Berlino e cercava un brano per il suo film, gli U2 un titolo per il loro brano, si scambiarono i favori con soddisfazione reciproca.
Who's Gonna Ride Your Wild Horses
Dell'album è la canzone che amo meno. Anche se ne hanno fatto un singolo, anche se l'hanno suonata dal vivo, ho come la sensazione che non dovesse far parte dell'album.
La leggenda narra che fosse stata ispirata e dedicata a una ragazza conosciuta, conosciuta
bene intendo, da uno degli U2 durante la registrazione dell'album.
So Cruel
Questo è il pezzo più sofferto dell'album. Una ballad triste, amara e malinconica che parla della fine di un amore. Bono ha scritto questa canzone pensando alla rottura ta The Edge e la moglie, avvenuta proprio durante la registrazione di "Achtung Baby". Bisogna tenere presente che fino ad allora, a detta dello stesso Bono, gli U2 facevano tribù con famiglie e amici in comune. La fine del matrimonio di David Evans (The Edge) segna anche la fine dell'armonia di questa piccola comunità.
La canzone resta un piccolo gioiello incastonato nell'album che brilla di luce nera.
(fine prima parte)