lunedì 24 agosto 2009

Come distruggere lo sport più bello del mondo in xx mosse

Ieri, oppure l'altro ieri, o magari venerdì, chi lo sa, è iniziato il Campionato di calcio di Serie A.
Un senso di malinconia e di tristezza si è impossessato del bambino calciatore che mi è rimasto dentro, quello che calcava con risultati pietosi i peggiori campetti di calcio della provincia.

Chissà perché sono triste, poi.
Il Campionato si preannuncia bello e combattuto.
I calciatori sono onesti e sanno giocare senza fare le dive.
Gli allenatori allenano senza sparlare.
La classe arbitrale è rispettata.
La classe dirigente è prestigiosa e autorevole.
I giornalisti riportano con rigore professionale e imparzialità tutte le notizie.

Ma... chissà!

Ecco, potrei immaginare come le cose potrebbero andare, per poi tornare felice nella splendida realtà del calcio italiano. Potrei immaginare di essere un manager, avido di soldi, raccomandato dal potente politico di turno, senza scrupoli, con un bel Nain a foderarmi lo stomaco.

Allora, per distruggere lo sport più bello del mondo, farei così, in ordine sparso:
  • Metterei in piedi il campionato "spezzatino", con partite il venerdì, sabato, domenica e lunedì: l'anticipo, il posticipo, il post-posticipo, il pre-anticipo, l'anticipo per la Coppa, il posticipo per la Nazionale. Nessuno saprebbe bene quando inizia e finisce una giornata di campionato.
  • Riempirei di soldi fin dalla più tenera età tutti i possibili talenti, potenziali talenti, promesse e promesse mancate del calcio italiano. Li corromperei con dio denaro, facendoli sentire arrivati, come se a 21 anni avessero già fatto una carriera ventennale. Li circonderei di veline e procuratori, in modo che si credano dei scesi sulla Terra.
  • Ingaggerei tutti gli stranieri possibili, anche i più sconosciuti, purché in arrivo da qualsiasi altra nazione che non sia Italia, San Marino e Città del Vaticano.
  • Romperei in tutte le maniere possibili tutte le possibili aggregazioni di tifosi, accusandoli delle peggiori disgrazie e catastrofi, vere o presunte.
  • Metterei il cognome di ogni giocatore di calcio, anche l'ultimo panchinaro, sulle casacche della squadra, in modo che il tifoso sia invogliato a comprarsene più di una. Le maglie dei panchinari se le comprerebbero i parenti e gli amici più cari.
  • Cambierei ogni anno le maglie della squadra, ritoccandole leggermente ma significativamente, così che i tifosi siano invogliati a comprarsene almeno una nuova ogni anno.
  • Inventerei ogni anno una seconda maglia ufficiale, del colore più strampalato possibile, senza nessuna attinenza storica e cromatica con la prima maglia ufficiale, così che i tifosi più accaniti e stupidi siano invogliati a comprarsi anche questa.
  • Riempirei tutti i canali pubblici, privati e locali, da Agosto a Giugno di decine trasmissioni uguali, con il solito circo di nani, pagliacci e ballerine.
  • Nelle trasmissioni di cui sopra, inventerei una polemica - o più - ogni settimana, prendendotela a rotazione con: allenatori, calciatori, tifosi, dirigenti, giornalisti.
  • Nelle trasmissioni di cui sopra, colpirei sempre la classe arbitrale, anche senza giustificato motivo, anche per fuorigioco da misurare con il centimetro.
  • Nelle trasmissioni di cui sopra, utilizzerei solo giornalisti consenzienti, rigorosamente tifosi di qualche squadra milanese (TV privata) o romana (TV pubblica). Le altre squadre si arrangino.
  • Nelle trasmissioni di cui sopra, inviterei solo improbabili opinionisti di professione, arroganti, ciarlatani, sboccati e irascibili.
  • Nelle trasmissioni di cui sopra, metterei la ballerina di turno, scosciata quanto basta e anche oltre, tanto il calcio lo guardano solo uomini.
  • Nelle trasmissioni di cui sopra, inserirei pubblicità esplicita e occulta ogni 10 minuti, e farei durare il programma almeno 2 ore, più la gente sta attaccata, più pubblicità ci posso inserire.
  • Metterei sponsor dappertutto: maglie, scarpe, crema spalmabile alla nocciola e grassi idrogenati che mangiano in Nazionale, e acqua minerale che fa fare plin-plin.
  • Venderei a caro prezzo i diritti del calcio in TV, radio, in chiaro o criptato, su satellite o cellulare, spezzettandoli più possibile in modo da ottenere lauti guadagni.
  • Con tutte le partite in TV, gli stadi si svuoterebbero, e obbligherei le società calcistiche a dipendere dalla spartizione dei diritti: in questo modo ce le avrei sempre in pugno, per avere i soldi devono fare quello che voglio io.
  • Farei gestire il tutto ai "soliti noti", gente di comprovata esperienza manageriale nel settore calcistico, che non si capisce bene che lavoro farebbero se mai dovessero lavorare.
  • Considererei il silenzio di chi non vuol prendere parte a questo immenso Giuoco come un atto di implicita ammissione di colpa.
Ah! Adesso che mi sono sfogato, mi sento meglio! Fortuna che non siamo a questo punto, e che mai ci arriveremo!

Adesso vado a vedermi "90° minuto", condotto da un Grande Giornalista, Paolo Valenti, dura mezz'ora, fa vedere tutti i gol della serie A.

Addì, Vicenza, 24 Agosto 1989.


Link:

Sito web dedicato a Paolo Valenti
Paolo Valenti su Wikipedia

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